Rivista popolare di politica lettere e scienza sociali - anno IV - n. 18 - 30 marzo 1899

'RJVIST A POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl ;59 che esercitava il defunto. I greci, come i romani, riservavano sulle facciate delle loro case, una superficie bianca - album - destinata a ricevete tutti gli annunzi relativi ai loro affari. Vi erano anche i gridatori pubblici. Appena l'arte della stampa ebbe sparsi i suoi benefici, i tipografi si servirono dei libri come veicolo di pubblicità. - La pubblicità è diventata oggi il perno da cui dipende l'esistenza di un giornale. Tutte le città hanno agenzie di pubblicità, ~ ai semplici avvisi, dai differenti colori e dimensioni, sono successi i grandi avvisi colorati dalla forma bizzarra che colpiscono l'immaginazione e lasciano una traccia quasi incancellabile in chi li guarda. Lo spirito d'arte si è anche risvegliato, e appunto per esso il pittore inglese Fred. ,Valter potè avere da un fabbricante di sapone l'ordinazione di un quadro in cui dovevano figurare delle donne nel bagno, composizione che gli fruttò 70,000 franchi dal ricchissimo americano Carthbert Quelter che si era recato a visitare il suo studio. ('N.,ouve/leRevue, 15 marzo). RECENSIONI C. Guastella: Saggi mlla teoria della conoscenza. Palermo, Sandron, 1898. Non temo di essere incolpato di esagerazione qualificando quest'opera come una delle più notevoli contribuzioni allo studio delle questioni fondamentali della logica e della filosofia propriamente detta, che abbiano vista la I uce in Italia in questi ultimi anni. Il volume ora pubblicato costituisce la prima parte e pone le basi d'un lavoro nel quale l'autore si propone di indagare le origini e le leggi di sviluppo dei vari sistemi filosofici ri- . connettendo ciascuno di essi a deJle tendenze psicologiche primordiali dell'intelletto umano, o, com'egli talvolta anche si esprime, a delle illusioni naturali inerenti alla struttura stessa della mente dell'uomo; tendenze e illusioni i cui effetti ricompaiono, riproducendosi sotto forme diverse e mutando solo il nome e le apparenze, in tutti gli stati di svolgimento della scienza e della cultura, e che sono tanto più insidiose e pericolose quanto più quelli che vi soggiacciono, sono da esse dominati senza che se n'accorgono, e mentre appunto credono di essersi definitivamente sottratti al loro impero. Finissime e, a mio parere, riuscitissime, sono le analisi a cui l'A. sottomette le teorie filosofiche di quelli tra gli scrittori moderni che passano per i più grandi avversari e distruggitori deJla « metafisica », ritrovando in essi gli identici errori di metodo e gli stessi abusi di linguaggio che rimproverano ai loro avversari. L'esame critico che egli fa a questo riguardo delle idP.e filosofiche del Taine, quali si trovano esposte nel sno libro « 'De l'i11tellige11ce " e di quelle dello Speucer nei « First prùtciples », manifestano nell' A. un rarissimo acume filosofico e una profonda conoscenza del soggetto. L' A., è convinto che, nelle questioni filosofiche (e, si potrebbe aggiungere, anche in ogni altra specie di questioni) poco giova combattere l'errore se non se ne mette a nudo la radice, e non si scoprono le cause che l'hanno prodotto. Finchè ciò non è fatto, il combattere un' opinione falsa non ha altro effetto che provocare colui che la sostiene ad enunciarne altre più false ancora per difenderla e sostenerla. Non è cambiando le credenze o le opinioni che si migliora permanentemente l'intelletto degli uomini, ma cambiando e migliorando il modo che essi hanno di procurarsele. di distinguere queJle accettabili da quello non accettabili, quelle provate da quelle non provate, e i processi di r~gionamento mediante i quali essi si pesuadono della loro verità o delle loro falsità. Le argomentazioni sofistiche e le illusioni verbali sono pur troppo incompatibili con qualunque forma di credtnza o di incredulità. Tra i capitoli più sostanziali del volume del Guastella segnaliamo quello che egli dedica all'esame delle opinioni dello Spencer sui principi della meccanica, opinioni che costituiscono probabilmente il punto più debole nella grande elaboraziove filosofica del pensatore ioglese. Il Guastella caratterizza con gran sicurezza e precisione ciò che egli ritiene sia il miglior modo di trattare tale argomento, e (cosa notevolissima in lui che, a quanto credo. non ha dedicato stt,di speciali a tali questioni) le sue vedute coincidono perfettamente con quelle che solo da pochissimo tempo hanno comiociato a guadagnar terrèno anche tra gli specialisti della materia. Meno felici sono invece le sue osservazioni sui principi della Geometria: alcuni suoi appr~zzamanti sulle scoperte del Beltrami sono anzi basati su un errore di fatto, che però non tocca la sostanza delle conclusioni alle quali il Guastella giunge. G. Vailati. E. Nys: 'R._echercbserstr l'histoire de l'économiepolitique. Bruxelles A. Castaigne. 