'R)VISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI « detto Louis Veuillot, uomo intelli~ente, ha intravisto qual- « che cosa ». Due segni dominano I estetica di Mazzini, italiano e rivoluzionario: la sensibilità e lo spirito riformatore. Fin da fanciullo Mazzini dette prove della sua squisita sensibilità. Rivoluzionario più di cuore che di testa, nell'istesso modo fu musicista. Ciò che amò della musica, che tentò sorprendervi, non fu quel che contiene di razionale o di metafisico, ma ciò che esprime di passion~, di umanità, di vita. La musica è spirito ed anima; Mazzini vi cercò l'anima. - Mazzini ha parlato brevemente degli antichi, ma con rispetto, e anche con amore. Egli, rivoluzionario, non ha sacrificato alla speranza il ricordo. Però, quel passato che ammira sembra lo abbia conosciuto imperfe:tamente. Egli dice male di Palestrina, tace sui secoli xvn e xv111,parla due volte soltanto con ammirazione di Mozart, e appena nomina Bcethowen e Weber. Se Mazzini avesse conosciuto le nuove sinfonie forse avrebbe trovato meno a ridire del presente e avrebbe meno preteso ·dall'avvenire. La dottrina ~enerale di Mazzini comanda in quelche modo la sua estetica. 11 più grande rimprovero che fa alla musica è d'aver tradito la sua vocazione religiosa e popolare. Per rialzarla ci vuole una rivoluzione più che una riforma. " Pel rigore delle sue esigenze, pel carattere radicale, « assoluto delle condizioni che pone all'avvenire Mazzini si « mostra incontrastabilmente il precursore di Wagner .... Maz- « zini s'accorda con \\Tagner non solo sulla necessità, ma sulla « natura stessa dell'evoluzione musicale. Socialista anzitutto, il « suo voto più caro è di socializzare la musica .... Essa è iso- « lata ed egli augura ch'essa si ricolleghi: egoista e gelosa cc essa s'è chiusa nel proprio guscio, egli vuole ch'essa si ca- « munichi e si dia ». Mazzini mostra l'avvenire e la salute della musica nel ristabilin,ento d'un'alleanza con le altre arti, nel rientrare nel concerto universale contentandosi di concorrervi. Il dettaglio stesso delle sue profezie non ha mancato di compiersi, come l'allungamento dello spettacolo, l'unità tra la poesia e la musica, la distribuzione del dramma musicale non più tra le voci ma tra i personaggi, e la parte dei cori. E altri presenteminti, ebbe Mazzini « Ogni uomo, egli scrive, sul « teatro moderno è un pensiero, un sentimento. Perchè su di « un teatro d'opera non deve essere che una voce? ... Perc_hè « non servirsi più spesso, e con più cura, della strumentaz10- « ne, a fine di simbolizzare, con accompagnamenti avvilup- " panti i personaggi, quell'insieme di affezzioni, d'inclinazioni « materiali e morali che il più spesso agis~ono sull'anima, la « determinano a volere, e prendono una parte cosi grande al cc compimento del destino, alle supreme delibtrazioni da cui « resulta l'atto particolare che è rappresentato?» - Mazzini divide la musica in due: da un lato la melodia, dall'altro l'armonia la prima del genio italiano, la seconda del tedesco, ed augur~ che le due scuole si fondino per realizzare la mu; sica universale: lo stesso augurio che nel 1871 doveva poi fare vVagner scrivendo ad Arrigo Boito dopo il successo del Lohengrill a Bologna. È utopia codesta ? ("l(euue des 'Deux 9.<ondes. I I Febbraio). La casa dei musicisti che Giuseppe Verdi, su disegni di Camilio Boito, vuol dedicar ai suoi confratelli d'Arte verso i quali il Genio o la_ Fortuna si T?Ostrarono ingrati_ od avari, è un edificio che s'malza sul piazzale Buonarroti a Milano fuori P.ta Magenta occupando un area di 4.200 mq. compresi due grandi giardini. Vi sono 50 camere da un letto, e 25 da due oltre il vestibolo, il parlatorio, il refettorio eà un vasto salone per concerti. Potrà contenere 100 ricoverati, 60 maschi e 40 femmine. (Natura e Arte. 15 Febbraio). Cesare Lombroso : li delinquente e il pazzo nel dramma e romanzomoderno. Confrontando il dramma moderno con l'antico si è sorpresi dalla strana frequenza di protagonisti pazzi o criminali. Ibsen, per esempio, negli Spettri, ha fatto il qua• dro esattissimo della paralisi generale progressiva, nell' H,dda Gabler della nevrosi acuta della gravidanza, nel 'Bock111am1 del delinquente bancario. Nei libri di Dostojewski, i pazzi, soprat• tutto gli epilettici, compongono la grande maggioranza dei personaggi, quando non ci sieno i criminali mti. Anche Zola fa la scultura del criminaloide o del reo nato come in 'Bòte lmmaille e nell' Assomoir, e del parJnoico nell'Oeuvre. Daudet ndl' fack Jipinge quella specie di pazzi che sta tra i paranoici e gl'imbecilli, e Goncourt in Fil/e Elise riproduce mirabilmente l'accesso epilettico psichico frequente nelle prostitme. Anticamente ciò non era. Tutti i romanzi e le novelle romane di Petronio e Apuleio sono ricche di avventure pornografiche, m tolohiche, magiche, satiriche, n1a non è n1ai incluso un pazzo. Nel teatro tragico greco se l'idea di erèdità sotto forma di Fato fa capolino, se ti colpiscono le anomalie e le furie di Aiace, DejanirJ, di Oreste, di Edipo, le malinconie di Filottete, i loro son tutti pazzi ma che non esistono in nessun manicomio.