RJVIST A 'POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI quillamente a casa a dormire e a riprender forza per la prossima, recita a richiesta ienerale. . . . . . Si recita dappertutto: nei caffè, sui g1ornah, nei ntrovl mondani, al parlamento, al governo. Ognuno vuol sembrare quello che non e, animato da quei se~timenti che non ha, ricco di quelle idee che non possiede. Il gesto dev' esser bello! Se gli astanti potessero veder senza veli tutto l'esser suo, l'uomo pubblico, quand'anche non avesse alcun neo sulla coscienza, ne avrebbe vergogna. Eppure non v'è alcuna lPgge che esiga che si sia grand'uomo ad ogni costo! Quando un cittadino non commette dei delitti, delle infamie, delle indeli~ate~ze, può mostrarsi sinceramente nella sua aurea med1ocntas. Le ricchezze, l'ingegno, il buon gusto, i sentimenti grandiosi non sono cose obbligatorie, come il servizio militare. Ma quando tutto ciò non si possiede, siccome vi è il bisogno effimero che fa credere che tutte queste cose siano assolutamente indispensabili, - altro carattere questo della decadenza - si fa mostra di averle. Si è arrivati ad ornarsi di falsi gioielli! Ora io comprendo l:cnissimo che si porti un'orologio di rame o di accia:o, poichè prima ancora che un oggetto di lusso, !'orologi? è un oggetto utile, 1;11a il portare un diaman~e f~lso è 1\ segno più caratteristico della decadenza. E. d1 diamanti falsi la società contemporanea ne porta a iosa. Tutte le menzogne convenzionali, splendidamente rilevate dal Nordau, uno dei pochi scrittor_i che in m_ezz_oalla _genera_!~ malattia si conservano sam, sono falsi diamanti. Tutti 1 nostri tanto celebrati sistemi di educazione sono dei falsi diamanti un falso diamante e la fa miglia, un falso diamante 1~ stato, un falso diamante l'arte. Tutti questi veri tesori sono stati falsificati, e noi ci contentiamo della loro apparenza. La decadenza insomma è costituita da questo fatto: che ogni azione dell'uomo ~on raggiu~ge ~iù lo sc~po per il quale è stata mes~a 1n opera. S1 scnve un hbro con l'in1endimento di fare un'opera d'arte, e si produce un grot·es o aborto; si contrae un matrimonio per costituirsi pacificamente un ambiente domestico, e l'indomani dai due la ti, si cade inevitabilmente nell'adulterio; si st;bili~ce una legge per impedire le malversazioni, m~ la cassa di lì a pochi giorni si trova vuota; si ha sete d1 vero, di luce, ma si arriva alla metafisica pura. Di chi la colpa di tutto ciò? La decadenza si determina sempre quando le classi dirige~ti non.son? più capaci del compito loro : quando un'anstocraz1a, sia quella dell'ingegno, sia quella della forza, o sia qualunque altra, domina da molto tempo, a poco a poco, per quanto gloricse siano le origini, si addormenta nell'orgoglio e nella mollezza, e perde l'abitudine di pensare. Il vuoto si fa in quelle teste ove non penetra alcuna nuova idea, alcuna nuova nozione. L'organo dell'intelligenza o meglio la sua funzione, si atrofizza gradatamente di ge~erazione in generazione, perchè i matrimoni si contraggono in generale tra perse ne della stessa classe. La casta per un certo tempo resiste. grazie all'intervento dei gladiatori, come al tempo delle romane ~essa line, o dei cocchieri al tempo dtlle nostre, ma nondimeno fimsce per avvenire come una regressione verso il tipo di un'epoca precedente, verrn quei cranii di selvaggi che a dire di H. Spencer contenevano 33 centimHri cubici di materia cere• brale meno del nostro. Ciò è accaduto secondo Edgard Quinet (r) ai Greci del basso impero. L'abitudine del sofisma, trasmessa da padre in figlio, aveva alterato o diminuito in loro la massa del cervello. Le medaglie bizantine, le figure ddle cat~edrali gotiche con le loro teste gracili, strttte, le loro fronti compresse, attestano la