RIVISTA POPOLARE DI POLl11CA LETTERE E SCIENZE SOClALl ciologo, emergono evidenti, prima forse che da altre e più voluminose e celebrate opere posteriori, da questa second. edizione del Socialismo, ove rifulgono qualità di scienziato, di critico, di storico, vetamente insigni. La vastissima bibliografia della materia è da lui conosciuta a fondo e sistemata con acume, sicurezza, onestà quasi meticolosa ; tutte le ipotesi, le obiezioni, i riferimenti della controcritica socialista, sono dal- )'Autore affrontati con perizia e disinvoltura, mostrando egli di possedere fio nel midollo la folta ed irta materia. I capitoli : La legge mperiore dell'orga11ismso ciale (solidarietà,altruismo); Attenuazione della causa della lotta (progresso morale colla diminuzione delJa fecondazione); Selezione e privilegio (la prevalente selezione naturale di Darwin), e La conservazione dei deboli e il miglioramento della razza (assistendo i deboli non si viola la giustizia sociale); sono pagine magistrali, esaurienti, eloquenti di discussione alta ed imparziale. cc Il Colajanni, a modo suo, è un socialista fervente ; del socialismo accetta la tendenza evolutiva, lo spirito umano, la finalità ideale ; è rimasto fuori dalle scuole o dalle chiese del socialismo politico-elettorale, per quel suo fiero temperamento individualistico, cioè ribelle, incompatibile con la disciplina meccanica e ferrea della setta, e per una dissensione proprio fondamentale con i marxisti, di cui non accetta, così universalizzato e inflessibile, il dogma del materialismo storico. cc Il Colajanoi non ha figura immediatamente socialista; è più uno studioso, uno storico e un critico benevolo della dottrina che un epigone confesslonale. Io lui repubblicano e individualista istintivo il marxismo sembra una necessità della ragione accolta con beneficio dell'inventario e a scadenza assai lunga, quasi a calmare gli scrupoli ; onde un innesto psicologico, robusto fio che è fuori dell'anima e della mente del sociologo siciliano ed egli lo esamina e lo squadra a lume freddo di raziocinio, assai confuso ed ondeggiante quando egli stesso si fa a vivere nell'innesto ed a rappresentarlo con caratteri personali. GiovanniBorelli (Nell'Idea Liberale, 28 febb. 1899). ,. ~ SUL LIBRO DEL GRAZIADEI * ~ Il socialismo marxista attraversa oggi una crisi profonda : nuove investigazioni scientifiche, nuove constatazioni di fatti economici e sociali hanno rese cosi evidenti le fallacie di parecchi princi pii che esso vantava come sua base positiva, come difesa e distinzione dalle utopie dei tempi passati, che molti dei suoi seguaci hanno ormai compresa la necessità di un rinnovamento che salvi l'idea socialista dal dogmatismo delle chiese politiche: o sottoporsi a una sincera auto-critica, od esser morti innanzi alla nuova e vera scienza. E di questo sano ed onesto spirito di indipendenza, ci dà appunto il Graziadei, un notevole esempio : giovane nacora ma da parecchi anni valoroso combattente nelle lotte socialiste, egli muove ora alla correzione dei prin • cipii economici del marxismo con quell'ardore istesso con cui alla correzione delle sue basi filosofiche e sociologiche operano e il Sorel e il Merlino e il Bernstein e il Van Kol e parecchi altri. Con sicurezZ1 logica,con acume di vero scienzato, con analisi severa e profonda, il Graziadei ci offre in questo primo libro una correzione della teoria del plus-valore : la sua dimostrazione è convincente; e, diciamolo subito, facendo astrazione dalle ultime conseguenze e fermandosi al risultato teorico immediato, il Graziadei ci offre una teoria del plus-valore risanata e corretta per davvero. - Ma la posizione del Graziadei di fronte alla propria fede socialista, quella sua veste di socialistaautocritico, se gli apporta un titolo incontestabile di merito e di simpatia, non è stata però priva di poco liete conseguenze scientifiche: chi sotto l'aspetto esclusivamente scientifico giudica il suo libro, è condotto a rilevare che egli non seppe liberarsi da tutti i preconcetti della sua scuola, ed insieme fu troppo corrivo nel rinnegarne alcuni sani priocipii: che egli insomma ha peccato ora per