Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 17 - 15 marzo 1899

RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl 335 Convenzioni, e, la sola cosa pos_itiv~ che si è fatta, ~ stata quella di applicare_ p_rovv1sonamente alle . attuai! Casse Statuti che contnbu1vano ad accelerare 1I loro fallim~nto ». Tantae molis erat .... :/\: Per rispondere a tassative disposizioni della legge 15 Agosto 1897 dal Ministro Pavoncelli ne\ Febbraio. 1898_ veniva presentato un terzo progetto d1 Provi:ed~menti per gli Istituti di Previdenza del personaleferrov_iano, nel quale, per la Co~missione _della Camera, pr~s1eduta ~a Carmine ha rifento s:il fimre del decorso Gmgno, gmstificand~ sostanziali modificazioni, l'on. Saporito. Il progetto è staro nell'ultima stssione ripreso allo stato di Relazion~. Per l'Ordinamento dei nuovi Istituti di Previdenza, reso necessario dalla Chiusura delle Casse esistenti al 3 r Decembre 1896 la Commissione Parlamentare accoglie le proposte del' Governo sull'am:nonta_re dei co_ntrib?ti ed a malincuore, e solo in massima, 11 Conto ind1v1dunle. Dimostra il Relatore che a torto si attribuiscono al principio della mutualità le condiz_io~i d!sastrose. degli _Istituti esistenti. AI postutto, quei _ns~h.1 che ~1 vogliono evitare col conto stretta.nente mdi vrduale s1 tradurrebbero i~ malcontento ed in reclami provocati da un trattamento di quiescenza assolutament~ inaùequat<;>~Ilo scopo. E poichè il Governo sembra. riconosca gh mconvenienti del sistema da lui caldeggiato, quando cerca sanarli colla istituzione di un conto collettivo che impingui, o renda meno esigui, gli ass_egni del_ conto individuale, propone la Co~m!ssione, sr acc_ord1alla mutuali-: tà, p:ù largo campo d az1~me, s1 c~e !l tr~ttam~nto d1 pensione nei nuovi Istituti meno s1 discosti dall attuale, che pure, nella pluralità. d_ei casi è tutt'al~ro. che lauto. A noi riesce inconcep1b1le come Comm1ss1ooe e Relatore, dopo avere ricoo?sciut<;>_che io que_sto. g:enere _di Istituti « le tsio-enze d1 serv1z10 e le rag10n1 di umamtà si impongono ."' esc)udano dai part_ecipare a! bene~ci della mutualità gli agenti collocati a riposo, prima d1 avere raggiunti i quindici anni di partecipazione, per invalidità causata dal servizio. Se il dubbio solo non riuscisse oltraggioso, si dovrebbe dire che il silenzio del progetto governativo sulla età in cui l'Agente avrà diritto di. partec;pare ai benefici dell'Istituto, domandando la quiescenza, altro non sia che una amplificazione della facoltà che le Società esercenti si sono riservate negli Statuti provvisori, di liberarsi del personale per ragioni amministrative. Si comprende che le compagnie amino d'aver;e )e mani libere, non si comprende che tanta_ l(bertà d az10ne venga consentita dal Governo a pregmd1z10 della massa, a detrimento di un servizio pubblico di tanta importanza. Ed opportunamente stabilisce la. Commissioo~ che_il collocamento a riposo d~gh Agent! non possa, m vra normale, avvenire, se essi non abbiano compiuto un . prefissato periodo di servizio e raggiunta una determr~at~ età. Le considerazioni del Relawre per fissare questi limiti in quanto si riferis_ce ~I personal_e dei servizi_attivi non sono per rioi esaurienti: ammemamo tuttavia che a parecchie categorie di Agenti la vita possa essere resa men dura nell'avvenire da leggi sociali che menomino i privilegi del capitale, in ~o:1fronto alla mano d'opera. Meritamente la Comm1ss10oe parlamentare confina al limbo la proposta del progetto ministeriale, per la quale l'agente collocato_ a riposo avrebbe d?vut? rit!rare 1! capitale o intendersi con una Compagma d1 ass1curaz1one per l'a 0 segno vitalizio. È un colmo. di irresponsabilità di cui il Ministero va certamente debitore alla grossa burocrazi~, ed i! Relatore, con molta opportunità, mette in evidenza il nobile esempio della Compagnia d'Orleans e della Paris-Lyon-Mediterranée le quali nel 1890 con cospicui assegni hanno voluto assicurare un trattamento di pensione ad oltre 27,000 operai a paga giornaliera. Il progetto ministeriale, che