Rivista popolare di politica lettere e scienza sociali - anno IV - n. 18 - 30 marzo 1899

344 RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI da partigianeria politica, che vuole coinvol~ere tutti i partiti monarchici in unico biasimo ed in unica responsabilità. Mi sia lecito perciò di appelbrmene a quello di un giornale insospettabile nella sua devozione alle vigenti istituzioni, che volto all'on. Sonnino e all'on. Luzzatti chiede: « È o non è vero che il fisco ha cresciuto sotto il vostro « regno, e dopo, le sue acerbità, e che esso esercitl una pres• « sione tributaria soffocante, sia per la prolungata sperequa- « zione, sia per la rnaocanza di ogni criterio economico ac- « canto al fiscale, e ciò senza che si esca dal marasma in cui « viviamo ? È o non è vero che dall'uno all'altro un pro- « grarnma finanziario completo, propriamente detto, non è v uscito, come lo dimostrano del resto le accuse stes~e reci- « procarnente lanciate e che provano largamente come si sia « vissuto di anno in anno, giorno per giorno. coll'acqua alla « gola, con più o meno vastità d( belle frasi, atte a strappare « l'appi.uso della Camera, ma senza quella vastità di concetti, « quella complessità di analisi e di effetti, cause e concause, « senza quel processo completo evolutivo e sistematico, che « appunto deve rappresent:ire un programma di Governo a « larga base, di fronte al contribuente e all'org~nismo politico, « dotato di vitalità diuturna e conseguente? E o non è vero « che non ci lVete risollevati dagli errori precedenti e che « neppur oggi vi presentate con un progetto organico e com- « pkto 1 » Questo scrive l'ultra monarchico Fanfulla (18 Marzo) e lo sottoscrive il repubblicano Dr. NAPOLEONE COLAJANNI. Nel prossimo numero cominceremo la pubblicazione di un importantissimo scritto d'el deputato socialista belga E. WANDERVELDE sulle • CITT A "PIOYRE,, e uno studio della massima attualità di AGOSTINO SAVELLI sui CONFLITTI NAZIONALI NELLA 11/ONARCHIA AUSTRO-UNGARICA. LE TRE ELEZIONI PROTESTA Ottomilasettecentocinquantadue voti raccolti complessivamentr a Forlì, a Milano, a Ravenna sui nomi di Gustavo Chiesi, di Filippo Turati, di Luigi De Andreis sono stati una degna risposta agli sparafucili della Reazione che credevano coi provvedimenti politici eccezionali, ormai passati in seconda lettura, di aver sbaragliato il Libero Pensiero. I nomi dei tre reclusi politici sono usciti trion - fanti dall'urna, e il movimento in loro favore è stato così irresistibile, ha talmente rispecchiata la coscienza del Paese, che i partiti dell'ordine - che, a sentirli, pochi mesi or sono ormai eran padroni del campo - non hanno avuto nemmeuo il coraggio civile di fare una platonica protesta. :I! inutile, ormai è cosa vecchia : le idee non sono mai state soffocate, nè coi patiboli, nè colle baionette, figurarsi poi se colle leggi sulle associazioni, sulle riunioni e sulla stampa! Anzi, nella compressione, dopo un breve periodo di sosta, che forse non è altro che un periodo di raccoglimento e di adattamento a nuove forme, si sviluppano anche maggiormente le loro forze, e vanno avanti più presto: gli esempi si contano a mille. Se effettivamente la storia fosse maestra dellavita, e in pratica ciò non si risolvesse in una menzogna convenzionale come tante altre, anche i sacerdoti di Torquemada, che aizzano alla Reazione più sfrenata, dovrebbero finire col convincersi, coi fatti alla mano - di tutti i tempi e io tutte le n.tzioni - di battere una falsissima strada che conduce anche più rapidamente al punto opposto preciso ch'essi vorrebbero raggiungere. Ma come sperare che costoro, ragionando un quarto d'ora colla testa, si ricredano, quando si vedono dei giornalisti come quei della Gazzetta di Parma rimpiangere che a Milano « qualcunodotato di maggior iniziativa» di quell'aPima candida del generale Bava Beccaris, non abbia preso, senza tanti complimenti Chiesi, Rcmussi, Turati, De Andreis e Ii abbia «fatti incol1are al muro con · « quattro fudate nella schiena,salvo a discuterese la « proceduraera corretta ? >> Per certa gente - e sono moderati ! ! - che sta molti gradini più in giù del boia che almeno eseguiva la condanna dopo un più o meno regolare giudizio -, per certa gente che è un di più il qualificar.:, veramente non ci sarebbe di consigliabile che il manicomio criminale o un pò d'applicazioni delle disposizioni del Codice Comune per gli eccitatori all'assassinio politico. Incollare al muro e incollare là sul tamburo, senza nemmeno il disturbo di un qualunque giudizio ! Altro che il famoso « assetati di sangue » che è costato a Gustavo Chiesi r.2 anni di condanna! Ma, anche in questo caso, noi preferiamo sempre la libertà di stampa perchè nelle parole dei gazzettieri moderati parmensi, in quelle parole che nauseano e rivoltano, e non possano a meno che nauseare e rivoltare ogni onesta coscitnza, noi vediamo la piu terribile delle condanne per chi le ha scritte. Sl, sì, del resto, gridino pure quei forsennati, si sbizzariscono un pò quanto vogliano; invochino magari una notte di S. Bartolomeo di repubblicani, di socialisti, di radicali : 87 52 elettori, e gli altri che si aggiung,;ranno quanto prima nel Collegio di Cavallotti, non s'incollano così facilmente con quattro fucilate per ciascuno nel muro. LA RIVISTA. L'ITALIA IN CINA (Una conferenza del prof. Richieri a Palermo) Il prof. Giuseppe Richieri, insegnante di geografia nell'Università di Palermo, nel suo corso libero di storia delle colonie ha tenuto una conferenza sull'Italia in Cina, che richiamò un uditorio numerosissimo e assai scelto. Il problema affrontato dall'illustre professore ha tale importanza per l'avvenire d'Italia, che sono certo di fare cosa gradita alla direzione della Rivista mandandole un sunto della dotta conferenza. Il fatto che l'opinione pubblica, appena cessate le ansie più vive, e non ancora ristorati i danni morali e materiali cagionatici dall'impresa africana, non si è saputa pronunziare sulla impreveduta quistione della nuova avventura coloniale; il fatto che i giornali più autorevoli si mostrano ondeggianti nel giudicarla, denotano una impreparazione che fa obbligo a chi è studioso di queste materie di parlare e parlare liberamente. Senza reticenza alcuna il prof. Richieri nella sua conferenza si è pronunziato contrario alla nuova impresa, perchè non può recare all'Italia nessun vantaggio nè ora, nè appre!so, e del suo asserto nella sua conferenza ha data una dimostrazione esauriente. L'Italia andando a San Mun si potrebbe proporre di fondarvi una colonia o un possedimento; colonia, se intendesse dirigere là la propria emigrazione tenendola avvinta alla madre patria coi legami d'una protezione

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