eccesso, ora per insufficienza di critica. (1) Antonio Graziadei - La produzione capitalista - Torino, Bocca 18~9, pp. 24}· La sua tesi è questa : « due parti della dottrina economica marxista sono io istato di fallimento : la teoria del valore-lavoro, che si è dimostrata inetta a risolvere il famoso problema del profitto del capitale tecnico, e la teoria del profitto che non si concilia col fenomeno ormai constatato degli alti salarii moderni. La teoria del profitto può e deve studiarsi prima e indipendentemente da quella del valore : Marx, appunto perchè invece dei prodotti parla dei loro valori e li riduce al solo esponente lavoro, non tien calcolo sufficiente della produttività del lavoro, e non vede che l'aumento di quella produttività conseguente all'aumento dei salarii, concilia questi coll'aumento o lo statu-quo dei profitti, e quindi rende gli alti salarii compatibili coli' interesse della classe capitalista e spiegabili in una societàcapitalistaove quella classe e padrona ». A noi - sinceri ammiratori del!' ingegno e della dot• trina del Graziadei, pronti a riconoscere i molti pregi del suo lavoro - sia lecito lasciar nell'ombra questi pregi e rilevarne i difetti : è opinione nostra che il pregio essenziale stia nel metodo, nel carattere intimo della trattazione, invece le premesse e le conclusioni non ci sembrano del tutto accetta bili: di quelli basta aver enunciato l'elogio, di queste è doveroso svolgere la confutazione. * * * È certo che pei marxisti, più forse che per Marx, l'aumento odierno dei salarii è un fatto irreducibile nell'ambito delle loro teorie: ma il Graziadei lo ritiene tale anche per gli economisti classici, e parla a qu.:sto pro• posito sempre di scuola classico-socialista. È un primo errore questo che vale a portarlo fuori di strada, a fargli rinunciare ad una critica delle teorie marxiste col mezzo delle teorie classiche, a limitare lo strumento della sua critica a quella teoria che sta al polo opposto della teoria marxista, cioè alla teoria ottimista che prende il nome appunto dagli alti salari. Ora, per quanto sia innegabile la derivazione classica delle teorie di Marx, questa derivazione si somiglia a quella per cui Marx si ricollega ad Hegel: è un salto, una reazione, in cui all'affinita logica si congiunge la contraddizione profonda del risultato teorico. Per Ricardo salario e profitto son due fenomeni legati da un rapporto necessario per cui l'aumento dell'uno implica diminuzione dell'altro: egli concepisce quindi un aumento di salarii, e anzi (leggasi la sua lettera XXXVII a Malthus) secondo lui quell'aumento può avvenire provvisoriamente per una situazione favorevole di questa o quella parte del mercato del lavoro, per uno sviluppo relativamente maggiore dell'accumulazione di fronte alla popolazione : quest'aumento provvisorio diventa definitivo ove si accompagni a un arresto della legge dei compensi decrescenti cioè ad un miglioramento tecnico nella produzione delle merci-salario, ed ove non si avveri la reazione di un maggior coefficiente di natalità nella popolazione operaia : ma io ogni caso l'aumento dei salarii si accompagna a una discesa de profitti: e cosi la teoria di Ricardo, nel riguardo esclusivo a1 profitto, è una teoria senza contenutoetico, nè ottimista, nè pessimista, veramente scientifica. Invece per Marx il rapporto fra salario e profitto si muuve pure nel senso di un contrasto, ma non in due direzioni, in una sola : la egemonia economicadrl capitale permette aumenti di profitti che significano diminuzioni o statu-quo di salarii, ma esclude ogni movimento contrario : e questa teoria acquista così, dal presupposto del!' onnipotenza capitalistica, un contenuto di pessimismo critico delle attuali supposte condizioni economiche. Dunque, non già per la teoria classica, ma soltanto per la teoria marxista il fenomeno degli alti salarii significa un fallimento: anzi la teoria classica offre una pombile spiegazione degli alti salarii e il Graziadei nella sua battaglia colla teoria marxista avrebbe dovuto esaminare ed escludere quella spiegazione, prima di ab,
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