Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 17 - 15 marzo 1899

328 'f{.lVISTA POPOLARE D1 POLITlCA LETTERE E SCIENZE SOCIALl per mezzo dei quali essi sperano lavoro pronto ed il più profittevole possibile. Ognuno sa che gli Stati suddetti sono centri manifatturieri e minuari, e che per quanto la richiesta di braccia per comuni lavori manuali non manchi, pure essa non può accomodare le centinaia di migliaia che già vi sono, e tanto meno quelli che verranno. Le costruzioni ferroviarie e le altre opere pubbliche non sono su tanta vasta scala come per lo passato, mentre le braccia grezze aumentano; quindi la terra di adozione iii rende artificialmente poco adatta allo sviluppo delle attiyità del nostro emigrante. Questo in quanto all'elemento agricolo. L'elemento operaio italiano poi, che giunge nell'America del Nord, viene anch' esso dalle sezioni rurali, molto raramente dalle città; quindi è in generale inferiore alle richieste. Come in tutti i grandi centri manifatturieri, la domanda è per operai specializzati, perchè dalla loro specializzazione dipende la celerità e la perfezione del lavoro. Così la massa dei muratori italiaui non trovano lavoro fuori della muratura in pietra rozza, la quale è molto meno rimuneratrice della muratura in mattoni e in pietra da taglio e molto meno ancora del lavoro in gesso. li calzolaio proveniente dalle provincie non ha idea di una cajzoleria a vapore e della maniera di eseguirvi i lavori. E un operaio intelligente; ma non è possibile che sia perfetto senza essere stato prima mediocre. Se egli cerca dunque posizione in una fabbrica e vi è ammesso, gli sono affidati lavori secondari con un salario relativamente meschino. I bisogni della vita sono pressanti; necessariamente quindi non gli resta che accettare o aprire bottega da ciabattino. L' istessa norma, con le opportune variazioni, si applica su per giù agli altri mestieri. A queste condizioni di inferiorità si aggiunga l' ignoranza della lingua e in molti l'analfabetismo con tutte le sue conseguenze morali, e si tirino le somme. L'elemento che l'Italia fornisce ali' emigrazione è ciò non pertanto sobrio, laborioso, pronto al sacrifizio e, quantunque poco adatto, molto adattabile. Negli Stati del Sud e dell' Ovest esistono praterie sterminate e foreste selvagge che giammai videro uomo civile. Vi andrebbe il nostro agricoltore? Chi vuole esercitare agicoltura deve legarsi alla terra; invece molti dei nostri contadini mirano al mare sospirando il ritorno in patria. L'ignoranza favorisce la nostalgia, e questa previene !'attività e lo sviluppo del benessere. La densità della popolazione della maggior parte degli Stati è bassissi111a, ed essi sarebbero ben lieti di vedere popolarsi la loro contrada di elemento civile, e più lieti ancora se all'elemento negro p0tessero sostituire il bianco. La prospettiva per i volenterosi di colonizzare è lusinghiera. In molti punti il solo sboscamento pagherebbe il lavoro ed il costo della franchigia, restando la terra un extra premio. Molti Tedeschi e moltissimi Irlandesi innoltratisi nell' Ovest, hanno cosi costituita la loro fortuna. Dalla lettura dei documenti sulla immigrazione negli Stati Uniti mi sono convinto che quel progetto di legge non fu inspirato da nessuna considerazione preconcetta contro l'elemento italiano. In quei documenti si descrive l'emigrazione giudaica russo-germanica come pericolosa per la Confederazione. Dingley dice: « Non è facile esagerare lo squallore e la miseria di questi emigranti russi, isolati dal resto, perchè troppo bassi di fronte agli emigranti di altre razze, ed è impossibile guardare in quelle facce emaciate dalla fame, senza essere mossi a compassione. » li Console degli Stati Uniti a Glascow, dove la massima parte dell' emigrazione giudaica fa sosta in attesa dei vapori transoceanici, cosi scriveva nella sua relaxione: « Forse non vi è porto di imbarcazione per emigranti verso gli Stati Uniti, il quale abbisogni di investigazione più accurata, che questo ». L' emigrazione giudaica è composta in gran parte di gente senza mestiere e degradata dalla