Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 16 - 28 febbraio 1899

RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SO(,\ALl Una triste sera, fredda, umida, piovigginosa, il vecchio cane, che girava sin dal mattino, camminava pian piano, scuotendo, di tratto in tratto, la pelliccia nera e sporca. Annasava, a destra, a sinistra, con l'occhio malinconico. In breve due compagni si unirono con lni, due giovani, due allegri compagni, che avevan voglia di scherzare. Ma egli non era disposto davvero, quella sera. E la pioggia ricominciava. Ad un tratto un fischio acuto sferzò l'aria: il vecchio cane guardò i due giovani: nessuno di essi si moveva. Non• era il fischio del loro padrone quello I Allora drizzò le orecchie il vecchio cane. Un nuovo fischio, più forte, ed egli cominciò a correre disperatamente. Era il suo padrone che fischiava, il suo padrone che voleva esser raggiunto! Per la terza volta quel fischio. Ma dove è egli? qual direzione? come sono stato diviso dal mio padrone? quando l'ho lasciato? jeri? jeri l'altro? da un momento? e dove è, dove è? Correva, correva, il vecchio cane, ma nessuno era il suo padrone, e nessuno voleva esserlo ! Allora si fermò, poi ancora due passi, rasente il marciapiede, guardando con l'occhio pieno di tristezza. La pioggia continua, il fango lo copriva, oramai. Ad un quadrivio finalmente, si lascio cadere, alzò la testa al cielo ed abbajò. Hai tu mai visto un simile cane abbandonato, senza padrone? L'hai tu visto, ed udito, in una sera nera' e tr;_iste, quando con la testa in alto, urla, urla, urla? HJALMAR SòDERBERG Polemica personale Moltissimi amici, contando, certo, su quella stessa longanimità che mi ha fatto permettere al mio avversario di sfogarsi indisturbato contro di me nella mia stessa Rivista col galateo che gli è pia - ciuto di prescegliere, mi esortano ora - in vista del momento politico che attraversiamo e di fronte al nemico comu11e - a sospendere !a mia polemica personale col deputato Ferri. Al desiderio degli amici aderisco subito senza discuterlo, e senza nemmeno accennare alle ragioni eccezionali che potrebbero consigliarmi di respin - gere prontamente attacchi come quelli che mi sono stati fatti in casa mia. Del resto alle parole che il Ferri chiama falli, io non avrei avuto da contrapporre - e brevissimamente - che alcuni altri di quei fatti che egli, con invidiabile disinvoltura, chiama parole, per ricordargli, senza lasciargli piu campo ad arzigogolare, con b citazione di qualche avvenimento not0rio, di qualche data incontroversa e di qualche nome, che la mia attitudine verso di lui, non data, come egli mostra di credere, da ieri ma fin dal suo ingresso clamoroso a Montecitorio'. e fu ben determinata e sottolineata nella polemica che ebbi con lui nell' Epoca. Se egli da allora ha aspettato fino ad oggi per persuadersi in guai conto lo tenessi, dopo averlo ben conosciuto, non so che farci: gli auguro che non gli accada di vivere in simile deplorevole equivoco verso altri di quegli amici, della solidarietà dei quali, a Montecitorio e fuori, si vanta così sicuro! - Gli avrei ricordato - con tatti, date e nomi - clie qualunque faticosa alchimia egli possa applicare alla sua tortuosa evo. luzione politica, resta indiscutibile che la sua adesione al gruppo legalitario, avvenne quando coloro che lo costituivano potettero esser raggiunti da lui che attendeva fuori della Estrema Sinistra dalla quale erano usciti, e nella quale, in quel tempo, egli non entrò mai ... Ma ho detto di cedere al desiderio degli amici e sospendere per ora la discussione, e mantengo la mia promessa. A suo tempo dimostrerò e documenterò piu precisamente al signor Ferri, il come, il quando e il perchè ho appreso e a tenere i suoi attacchi nel conto in cui ho mostrato di tenerli con l'accordargli ospitalità nella mia Rivista perchè si sbizzarisse a suo talento, senza fargli nemmeno l'onore di leggere la sua prosa prima che fosse stampata e farla seguire sia pure da una nota o da un chiarimento qualsiasi. A piu tardi ! Dr. NAPOLEONE COLAJANNI. Sperimentalismo Sociale Lo sviluppo dell'insegnamento agrario negli Stati Uniti Si è spesso detto che l'insegnamento agricolo sia inutile perchè si formano degli agricoltori nelle fattorie e non nelle scuole. Senza dubbio è indispensabile che un futuro agricoltore si inizii ai particolari dell'amministrazione di un dominio rurale, apprenda a dirigere il suo personale, a vendere, a comperare, ecc. Queste son cose che non si possono apprendere seguendo il corso di un professore. L'esperienza personale è indispensabile. Non ne risulta, tuttavia, che l'insegnamento agricolo sia inutile, e gli Americani dei quali ~i vanta taoto spesso lo spirito pratico, ammettono che si facilita la creazione o lo sviluppo degli stabilimenti d'insegnamento. Durante un recente viaggio nell'est e nell'ovest degli Stati Uniti - scrive lo Zolla - abbiamo avuto occasione di visitare un gran numero di collegi agricoli e di universita, nelle quali numerosi allievi ricevono un insegnamento agricolo varissimo ed devatissimo. Non vi si disdegna affatto « la teoria » cioè le conoscenze scientifiche,le applicazioni delle quali sono utili all'agricoltura. Abbiamo avuto l'onore di parlare su ciò col signor James ·wilson, segretario del dipartimento dell'agricoltura a Washington, il quale dà la maggiore importanza alla diffusione dell'insegnamento agricolo. Nell'ultimo Report o/ tlie Secrelaryo/ Agricolture, (Washington, D. C. 1898) si trovano indicati i progressi recenti compiuti. Cattedre nuove sono state create, e fondati laboratori ; il numero degli alunni è aumentato. Il Governo foderale s'impone, inoltre, dei sagrifici considerevoli per far conoscere agli agricoltori il risultato delle esperienze di cultura che possono loro interessare, i miglioramenti introdotti nella fabbricazione del burro, formaggio, nella preparazionee conservazion ! degli alimenti destinati al bestiame ecc. Durante l'anno 1897, sono stati stampati 501 opuscoli a spese del tesoro e ne sono stati distribuiti, 6.280.000 esemplari. E questa è un:1 delle forme più utili. dell' insegnamento agrario popolare. li quale è poi completato coll'istituzioni di corsi speciali fatti nei Collegi o Università, sia durante l'inverno, sia durante l'estate prima della messe. Questi corsi hanno la durata di cinque o sei settimane, e permettono ai fi. gli di modesti agricoltori d'istruirsi rapidamente su punti speciali (latterie, nutrimento del bestiame, uso di strumenti meccanici, impiego di concimi). Un breve soggiorno nelle scuole non reca grandi spese. e permette ai giovani di essere rischiarati su molti soggetti che loro interessano. Abbiamo creduto utile dare queste notizie ed osservazioni, quali le ha presentate in Francia lo Zolla, perchè in Italia si discute molto sull'insegnamento agrario, che alcuni vorrebbero mettere in tutte le università ed altri lasciare specializzato nelle scuole superiori di Portici, di Milano e di Perugia. Senza toccare ora della proposta del campicello, che l'on. Baccelli vorrebbe annesso alla scuola elementare (che contiene un germe buono che non può, però, essere sviluppato da un governo come il

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