- È curioso ricercare il perchè della ma11canzadi veri pazzi e di criminali nel romanzo e nel dramma delle epoche greche e romane. La prima causa è in quella legge che vuole che si proceda in ogni organismo, in ogni opera dal semplice al complicato, dal fatto all'autore del fatto - I pazzi poi son cresciuti. Nel 1850 agli Stati Uniti erano 15.610, nel 1880 salirono a 91.997 mentre la popolazione da 25.191.176 era salita a 50.15 5187 e nell'ultimo decennio se la popolazione era aumentata del 30 °/ 0 i pazzi erano cresciuti del 155 'I,· In Francia ve n'erano nel 1883, 131.r per 100.000 abit., ve ne iurono 136 nel 1888. E non soltanto il numero dei pazzi è cresciuto, ma è quadruplicata la loro importanza. E Dante, e Shakspeare non hanno forse dipinti pazzi criminali? Perchè il mondo ufficiale si rifiuta di accettare il tipo criminale e la follia del genio, che pure accetta nel romanzo e nel dramma ? Gli è che quando siamo in presenza di figure vere, fatteci balenare sotto una forte luce dai grandi artisti, la coscienza del vero che dormicchia in tutti noi si risveglia, sì ribella alle ubbie convenzionali che le vengono imposte, mentre quando dobbiamo concludere sulle fredde statistiche, sugli studi ischeletriti dei fatti, sentiamo tutto il passato che ci si mette di mezzo e che si allea col sentimento e anche col senso artistico per obbligarci a negare. ('N..uova Antologia. 15 Febbraio). Giorgio Laporte : li Congressodei lavoratoridelleferrovie. Lo scacco subito dal sindacato n1zionale degli operai impiegati delleferrovie nel promuovere l'ultimo sciopero (1) fece sentire il bisogno di questo Congresso; il quale ha rivelato che l'organizzazione dei ferrovieri è decisa a conservare la propria coesione in vista della difesa degli interessi professionali. Il Congresso ha deciso che il Consiglio di Amministrazione non esorbitò dal proprio mandato promovendo lo sciopero. Si riconobbe che vi furono molte cause che ne prepararono l'insuccesso. Alcuni gruppi di lavoratori delle ferrovie dello Stato domandarono la facoltà di trattare direttamente tutti i loro affari, ma il Congresso non accettò questa proposta e rinviò alla futura riunione la questione della organizzazione federale. Dopo il congresso alcuni gruppi che sinora si erano tenuti separati dal Sindacato 'N.,azio11ale manifestarono il desiderio della fusione. Questa fusione s'impone e se si attuerà dar:ì una forza immensa alla associazione dei lavoratori nella lotta contro le Compagnie (Le Mouve111mtsocialiste, 15 Febbraio). Augusto Setti: Una grande mistificazione. Quando l'anno scorso fu scoperto il falso di Henry parve ai più impossibile che una riunione di persone intelli~enti come lo Stato Maggiore francese potesse essere così facilmente mistificata, ma invece non vi è nulla di nuovo e di strano in queste mistificazioni collettive. Un'altra mistificazione famosa fu quella di cui fu vittima l'Accademia delle Scienze di Parigi, dal 1867 al 1869. Ecco come andò. Michele Charles, nato nel 1783, era un matematico di valore, professore del Politecnico, membro dell'Accademia delle Scienze. Quando dopo il colpo di stato Napoleone III volle comporre un Senato di tutte le illustrazioni della nazione, Michele Charles volle ad ogni modo farne parte, e quell'ambizione la perdette. Perchè potesse riuscire un tal Vr:iin Lucas gli suggerì di pubblicare una lavoro che sollevasse un gran rumore, e precisamente una dimostrazione, con documenti autografi, che Newton aveva rubato a Pascal la gloria della scoperta della legge dell' attrazione universale, Charles accettò e pagò a Vrain Lucas 140,000 franchi pei 27,000 documenti che questi gli fabbricò. Naturalmente la pubblicazione fatta stampare dall'Accademia sollevò un gran rumore, e la polemica durò dal 1867 al 1869. La stampa politica ci si mise di mezzo sedotta dall'idea di prendere una rivincita su'la perfida Albione; si fece appello al più assurdo, al più cieco, al più falso del patriottismo; si trovarono dei chimici che dichiararono che l'inchiostro dei documenti era .. antico, dei paleografi eh~ dimostrarono l'autenticità dei documenti etc. Tutti gli eruditi, i fisici, gli astronomi dP.ttero prove che ciò era falso. Non giovò a niente, e Charles continuò a portare documenti su documenti fino a che tra gli altri portò persino una lettera autografa di Maria Maddalena e uno scritto di Gesù Cristo .... entrambi in francese. Da ciò la catastrok « Lo Stato Maggiore dell'intelligenza, non ha dunque niente insegnato allo Stato Maggiore della baionetta? » (lllustrar_io11Ietaliana. 19 Febbraio). Alessa11dro'D'Ancona: Nell'Archivio della poliziaaustriaca di Milano.Cavour. ccli piccolo Camillo Cavour ha fatto il giaco- (1) la "l(ivista se ne occupò nel N. 10 del 30 nov. 1898.
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