miseria ~ dalle feroci persecuzioni. Essa rappresenta un gran numero di peddlers, o venditori ambulanti e molte famiglie mendiche, che possono diventare un peso per lo stato che le accoglierà. Questa popolazione si ferma a preferenza nelle città e da una parte rovina il piccolo commercio, dall'altra dà un grande contingente alla criminalità. Perciò il commissario per l'immigrazione ammoniva che è giunto il tempo di mettere da parte le ragioni umanitarie, per cui queste vittime della persecuzione europea sono state fin'ora accettate nell'Unione, e badare più seriamente alla conservazione propria. L'arma principale di cui il bili si serviva per arrestare questa specie di immigrazione consisteva nello sbarrare l'entrata agli analfabeti. Ora, presentando la nostra emigrazione un numero rilevante di illetterati, anch' essa sarebbe stata colpita. È confortabile però che una tale condizione di cose diminuirà notevolmente negli anni avvenire, e quando le misure proibitive saranno adottate, i nostri emigranti non verranno cosi direttamente colpiti, come sarebbe accaduto al tempo di Cleveland. In ogni modo, se anche restrizione avverrà, il male che essa necessariamente produrrà, in certo qual modo sarà compensato dal vantaggio che la nostra emigrazione, per forza di cose, migliore di quello che è oggi, sarà più apprezzata e contribuirà ad aumentare la nostra stima all'estero. Parecchi anni fa mi occorse di leggere il resoconto di un discorso pronunziato da Nitti ali' inaugurazione della Scuola di Agricoltura in Portici. In quello egli fa. ceva un acuto esame della nostra emigrazione in America. Io divido in massima molte delle sue vedute, ma non saprei accettare alcune di esse, specie in riguardo all'emigrazione verso gli Stati Uniti. Si è detto e ripetuto spessissimo che la potenza degli Anglo-Sassoni, l ostilità degli Irlandesi, la concorrenza dei Tedeschi e Scandinavi, il precedente dei linciaggi siano argomenti sufficienti per ammettere che l'emigrazione nostra non avrà fortuna negli Stati del Nord, o, per lo meno, minore che nelle Repubbliche del Sud, essendo queste di origine latina, più adatte per clima ed a preferenza popolate da gente di minore attività fisica e intellettuale di noi. In ciò io vedo delle esagerazioni. Nell'America del Nord la razza anglo-sassone controlla la ricchezza del paese e i poteri dello Stato; ma ciò non ha impedito il pacifico sviluppo di altre razze. Anzi tutti gli elementi, che con essa sono venuti a contratto, sono stati da essa assimilati e fusi come elemento americano, eccezion fatta dei Chinesi. Prima che gli Ita• liani avessero presa la volta degli Stati Uniti, fornendo attività grezza all'intrapresa americana, .il loro posto e1a tenuto dai Tedeschi, dai Francesi del Canada, dagli Irlandesi. Da una parte questi cominciarono col tempo a specializzare il loro mestiere, l'intrapresa dall'altra aumentò, e l' Italiano fu necessario e quindi accettato. Se la domanda minaccia di diventare superiore ali' occupazione, che l'intrapresa offre all'attività grezza, non vi è in ciò nessuna ragione a preoccuparsene. Non de,·e dimenticarsi che gli Italiani, i quali offrono la loro grezza attività in lavoro alla giornata, sono i contadini che disertano le campagne del Napoletano e della Sicilia a preferenza. Non mancherà loro una posizione se essi, invece che al lavoro alla giornata, si dedicheranno ali' agricoltura; e l' elemento che sta alla somn;a della cosa pubblica li proteggerà. E dovrà farlo per doppia ragione. Prima, perchè nuova ricchezza sarà prodotta al paese per mano dei nuovi coloni; secondo, perchè legandosi alla terra, essi saranno legati alla famiglia americana, e se non essi, certamente i loro figli. « L'attaccamento dell'Italiano al paese d'origine è profondo e leale (dice il rapporto a cui più innanzi ho accennato), la sua adattabilità è grande; se egli giunge a perdere i legami con la madre patria, li acquisterà con la terra di adozione. La varieta di elemento rafforza la raz~a1 e siccome l'elemento latino contribuì non poco o I)

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==