Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 19 - 15 aprile 1899

RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALI 373 la vigliaccheria dell'uomo che... diremo amante, unita poi all'incoscienza dell'uomo... che diremo legislatore predispongono preparano costringono la donna a delinquere : o contro di sè stessa, o contro l'amante, o contro le creature - alle quali, dopo tutto, certo nessuna cosa è molte volte più desiderabile che la morte. Ora, uno dei tre delitti, l'infanticidio, aumenta le sue vittime. Le recenti statistiche di alcuni paesi di Europa lo dicono chiaro - specialmente quelle di Francia - e la miseria occupa il primo posto tra i fattori mediatamente determinanti del delitto d'infanticidio. Contro il quale, bisogna dire la verità per la buona reputazione del genere umano, congressi, società di eruditi, illustri scienziati si son dati molta pena, ricercando il « rimedio ». Oh che sciagura codesti rimedianti, codesti dro· ghisti di legislazione a base di severità penale ! In Francia, dove i disegni di legge contro l'infanticidio ritornano periodicamente agli uffici delle Camere, è un coro: <e le sort des nouveaux nés illégitimes serait mieux assuré si, devant !es yeux des personnes qui peuvent etre disposées à attenter à ces freles existences, était présente la perspective d'un chatiment inévitable » Oh! codesta gentuccia è infetta di pregiudizio giuridico. E che puerilità intellettuale e che povertà d'animo chiedere a un articolo di legge o a un accrescimento di pena il « rimedio » a tal fatto che non è l'arbitrio dell'individuo una la conseguenza di una forma di società. Perchè l'inf nticidio, forse assai più che altri delitti è il prodotto di un animus co1letrivo, cosi che il delinquente è prima di tutto una vittima : la vittima di una schiacciante condizione di cose concomitanti e, per adesso, inevitabili! A ricercarle geneticamente sembra bisogni partire dalla propr,età privata, e venire alle conseguenze: la famiglia com' r costituita, l'eredità della proprietà, e le difese ideologiche e morali di cocodesti istituti, affermatisi nel tempo e oramai indipendentemente operanti, come l'onore sessuale ec. ,. ,. . Però, non ci sarebbe per avventura qualcosa di utile, contro l'infanticidio, a consentire la ricerca della paternità ? Non forse la responsabilità legale del maschio potrebbe togliere talvolta alla femmina l'acuto di quello sgomento - di se stessa o di altri - che la induce a soffocarne la causa immediata? Vecchia e dibattuta questione! Intorno alla quale il signor M. E. Weber ha pubblicato su « Le Droit » di Parigi uno studio che mi pare interessante di considerare. Innanzi tutto, il signor W eber fa come il bilancio della ricerca della paternità. Da un canto l'interesse del nato; la sussistenza assicurata; non più pretesti ali' infanticidio. D'altra parte lo scandalo ; l'incitamento alla spensieratezza o alla trappoleria femminile. Ah! questo difendersi, di noi uomini contro lo scandalo - noi che ne soffriamo... tanto ! - e contro la trappoleria femminile, poi, eh' è qualcosa di buffo paragonata alla maschile impunita arte del seduttore; tutto ciò è veramente di una amenità indicibile. Ma lasciamo andare codesto. E poi la vita è tanto triste che io non saprei pigliarmela contro le co~e allegre. Dicevo interessante considerare gli argomenti che il signor W eber espone, perchè essi sono come la quintessenza del pensiero comune dei ben pensanti. Io non intendo come mai la ricerca della paternità significa sussistenza assicurata per il nato. Nè vedo modo d'intenderlo finchè qualche illustre scienziato non dimostri che gli spermatozoi non vivono che nel liquido seminale degli uomini i quali abbiano una qualunqne facoltà economica, ossia dire finchè non si dichiari che i pezzenti non prolificano. Ma gli è - per grande sventura - che accade proprio il contrario: prolificare è l'unica cosa che i poveri fanno riccamente. Che poi la ricerca della paternità tolga i pretesti all'infanticidio, oh questa si potrebbe dire una enormità degna del più borghesuccio senso comune, fosse anche erudito di giure come quello del signor Weber. Perchè ora, malgrado il disonore che viene a una donna dal fatto di aver amato senza l'oscenità di averlo detto avanti, al sinJaco al prete alle comari agli amici; malgrado tutto quello che di miseria e di infelicità a questo povero essere femminile che, anche quando ci inganna, crede in fondo alla nostra qualunque commedia amorosa, e che ci si dà, quasi sempre, in un momento di emozione qual si sia; ora, malgrado quel disonore e questa infelicità, molte volte pur accade che il sentimento materno impone l'amore e il sacrificio pel nato. Ma provatevi, invece, a renderci, noi responsabili d'una creatura partorita da una donna che non amiamo o che disprezziamo; da una donna che abbiamo presa, cosi, per aberrazione o per vanità o anche per. .. nulla, - proprio come si prenderebbe una chicchera di caffè riscaldaticcio - per depravazione: provatevi dunque, a legarci a quella creatura per la quale - ed è il meno ! - nessuna viscerale emozione ci ha mai animati di simpa tia, ed avnte spinto anche noi al delitto d'infanticidio, ecco tutto ; noi che siamo più agevolmente delinquenti pel fatto che noi possiamo preparare e compiere tante cose per le quali talvolta le donne non hanno nè mente nè animo, tante cose che le donne non possono tentare senza suscitar dei ,sospetti, senza incontrare insuperabili difficoltà; tanto vero che quando esse le hanno compiute hanno avuto il soccorso di uno di noi, quell'aiuto a mal fare che appunto noi, i furbi, quasi sempre rifiutiamo di dare per paura di veder mutata in certa responsabilità penale una morale responsabilità che non sentiamo che non curiamo che non vogliamo, e che le leggi, in fondo, non riconoscono o almeno non sanzionano. No, no. La ricerca della paternità, date le cose quali sono di fatto nel nostro viver sociale, non serve nè alla sussistenza del nato nè a impedire l'infanticidio. Se c'è una ragione che imponga questa ricerca - via, almeno quando non sia troppo difficile per le complicazioni amorose della madre - è una ragione di equità per la quale non s'intende come mai uno dei due compii ci di questo delitto com'è, talvolta, la procreazione, debba andare esente di responsabilità legale, e sia

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