Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 17 - 15 marzo 1899

334 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI giore nella colonia italiana che vi ricorre sempre più per istruzioni e per ~occorsi relativamente a tutto ciò che è richiesto dal 'Board of SpecialInquiry per lo sbarco degli emigranti in armonia con le leggi restrittive americane. Infine il lavoro dell'Ufficio per il Protettorato degli emigranti italiani è stato altamente apprezzato dalle autorità americane, ed è valso a diminuire nel governo di Washington la disistima di tutto ciò eh' è italiano. Occorre pertanto aumentare i mezzi a un istituto così benefico ed imporre che tutti gli emigranti diretti agli Stati Uniti sbarchino per il loro meglio, a New York, per essere poi internati col soccorso di consigli e di protezione dell'Ufficio italiano. Quello che è necessario, avanti tutto, è la creazione di un ufficio del lavoro per gli italiani, dipendente dal- !' Ufficio per il Protettorato degli Emigranti Italiani. li Dr. Rossi, nel suo rapporto che abbiamo ora riassunto, ora spigolato, accenna due volte alla necessità di un Labor Burean. « Un ufficio di collocamento -· dice a pag. 11 - con mezzi diretti a facilitare anche il trasporto dei nostri emigranti all'ovest del Missisipi, potrebbe certamente molto contribuire a dare alla nostra emigrazione un migliore indirizzo • . Tutti intendono che « contribuire a dare alla nostra emigrazione un migliore indirizzo • significa fare opera d'umanilà verso gli emigranti e rendere un servigio morale a_ll'Itali_a_diminuendo l'affliggente spettacolo del paupensmo 1tahano. P?i, a pag. 2:4-, d?po aver. parlat? del Padroni-system, degh aIbergaton, dei capoccia e dei soprastanti dei favori, dei banchieri, etc. il Dr. Rossi dice così : « All'allontanamento di questa specie di mali così rovinosi per la nostra emigrazione, molto potrà' contribuire il_ pr?getto di legge che_sta o_ra dinanzi al parlamento italiano, con la fondazione, m questa città, di un ufficio di lavoro, o labor bureau italiano. E l'opera sarebbe completa se si potesse qui aprire una succursale d'un grande istituto italiano di credito per la raccolta dei depositi dei nostri emigranti .... » Dalle colonne della ospitale 'l(ivista 'Popolare, io rivolgo una calda preghiera ai buoni amici che conto tra i deputati dell'Estrema Sinistra: ch'essi cioè si uniscano per chiedere al governo l'istituzione di Uffi'ci di Protettorato per i nostri emigranti al Brasile e all'Argentina· e che intanto, per il buon nome d'Italia, all'Ufficio di Protettorato di New York si annetta un ufficio del lavoro e un servizio di cassa di risparmio. La spesa sarà quasi imsignificante ma il vantaggio significantissimo. E parlando di uffici del lavoro sento il desiderio di mandare un augurio di vittoria a chi se n'è fatto autorevole propugnatore nel Parlamento Italiano. E !'on. Pantano intenderà la forza del mio augurio se, per avven• tura, rammenta che, proprio per sug<Terimento suo io mi occupai tre anni fa, di questo s~ggetto nell' e~cellente Rinnovamento ch'egli dirigeva in quel tempo. New York, febbraio '99. B. SALEMI. IlriordidneogIlsi titudtiPrevidenza ferroviarii Le insistenze prime per un migliore assetto degli Istituti di Previdenza ferroviarii, risalgono al 1874: l'allarme dell'Ing. Ciotti, circa la Cassa Pensioni dell'Alta Italia, non fu ascoltato. Due anni più tardi, il Presidente del Comitato Amministrativo di detta Cassa, degnava di risposte, vaghe o vane, una critica severa che della Istituzione aveva fatto Marco Besso - e, coincidenza strana, proprio allora che il competente amministratore affermava improvvide ed illopporluue le modificazioni domandate dal B, sso, il Barone: di Rotschild persuadeva il Governo italiano ad impegnarsi colla Convenzione di Basilea, a mettere in equilibrio le Casse di Previdenza A. ]., le quali presentavano un leggero