'R...I1'1STA 'POPOLAREDI POLI1 ICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 339 a quelle che ebbero luogo allora in Inghilterra per opera di uomini operosi ed intelligenti c~pitanati da Cobden, Bright, Villiers per le riforme economiche, poi, per _le• riforme politiche, da Gladstone e del suo partito, i quali tutti insieme resero l'Inghilterra il paese più libero del mondo. L'Inghilterra e l'Italia hanno diversi punti di rassomiglianza, non tanto per l'indole ddle rispettive razze quanto per le condizioni geografiche, le tradizioni marinare, colonizzatrici P. commerciali. - Un mezzo secolo fa l'Inghilterra si trovava in condizioni molto simili a quelle in cui si trova oggigiorno l'Italia. Disordini a Mancheskr e altrove, agitazioni di indole economica che, principalmente dirette da questo centro inJustriale, si ripercossero per tutto il Regno Unito. « Ciò che il Lancashire pensa oggi, « l'Inghilterra penserà domani », era un proverbio che illustrava a meraviglia l'azione del centro manifatturiero e progressista di Manchester capoluogo del Lancashire. - L'Italia ha oggi assolutamente bisogno di riforme economiche. Di riforme e cambiamenti politici ve ne sono stati a sufficienza negli ultimi 50 anni (1): della politica, specialmente della personale, se ne fece già troppa. Per far ciò « non occorrono nè « rivoluzioni, nè barricate le quali ormai costituiscono un « metodo antiquato e solo degno di popoli ignoranti e poco « civili ». Oggigiorno le riforme si possono fare solamente (2) coll'applicazione dell'intelligenza, fondandosi su dati scientifici moderni, senza bisogno di oltrepassare i limiti della legalità. L'Italia non deve aspettare la sua salvezza nè dalla piazza nè dalla reazione, ma dal buon senso e dall'intelligenza collettiva del popolo. Credo che vi sieno ben pochi in Italia che non sieno convinti della necessità delle riforme economiche che non potrebbero portare se non che maggiori vantaggi a quelle stesse classi che possono credere di venir lese nei loro interessi. Bisognerebbe concretare un piano d'azione intelligente e soprattutto pratico senza proposte utopistiche od esagerate. Ci vogliono pochi uomini intelligenti e risoluti che si mettano alla testa di questo movimento, col motto stesso che presero Cc,bden, Bright e Gladstone : pace, raccoglimento e riforme ; e bisogna che si smettano quelle gare meschine e personali che sinora non fecero nessun bene al paese. ('l{ivisla l11temazio11ale, 5 marzo). Leone Tolstoi: La fame in Russia nel 1898. Vi è stata o non vi è stata quest'anno la fame in Russia? D'onde viene questa miseria del popolo che si ripete cosi spesso? E come lare perchè non si riproduca e non esiga dei provvedimenti speciali? Le statistiche mostrano: 1° che in generale i Russi mangiano il 30 °lo meno di quello che esigerebbe un uomo normale; 2• che i giovani della Terra Nera (Tchernozen) hanno una costituzione che soddisfa sempre di meno, negli ultimi 20 anni, alle esigenze del servizio militare; 3° infine, che l'accrescimento della popolazione delle regioni agricole che in questi ultimi anni è andato sempre diminuendo, ora è caduto addirittura a zero. Ma, senza studiare le statistiche, basta paragonare questi contadini delle regioni medie, magri fino all'osso e dalle tinte malsane, con quel1i stessi contadini diventati portinai o cocchieri ben nutriti nelle grandi città, per vedere a che punto le forze dd contadino sono minate da una nutrizione insufficiente. Se per fame intendiamo quella insufficenza di nutrimento che ha per conseguenza immediata la malattia o la morte, come in India, si può dire che una tale fame non v'è in Russia ; ma se per fame intendiamo un difetto di nutrimento che permette agli uomini di vivere, ma di vivere miserabilmente, morendo prima del tempo o acquistando delle infermità, non riproducendosi o degenerando, allora si può dire che una tale fame esiste in Russia da 20 anni, e che quest'anno è anche più acuta che nel passato. Le cause di ciò sono morali e materiali. I nostri contadini sentono che la loro situazione è cattiva, quasi senza uscita, e vi si accomodano, cessano di lottare, e non vivono e non agiscono che giusto quanto sono spinti dall'istinto di conservazione. L'indifferenza completa riguardo ai loro interessi spirituali, l'inerzia e il rifiuto di modificare le loro abitudini e la loro situazione, l'avversione pel lavoro da campi, la disaffezione dalla famiglia sono i segni principali di questo scoraggiamento. Per aiutare i contadini occorre elevare il loro coraggio, ed eliminare tutto ciò che lo riduce. E ciò che lo riduce è che quelli che li governano non riconoscono loro nessun:i dignità umana e sempre ( 1) Pur dissentendo in molti punti coll' A., diamo, coerentemente dd rtsto a11'indole di questa rubrica della 'R._ivisla delle Riviste, il sunto di quest'articolo, perchè in complesso vi si dicono molte cose che meritano l'attenzione dei lettori. N. d. R. (2) È bene notare che l'A. scrive da