Rivista popolare di politica lettere e scienza sociali - anno IV - n. 18 - 30 marzo 1899

RIAVJSTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI previsto un disavanzo di 18 milioni per l'esercizio 1898-1899 ed ora egli stesso confessa che, non ostante l' aggravio imprevedut0 dei sei milioni di interessi per il prestito africano, il_ deficit risultò di poco maggiore ai sei milioni. ·Ma è innegabile che un deficit ci fo, e sarebbe stato certamente maggiore, e di molto, senza il pessimismo dell' oo. Sonnino che lo indusse alla riduzione della rendita ed alle nuove imposte. ( r) In quantO al programma pel futuro, che si riduce al;Jreno nelle spese ed al mantenimento dello statuquo, nel sistema tributario, esso rassomiglia come una •goccia d'acqua ad un'altra, alla famosa. bandieradel nulla sveotolat;. dall'on. Giustino Fortunato nel discorso di Palazzo Sdn Gervasio, di cui, perciò, ha tutti i difetti e tutti i pericoli. Li aggrava, anzi, per certe contrad_dizioni, che più in là rileverò. ,ii\ ~.Rinunzio ad entrare nel dibattito tra l'on. Sonnino e !'on. Luzzatti sulla quistione bancaria e sull'aggio che delizia gl'italiani; i due campioni della finanza nostra si palleggiano le accuse e finiscono col rivelarsi tutti e due colpevoli; sicchè la conclusione più giusta e più pratica dal punto di vista dei contendenti sta in quella reciproca indulgenza invocata dall'on. Luigi Luzzatti, che ricorda l'aurea sentenza di un santo padre: In necessarfo unitas, in dubiis libertas, in omnibus charitas. E la carità è bella e buona nella discussione e nell' assegnare le rispettive responsabilità; ma non sarebbe male se i ministri ne sentissero un poco di più verso il povero Pantalone ! La quistione degli ordinamenti bancari, della condotta degli istituti di emissione e della ripercussione che gli uni e l' altra possono avere ed hanno avuta sinora sul cambio, è troppo speciale e tecnica perchè possa essere trattata in questa modesta rivista. Giova, invece, esaminare con se• renità ciò che vi ha di vero, di esagerato e di erroneo in altre accuse lanciate contro Sonnino o da quest'ultimo_ scaraventate contro gli altri e sui pro• positi manifestati pel futuro. Qualche giornale repubblicano è stato ingiusto nel rimproverare a Sonnico che egli si sia mostrato tenero soltanto pei proprietari e per gl' industriali e speculatori, attribuendo a lui la responsabilita della perdita, cui andrà incontro la finanza dello Stato per i premi alla marina mercantile, per la protezione all'industria dello zucchero e per il minore introito di circa dieci milioni all'anno che quanto prima si verificherà in conseguenza di quella grande bricconata che si chiama acceleramento nella formazione del nuovo catasto, che dovrebbe riuscire alla perequazione dell'imposta fondiaria e che darà luogo ad una più stridente ed odiosa sperequazione, che costerà alla nazione circa 500 milioni. La verità è un pò diversa. L'on Sonnino enumera e constata le cause di diss.:sto per la finanza-; tra le quali stanno le sopracennate : niente altro. A suo onore, anzi, deve ricordarsi che fu proprio lui, in una all'on. Boselli, che ebbe il coraggio di (1) L'on Boselli nella sua relazione sul bilancio di assestamento dell'anno in corso pare che dia ragione agli ottimisti, e prevede che chiuderemo con un piccolo avanzo. Ma anche lui si accorge della instabilità del nostro pareggio e dà moniti severi al governo e agli itali:ini. A lui, e giustamente, la prudenza non sembra mai troppa. presentare un disegno di legge, che mirava a diminuire le disastrose conseguenze della formazione del nuovo catasto; e fu grave errore dell'on. Di Rudinì, - commesso contro le proprie convinzioni e per semplici ragioni parlamentari - quello di essere ritornatO alla applicazione pura e semplice della infausta legge del 1° Marzo 1886. Alla sua volta, però, l'on. Sonnino si chiarisce ingiusto e di corta veduta quando move alcuni rim• proveri ai suoi predecessori. Egli dà buon giuoco all'on. Luzzatti, che gli ricorda: essere stata vera sapienza di uomo di StatO il salvataggio del Banco di Napoli, che poteva provocare col crach del suo credi:o fondiario un disastro peggiore di quello della Banca Romana ; ed avere meritato le benedizioni dei municipi di Sicilia e di Sardegna alleviati seriamente - senza detrimento dell'Erario e del Tesoro - dai provveJimenti, che furono estesi a tutta l'Italia. Ma non comprendo perchè lo stesso on. Luzzatti respinga sic et simplicìter la paternità dell'abolizione del dazio di uscita degli zolfi senza aggiungere che tale misura era doverosa e contribuì alla costituzione di quella Società ~nglo-siciliana, cui si deve Jl risorgimento dell'industria zolfifera, ch'è tanta parte dell'industria nazionale. Chi si preoccupa esclusivamente del pareggio aritmetico nel bilancio dello Stato non può che plaudire all'on. Sonnino che, fiero ed inesorabile, dopo avere esposta la lista paurosa dei nuovi impegni finanziari, stabilisce il suo nec plus ultra in quanto a nuove spese, anche quando colle medesime si deve provvedere a bisogni nuovi ed impellenti, a riparare ingiustizie flagranti e riconosciute. Si potrebbe dire che il finanziere è spietato; ma nessuno gli negherebbe una qualche lode, percbè anche il pareggio aritmetico nel bilancio dello Stato ha il suo grande valore. Ma un senso di sconforto invade l'animo dei meglio disposti verso !'on. Sonnino quando si apprende che egli - tanto rigido nel negare le nuove spese per l'istruzione, per i lavori pubblici, per i pubblici servizi, per le pensioni agli operai ecc. - egli, tanto feroce nel sostenere il suo nichilismo finanziario, si contraddice e rimangia il proprio programma ed ammette le nuove spese soltantO per aumentare i bilanci della Guerra e della Marina..... Chiede cinquantamilioni per la sola trasformazione dell'artiglieria! E quest'uomo dal cuor duro verso i contribuenti, che si ribella contro ogni nuova spesa, non trova una sola parola di biasimo contro la nuova follia chinese, che potrà fare da pendant alla follia africana, che costò ali' Italia mezzo miliardo circa in oro sonante, molte migliaia di suoi figli rimasti laggiù a fecondare le sterili ambe abissine ed una brga ferita al suo onore ! Questo silenzio è tanto più doloroso in quanto che si sa che l'on. Sonnino intimamente è convinto che la nostra politica coloniale è una vera follia, deplorata anche dal suo antico collega, l'on. Boselli, nella accennata relazione con queste precise parole: vi sonopericolinell'impetodi espansionicolonialie commerciali cheinvade tt1ttoil mondoe apretanti orizzonti, tutti seducentiall'immaginazione,nontutti sicura promessa di utile operosilà. Alcune delle nuove spese stigmatizzate acremente dall'on. Sonnino possono essere giustificate dal sen.

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