deficit. . Dell'impegno assunto i ministri italiani non si preoccuparono più che tanto, e senza smdii, senza riserve in proposito, senza il menomo accenno a possibili disavan1.i negli Istituti di Pensione, riscattarono nel 1880 le E.omane, così come avevano riscattato nel 1868 le Calabro Sicule. Gli studi i, appoggiati ad un bilancio tecnico, pei quali l'Ing. Castigliano, nel 1882, perveniva a conclusioni poco disfarmi da quelle del Ciotti e del Besso impedivano che l'argomento fosse totalmente trascurato nei Capitolati per le Convenzioni ferroviarie dell'Aprile 1885. Ma, come sempre in questo povero paese, i cui governanti stan paghi di vivere alla giornata, non si è avuto il coraggio di affrontare l'intero problema, deliberati a risolverlo. Venne fatto obbligo ai concessionarii di dar opera al riordino delle Casse, di concordare coi Comitati amministrativi di esse i provvedimenti che le mettessero in grado di corrispondere agli scopi pei quali sono istituite - si stabilì che lo Stato avrebbe devoluta una quota dello sperato prodotto lordo ultrainiziale a colmare le deficienze dei versamenti anteriori - furono aumentate le quote di contributo. Si disse insomma, perchè era impossibile tacerlo, un disavanzo e' è; ma nulla si fece per determinarne l'entità, per impedire che aumentasse a dismisura. L'opera di riordino imposta dalle Convenzioni ha proceduto con desolante lentezza, sicchè solo sul finire del 1889 le compagnie esercenti presentavano nuovi Statuti e chiedevano al Governo l'autorizzazione di applicarli.E la autorizzazione per una provvisoria applicazione, spinte o sponte venne accordata personalmente dal Ministro dei LL. PP., contro il parere dei Ministri del Tesoro e della Agricoltura e della stessa Commissione Ministeriale incaricata degli studii tecnici sull'argomento. Gli Statuti provvisorii in onta alle promesse di miglior tratta mento di pensione, suscitavano le diffidenze del personale, in quanto sancivano la facoltà nelle Compagnie di collocare in quiescenza gli Agenti per ragioni amministrative, limitavano, o sembrò volessero limitare, il diritto dei partecipanti ad optare pei vecchi Statuti, e sopratutto perchè fornivano la precisa dimostrazione che la questione del disavanzo, dopo cinque anni di studii, non aveva progredito di un passo verso la soluzione. Le Associazioni dei ferrovieri a difesa di diritti ad essi riconosciuti dalle leggi comuni e da quelle speciali in materia, erano al loro inizio; il disavanzo degli Istituti di Previdenza formò tuttavia oggetto di animate e ripetute discussioni tra gli intetessati, finchè nel 1893, ad organizzazioni consolidate, la grande maggioranza dei ferrovieri nei Comizi, nei giornali, nelle aule di Temi richiese ad alta voce il sollecito adempimento delle promesse fatte dai poteri dello Stato colla Legge del 1885. Da parte del Governo e delle società concessionarie continuavano intanto gli studi. Parve si approdasse a concrete conclusioni nd 189f, quando il Ministro Perazzi presentò il primo progetto di legge per 'Provvedimenti a favore degli Istituti di Previdenza ferroviarii. Il progetto, modificato dalla Commissione parlamentare, approvato dalla Camera dei Deputati, per la chiusura della Legislatura non potè esserlo dal Senato. Al progetto Perazzi fece seguito la legge r 5 Agosto 1897, che diremo Prinetti - colla quale, fissata la chiusura delle Casse esistenti al 31 Decembre 1896, assegnati alcuni proventi alle Casse, per ritardare la marcia de\ disavanzo, venne rimandata a miglior tempo l'opera vera di riordino degli Istituti. Sul valore pratico degli Istituti provvisorii, dei lunghi studi, del!e disposizioni approvate, l'on. Saporito, che è certamente uomo d'ordine, esprime questo severo giudizio: « cosi durante il lungo periodo di tredici anni, non si è trovato modo di dare esecuzione alla legge sulle I i •

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