Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 17 - 15 marzo 1899

\ I RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 327 zatto tentare di persuader i contradditori cogli esempi della storia anche contemporanea, e di richiamarli alla ragione nell'interesse medesimo delle classi dirigenti;-po• terono il Costa, il Ferri, il Bisso\ati ricordare che quanto più accanita sara la persecuzione e la ceci1a contro ciò che è fatale e ineluttabile per legge di progresso e di scienza, tanto più minaccioso ed espiatorio sara il dì del giudizio e del risveglio; - potè il G1ttorno porre l'aut aut del ritorno ai tempi, che s'eran creduti archiviati nelle memorie delle ardimentose riscosse; - potè il Vendemini parlare di Costituente e di Patto nazionale, come estrema risorsa contro la sopraffazione dilagante; - potè, infine, il Bovio, rammentare al Parlamento la spada di Garibaldi e i « Doveri dell'Uomo » di Giuseppe Mazzini... .. ma con qual pro ? Tutto fu inutile contro la tendenza che si voleva proclamare, e che era nell'aria da mesi e mesi. E la « tendenza », sventolata trionfalmente dal Prinetti, fu votata quasi con impaziente frenesia da ben 310 legislatori contro pochi e racimolati 93. • ,. ,. La « tendenza » dunque, è passata e fara la sua strada, fino al compimento della parabola. Quale la conclusione? Noi non diremo che il popolo italiano sia peggiore del Parlamento che egli stesso vuol darsi. Il popolo italiano - a parer nostro - è migliore ass1i della fama che gli eventi sembrano volergli creare. Gli altri popoli, come l'anglo-sassone, come il francese, come il tedesco, sono arrivati alla presente loro maturita politica, dopo aver lottato per secoli onde costituirsi a indipendenza, onde darsi una personalità nazionale: e sono nazioni indipendenti da secoli. Il popolo italiano, invece, è risorto egli pure dopo una lotta epica, romantica, quasi favolosa di cinquant'anni: ma dietro a lui stavan tre secoli di oppressione, di servitù, di intorpidimento di coscienza e di intelletto nazionale. O ;correva, quindi, che, nel giorno della grande miracolosa risurrezione, il popolo italiano avesse potuto pensare a tutto ciò, provvedendo per una rotta ben diversa, e quale invano il suo redentore - che a Staglieno attende e spera ancora - affannosamente gli addita va. Al contrario, quasi infatuato, o fors'anco esausto del supremo e sovrumano sforzo compiuto, prese ... un dirizzone. E n'è avvenuto quel che doveva avvenire. Ora non è in trenta o quarant'anni che si può rimet• tere in sesto una spina dorsale deviata: a meno di ricorrere a rimedi sovrani, riprincipiando daccapo. E pensare che ci credevamo tanto avanti! Pensare che, ancora due anni sono, i partiti popolari cozzavano tra di loro come tanti milionari annoiati. E ora? Ora i nostri deputati più estremi, per fare qualche cosa, sono costretti a richiamare il Governo... al rispetto dello Statuto. Il che è quanto dire che tutto è da rifart>, a cominciare - come ammoniva Mazzini -- dal cominciamento. Sarebbe tempo. FELICE ALBANI L'EMIGRAZIONE ITALIANEAGLSTI ATUINITI In vista della prossima discussione della legge sull'emigrazione, di cui la relazione è stata già presentata alla Camera dal nostro amico Edoardo Pantano, pubblichiamo questi due articoli che ci mandJllo da New Yorck due nostri egregi collaboratori, perchè, senza saper l'uno dall'altro, da punti di vista e con sentimenti diversi, si completano nello studio del problema del!' Emigrazione italiana negli Stati Uniti. St>per molti paesi d'Europa l'emigrazione è un fenomeno necessario, per noi, non è ardito il dirlo, rappresenta un grande fattore di movimento nazionale. Le relazioni fra vecchio e nuovo mondo aumentano senza cessa: maggiormente i vincoli si stringono, più il problema dell'emigrazione diventa complesso dal punto di vista politico, economico e sociale. Un problema siffatto, interessando ugualmente lo stato da cui il movimento parte e quello a cui t:sso fa capo, dev'essere studiato e sciolto dall'armonia delle parti interessate. Senza ripetere cifre· statistiche, pur troppo note, mi limito ad un esame pratico ed obbiettivo, prendendo in considerazione speciale la nostra emigrazione negli Stati Uniti d'America. Quivi il nostro elemento non rappresenta se non forse la sessantesima parte della popolazione totale _dellacontrada: non è il più progredito, nè il meno. E in massima parte un elemento grezzo che ha valore economico inestimabile per le contrade nuove, capaci di sviluppo rapido, come l'America. Il mio giudizio sulla nostra emigrazione potrebbe forse esser inteso in senso partigiano, perchè è sentimento italiano che parla, cedo quindi il posto ad uno dei commiss1ri del Bureau of lmmigration, dal cui rapporto prendo i brani Sèguenti: ( 1) (1) Mùcella11eous 'Doc11111e1o1ftstl,e House of Represwlat-ive, for t/Jejirsl Sessio11of t/,e 52<l Co11gress. - (1891-92) << Sono famiglie, più che individui, in cerca di ventura: facce brune, mani callose, vigorose fattezze; se illette_rati, non stupidi, e se poveri, non accattoni. » « E genio di un popolo le cui istituzioni sono germe di moderni ordinamenti. « La razza latina (si intende parlare dell'elemento italiano, che oggi è quello di essa maggiormente rappresentato negli Stati Uniti) possiede qualità intellettuali ed industriali che si dimostreranno non senza valore nella fusione con l' Ameriean stock. » « Centinaia di Italiani mettono piede in New York senza una sola lira in tasca; tanto maggiore è il credito, che essi meritano, se giungono ad assicurarsi i mezzi di sussistenza. » Ho voluto riportare queste brevi citazioni c?me risposta a non pochi articolisti che giudicano con parole enfatiche di fatti e cose che non hanno mai viste. Quando l'ultima amministrazione di Cleveland era ne' suoi ultimi giorni di vita, fu proposto un bill proibitivo dell'immigrazione. Il Congresso l'approvò, Cleveland vi appose il veto e si dimostrò cosi un uomo liberale di fronte al protezionismo della maggioranza repubblicana. A quell'epoca l'emigrazione europea che più sarebbe stata colpita sarebbe stata la giudaica russo-germanica, l'italiana e la portoghese. Qutl bili ncn fu e forse per molti anni non sara legge; ma esso rappresenta per noi un monito, se non una minaccia, finchè persisterà l' attuale condizione di cose. Gli Stati del Nord-Est sono quelli che raccolgo~10 il massimo contingente della nostra emigrazione, perchè fin dai primi anni ivi essa fu attratta dalla straordinaria facilità di lavoro. Invero le immense rtti ferroviarie, i grandi opifici e le innumerevoli opere pubbliche compite allora richiedevano molte braccia per lavori di pura manualita. Quelli che oggi giungono si fermano ancora nel Nord-Est, perchè ivi è il loro congiunto o l'amico,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==