1898. L'eminente scrittore belga non ha smentito in questo libro la larghezza di vedute e il liberalismo di buona lega che aveva iivelati trattando le quistioni di diritto internazionale. I tredici capitoli dell'opera si occupano di questi argomenti: L'influenza bizantina t l'influenza mussulmana ; La Sicilia Normanda e il governo di Federico Il; Le città al medio evo; L'Europa commerciante e industriale; La politica commerciale; Le teorie economique del medio evo ; Gli Ebrei al medio evo ; Il tesoro della Chiesa, i Templari, gli Ospedalieri ; La moneta; L'imposta, il tesoro e il prestito; Le istituzioni di diritto commerciale. La lettera di cambio e l'ordine; I primi tempi dell'epoca moderna. Sembrano tanti argomenti staccati; ma formano un insieme in cui in bella sintesi sono passati in rassegna i fatti e le teorie d'indole economica senza intolleranze e senza prevenzioni. L'Italia vi occupa una parte veramente notevole, e se dovessimo in proposito esprimere un rammarico sarebbe quello di avere dimenticato il sommo Cattaneo nello studio onesto consacrato agli Ebrei. I saputelli italiani, che, con tanta leggerezza, scimmiottando i maestri, sentenzi ano sulla inferiorità e superiorità delle razze farebbero bene a leggere questo libro. Se onesti conchiuderebbero col Nys che : « la collaborazione di tutte le razze ali' opera dell'umanità " può essere affermata; ma l'esa•ta determinazione delle parti « è impossibile ». E vedrebbero quanto grande sia stata la parte dei mediterranei foferiori nell'opera di civiltà. Anna/es de l'lstitut internationale de socioloiie publiés sous la direction de Renè Worms. Tome IV contenant !es travaux de troisième Congrés. Paris. Giard et Briere. 1898. L. 10. Questo volume, quarto degli Annali dell'Istituto, che contiene il resoconto dei lavori del 3° Congresso di Sociologia non la cede in importanza ai precedenti. Tra le memorie più importanti segnaliamo: L'importanza sociologicadef!li studi eco• 110111iscuille colonie di A. Loria; L'economia del dolore e l'eco• 11omiadel piacere di Lester w·ard; Le leggi dell'evoluzio11epolitica di Storke ecc. La discussione più interessante - sempre elevata e cortese - cui presero parte Novicow, Lilienfeld, Tarde, Starke, Stein, Krauz, Worms ecc. -- fu quella sulla teoria organica della società. Gli organicisti furono sconfitti ; e il materialismo storico fu rappresentato al congresso da Krauz e Stark. La tendenza socialista fèce capolino quasi in tutti ; meno nel Barone Garotàlo, le cui idee reazionarie in favore delle aristocrazie e dell'assolutismo non ebbero che lui solo a sostenitore. .T. ì\tassart cd E. Vandcrvelde: Parasitisme organique etparassitisrnesociale. Paris. Librairie. Reimwald 1898. L. 2,50. È un volumetto della nuova biblioteca internazionale delle scienze sociologiche diretta dall'Hamon in cui si sono riuniti un naturalista ed un sociologo per descrivere l'interessante fenomeno del parassitismo. Importa rilevare che col parassitismo non solo vengono a soffrire gli animali che alimentano e mantengono i parassiti, ma anche questi ultimi degenerano. A noi sembra che la degenerazione dei parassiti sociali poteva essere più svolta, e messa meglio in evidenza la funzione della eredità sociale come generatrice dei parassiti. Il p1rassitismo dei grandi proprietari e dei capitalisti, che non prestano l'opera propria in verun modo nella produzione poteva essere trattato con pari estensione al parassitismo delle classi inferiori (de• linquenti, prostitute, vagabondi cc.). Questi nostri desideri, più che critiche vere, non diminuiscono affatto il valo·e di questo studio biologico sociale, che ha pregi non comuni. G. Le Bon: Psychologiedu Socialisme. Paris, F.. Alcan, 1898. L. 7,50. Questo libro è l'opera più sbagliata del noto sociologo francese. Le poche cose esatte che vi son dette - ad esempio : le os~ervazioni sul principio di popolazione - sono annegate in un mare di spropositi, che talora assumono il ca• rattere di calunnie contro il socialismo e i socialisti. Il gravissimo giudizio vogliamo giustificarlo con poche indicazioni. Presenta Spencer come un eminente socialista inglese e Comte come un socialista francese; mette Rouanet tra i socialisti che si preoccupano solo della quistione de11o stomaco ; per esporre il pensiero dei socialisti si serve... di Garofalo ; assicura che i socialisti non danno alcuna importanza all'iutelligenza nella produzione della ricchezza ; confonde sempre socialisti ed anarchici ed ai primi attribuisce con grande disinvoltura i de-

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