Manchester. N. d. R. li offendono o li umiliano. Per raggiungere questo fine bisognerebbe accordar loro la libertà di coscienza, di imparare, di leggere, di muoversi, e sopn,ttutto sopprimere quella tortura selvaggia che è la punizione corporale, per la quale, in Russia, degli uomini nel vigor dell'età sono flJgellati unicam< nte perchè contddini. Però io sono convinto che se ai contadini russi si dessero tutti i beni materiali e si lasciasse loro il medesimo clero, la medesima scuola, la stessa armata di funzionari ecc., essi spenderebbero tutto in vent'anni, e poi sarebbero poveri come prima. Libernndo invece i contadini russi da tutte le pastoie che li legano essi potrebbero in vent'anni acqui~tare tutti i beni materiali che ora loro si donerlbbe. « Solo una « rigenerazione del popolo (e sotto nome di popolo intendo « non solo i contadini, ma tutto il popolo, gli operai come « i ricchi) può rimediare alla calamità presente come ad ogni « altra calamità generale; e questa rigenerazione non può pro- « dursi che in un modo : grazie all'unione sempre più fraterna « degli uomini tra loro. ,, (Revue Socialiste, 1 5 febbraio). FedericoPassy : La vera soluzione della questione semitica. La Francia non ha il monopolio dell'antisemitismo. In Prussia si è fatto strada grazie alla predicazione del pastore Stoecker. In Ungheria ha dato luogo a scene deplorevolissime, specialmente ad un processo in cui si è affermata, con una convinzione da selvaggi, l'assurda credenza delle stragi di fanciulli cristiani nelle Pasque ebraiche. In Austria si è visto Vienna con un municipio anti-semita. La Russia è famosa per le persecuzioni degli ebrei, persecuzioni che hanno avute cosi gravi conseguenze economiche per quella nazione; e la Rumenia non ne è esente. L'A. ritiene che per lottare vittoriosamente contro gli ebrei occorra - come suggerì il ministro belga Carp il 29 giugno 1875 alla C:imera - " essere lavoratori, sobri, « economi, come gli ebrei, perchè nella concorrenza del lavoro « è la soluzione della questione semitica. » (Joumal des Eco110111isles, 15 febbraio). Cuba avanti e dopo la guerra. L'amministrazione dell'isola di Cub~ dal principio del giogo spagnolo non è stata altro che un'assolut:i tiranni:i militare. La libertà non era che derisione. Non solo un'opinione espressa, ma soltanto un pensiero discorde da quello del governo era punito colla prigione, l'esilio o la morte. Una legge del 1881 contro la stampa ha dlto modo di sospendere uno dopo l'altro tutti i giornali di opposizione. Le tasse erano assorbenti, opprimenti. I benefici annui poi che gl'impiegati potevano trJrre oltre che dalla concussione, si sono calcolati a 60 milioni. Gli americani hanno già insegnato ai Cubani ciò che possono ottenere dalle istituzioni di un popolo libero. Oltre la soppressione delle imposte arbitrarie gli Americani hanno abbassato del 40 O[O i dritti di dogana a Cuba, e le entrate, contrariamente alle previsioni della gente di vista corta, sono salite dal 20 al 25 olo. Le transazioni immobiliari in luogo di esser gravate del 10 010 ad valorem pagano ora solt:into, come in America, un dollaro e mezzo di diritto fisso. Così pei diritti di successione. È stato anche abolito il diritto cosiddetto di cedola che era un passaporto obbligatorio di circolazione che costava 500 franchi .... (Rwue Brilla11ique - Correspondence d'Amerique - Febbraio). Prof. A11dreaTorre: Cattoliclsmo e Americanismo. La lettera diretta da Leone Xlll al cardinale Gibbons, pubblicata nell' Osserv1tore 'R..omano del 22 Febbraio, è un documento di grande valore pel significato che ha, sia pei cattolici che s'illudano di rimaner cattolici accomodandosi ai progressi della civiltà, sia pei liberali che so~n,1no un accordo col Vaticano senza sacrificar nulla della civiltà e della libertà dello spirito. In che consiste l'americanismo contro cui è diretta la lettera del Papa ? Leone XIII ha cura di dircelo. L'americanismo censiste in ciò: che la Chiesa al fine di trarre più facilmente alla dottrina cattolica coloro che ne dissentono si acconci alla civiltà del secolo progredito e allenti l'antica severità, accondiscendendo alle recenti teorie e alle esigenze dei popoli. Ora, dice Leone Xlii, finchè si tratti della « disciplina del vivere » non vi è rJgione per respingere l'Americanismo, ma quando si tratti delle dottrine che costituiscono il « deposito della fede » l'Americanismo « deve esser ripudiato e condannato » da chiunque « voglia aver nome di cattolico ». E Monsignor Giovanni Ireland che era ritenuto il principale fautore dd1' Americanismo « ha già visto la luce farsi nel suo spirito » dopo la lettera del Papa, ed ha « già condannato e ripudiato - sono sue parole - le opinioni false e dannose » a cui si dà il nome di Americ:inismo, e « tutto l'episcopato degli Stati Uniti, in suo nome, e in nome del suo grregge è pronto a ripudiare e condannare questi errori ». La Chie;a cattolica non
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