riconosce negli ioscritt! negli attuali Istituti il diritto ad una rappresentanza nei Comitati Amministrativi, di tale rappresentanza non fa cenno per gli Istituti nuovi, e rimanda agli Statuti definitivi le norme per la formazione dei Comitati, e per la determinazione delle loro attribuzioni e dei limiti delle loro responsabilità. La commissione non ricerca le ragioni della disparità di trattamento : stabilisce per altro che il personale abbia ad essere oell' Amministrazione deo-li Istituti rappresentato da persone scelte dal Ministe~o dei LL. PP. fra i compartecipanti nella misura non maggiore di un quarto del numero totale dei mem• bri chiamati a comporre i singoli Comitati. Noi non comprendiamo il massim~ senz~ il minimo: i criteri da~ quali potrà essere guidato 11 Governo nella scelta fra 1 compartecipanti ci lasciano scettici sulla portata pra!ica della proposta modificazione ; oè vale a rassicurarci la promessa vigilanza dei Delegati governativi. Nei Provvedimenti per il funzionamento delle Cass_e~tluali la più seria divergenza fra Governo e Comm1ss10ne si manifesta nell'applicazione del 20 °lo degli aumenti di prodotto lordo ultrainiziale. Il progetto Ministeriale si direbbe assolva a priori le Compagnie da ogni responsabilità nei disavanzi, quando assegna tale provt:nto alla loro estinzione e non cerca di conoscere se ed io quale misura i disavanzi stessi vadano attribuiti ad incuria o a colpa dei Concessionari. Il Relatore da uno studio storico, giuridico e sopratutto morale, dell'argomento è indotto ad esprimere il convincimento, diviso dalla Commissione, che allo Stato incomba il pagamento del Jisavanzo a tutto Ghigno 1885, cogli interessi composti relativi, e che dei disavanzi derivati dalle gestioni dal r Luglio 85 in avanti, per insufficienza di contributi e per altre cause, precipua tra esse gli Statuti provvisori, nella preparazione dei quali « le società non ebbero di mira l'esenzione rigorosa dei Capitolati, ma i propri interessi » debbano essere tenute responsabili le Compagnie. Epperò non può ammettere nè ammette che il denaro dello Stato vada, sia pure in parte, a sollievo dei privati esercenti. Lo studio ci sembra completo, logiche le deduzioni Senza restrizioni e riserve non possiamo accogliere i criteri dai quali la Commissione è stata guidata a dare il proprio assenso alle proposte governative per un'eventuale aumento di contributi a carico dei partecipanti. Nel costo delle pensioni per gli Istituti esistenti, sta· biliti da apposite commissioni tecniche, su dati statistici, tutt'altro che completi, forniti dalla Società e riflettenti il periodo r 8k6- 1895, nessun conto si è tenuto di due fatti anormali che non possono essere senza influenza : le ammissioni eccezionali, favorite dal Governo prima del 1885 ; le quiescenze provocate dalle Società concessionarie dal 1885 ad o~gi. I Comitati amministrativi, autonomi, lo avverta I on. Saporito, se pure talvolta hanno azzardato simile eccezioni o rimostranze, han finito per accogliere sempre le proposte che lor venivano prensentate dai Consigli d'Amministrazione dell'Esercente, e poichè è spera bile che l'errore di ieri non si rinnovi domani, nei computi nuovi da istituirsi nella base degli Statuti definitivi, sarà opportuno che nell'apprezzamento del risultato finale, (costo di pensione) si tengano nel debito conto le cennate anormalità. Per gli inscritti attuali, come pei nuovi, a proposta della Commissione l'età e la durata di servizio per la quiescenza vengono aumentate io confronto ai vecchi Statuti. Nessuno dei calcoli riportati nella Relazione Sa• porito ci fa conoscere l' inflt!enza benefica di questo aggravamento di condizioni sui bilanci tecnici - nessuno per conseguenza ci dice quale sia il maggiore contributo cui sono indirettamente obbligati i parttcipanti, per effetto di una disposizione che le Commissioni di studio han considerata vigente. In difetto di questo elemento, che diremo contributo io natura, non è possibile

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