decadenza ereditaria d'una razza d'uomini, che per mille anni avevano cessato di pensare. ( 2) (r) Edgard Quinet - L'Esprit 11011vea11 - Paris 1875 (2) Io non sono in ciò interamente dell'opin!onedel Q!1in_et. Un periodo di mille anui mi sembra insufficiente a mod1fiLe classi dirigenti divengono cosi fatalmente le classi retrograde, e l'eredita che semb1·erebbe dover accumulare nei loro discendenti le qualità che hanno dato il potere agli antenati, coi tempi mutati, ha per effetto principale di affrettare la loro irrimediabile rovina, e quella della so• cieta ch'esse avevano fondato. GrAcoMo Lo FORTE IH5 marzo, un nuovoconfratello l'Italia - gi()rnalequotidianorepubblicano- qui nellaCapitale,entrerà in battaglia con noi contro la reazione forsennata dilagante. Un anno fa, le difficoltàd'ordine diverso, per la fondazionedel giornaleerano state moltissime:oggi, in un momento, si può dire in pochi giorni, si sono appianale cl' incanto. Che sia anche questo un elfelto del governo della sciabola? . Al nuovo giornale che sorge con una valorosissima redazione capitanata dall'amico ELtoreSocci, nonchè su solidissimeb~si finanziarieche l' assicurano da tutte le possibili tempeste, al nuovo combattente che baldo e vigorososi appresta a scendere sull'arena dell::ilibera stampa non trnviamo altro augurio migliore da fargli che quello di p~tersi ~al~ var sempre dalle unghie del Fisco. A ques_t1lu_m_1d1 luna però,sarà, pur troppo, come l' auguno d1 vmcere una cinquina al Lotto! Conseguenze sociali Tutte le volte che un commovimento politico o sociale venne a turbare la pace del paese e i quieti sonni dei nostri governanti, noi vedemmo alla repressione violenta e cieca succedere non meno violenta e non meno cieca reazione, la quale tutta si esplicò nello sciogliere circoli associazioni, comitati, cooperative; nell'imprigionare ; nel processare, condannandoli a secoli di reclusione, gli adepti più o meno illustri del part_ito che si volle capro espiatorio degli avvenuti rnalanm. Per non andar molto oltre, ricorderemo quanto è accaduto dopo i moti di Sicilia del 1894 e dopo i !umulti di quest'anno, i quali, però, hanno dato alla reaz10ne un carattere nuovo, un nuovo indirizzo. Mentre le altre volte si lasciarono indisturbati tutti quegli impiegati, dipen• denti dallo stato o dai comuni, i quali, fuori d'ufficio e nei dovuti modi, mai fecero mistero delle loro opinioni politiche e sociali, questa volta si mise la mano anche su costoro, licenziandoli infliggendo sospensioni ammonendoli e diffidandoli. Così è - limitandoci ai casi più recenti e più noti - che, per ragioni politiche, avemmo a Torino due maestri licenziati ed uno sospeso ; a Milano uno licenziato, due sospesi e venti avvertiti riprrsi diffidati (tutto in una volta a maggior gloria della progressione nella pena); a Mantova due sospesi ; a Parma uno sottoprocesso e poi assolto ; sospeso un professore della scuola tecnica di Rieti; licenziato un altro del ginnasio di Alessandria; sospeso un'altro ancora dell'Università di Macerata, e non confermato uno illustre dell'Ateneo pavese. Naturalmente i giornali gravi dell'ordine batterono le mani e fecero una campagna in favore della più illiberale castrazione di pensino: si disse su tutti i toni che il pubblico funzionario, anche fuori d'ufficio, non può e non deve mostrare come la pensi ; se lo fa, viene m, no alla fiducia che la patria ha posto in lui, e non si può non considerarlo un nemico. Ma, per vero, non è abbassando care la forma o il volume di un organo, sufficicntissimo invece a mod ficare la fu11zione,che poi influirà col tempo anche su quelli. La forma anormale delle teste bizantinebisogna invece ricercarla nella decadenza dell'arte di quell'epoca.
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