314 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI gente per bene che non comporta il lezzo degli avanzi sepolcrali. L'istesso Barbato, che ebbe nel processo del '94 l'intuizione felice :iella repressione della delinquenza politica, con la sna dichiarazione, rimasta celebre, affida, non soltanto ali' Impallomeni - che si è consacrato aJ un apostolato scientifico contro le violenze ed i sovvertimenti del giure penale - ma alle abilità forensi dei più noti avvocati di corte d'Assise, la propria difesa e quella dei suoi contadini di Piana, tutti imputati di aver fatto parte della Federazione socialista, cioè, di essere socialisti. La Corte distribuisce loro circa I 5 anni di reclusione. » Vorrei avere una risposta incorJggiante, ma non posso sperarla. Quando penso che quei pochi, da cui noi agitatori aspettiamo con ansia di essere compresi e seguiti, mostrano di non accorgersi affatto della parte più importante della nostra vita, cioè dei nostri sforzi co,Unti e indefessi ad aprire p:i nostri sogni Urla p'ccola breccia io un mondo, che ci insegue, senza tregua come belve feroci, mi assile Urla tristezza e uno scora:ne10 profondo per le sorti degli italiani. Oh! troppo ci domina il bisogno di criticare; il sangue di Amleto scorre arlche nelle vene dei partiti estremi, e l' Italia pare destinata, come ali' 89, ad ess~re trascinata come zavorra, come corpo morto, dalle nazioni che portano nel loro seno la nuova civiltà. Piana dei Greci, Febbraio, '99. NICOLABARBATO. N. B. I magistrati italiani la settimana scorsa hanno dato un altro esempio a mie spese del foada-.. mento positivo della repressione nei delitti politici. Erano stati presentati alla Cassazione due ricorsi miei contro le due ultime condanne, accompagnati dagli attestati di povertà, ai sensi di legge, che un sindaco e un agente delle tasse, per quanto moaarchici timorati, avevano dovuto rilasciart:, essendo noto a tutti che pur lavorando come medico da mane a sera, non arrivo sempre, io grazia del mio socialismo a guadagnare il pane per la mia numerosa famiglia. Dai consiglieri della Cassazione la settimana scorsa fu dichiarato inammissibile il primo dei due ricorsi, perchè non è vero che io sono povero ai sensi di legge. La conseguenza è semplicissima: per questa decisione io sarò considerato come recidivo e mi toccherà di fare tredici mesi di carcere per l'ultima condanna. Occorrono dei commenti? BARBATO. L'ARTE « CENCIOSA n Si scrive che l'Italia, ove non ancora è spenta l'eco delle lotte tra classicisti e romantici, tende a scindersi di nuovo in due scuole letterarie. Nè sarebbe strano, poichè < l'abito di spartirci in gruppi, in caste, in consorterie » è vecchio nel paese dove il dolce sì suona: e forse a questo concorrono e la conformazione geografica e le diverse tendenze delle varie regioni. Ancor non è molto l'idealismo e il verismo facevano le spese della polemica: e il vespaio fu suscitato dai versi del Guerrini, i cui imitatori non r:bbero più fortuna dei petrarchisti e dei seguaci del Giusti: a questo bisogna aggiungere ancora le aspre polemiche Carducci-Rapisardi, che pure commossero molto. Adesso l'arte seguirebbe due vie perfettamente contrarie tra loro: una via che si perde tra gli effluvi dei salotti, e un'altra che scende giù nei tuguri e nelle officine; i decadenti percorrono ia prima, i « proletareggianti » la seconda; l'arte degli uni è « saporosa » perchè attinge ispirazione nell'hig-l1fe e si esprime col simbolo, « cenciosa » è quella degli altri, perchè unico suo argomento sono le sofferenze e gli odi biechi della vil plebaglia. Ed è sopratutto dell'arte « cenciosa » che si spaventano certi critici; perchè in fondo una chiara delineazione delle due scuole non si vede ancora, essendo le schiere decadenti molto esigue e rivestendo spesso alcuno dei « proletareggianti » materLt fiammante con forma d'attnunziana. Ad ogni modo quest'arte, che adesso incomincia a pronunziarsi, impensierisce; e gli scrittori sono tacciati di bugiardi, perchè cercano di tar trionfare le nuove idee con iperboliche descriziom delle sofferenze del proletariato. Iperboliche descrizioni? ... Oh! così fosse! chè non vedremmo le pietose scene che si svolgono in Sicilia e la fiorente gioventù che si guasta nelle risaie per pochi soldi; nè sentiremmo i gemiti dei pellagrosi. E se faccio della retorica, mi possano vendicare gli articoli della non sospetta Ti ibuna e del Giornale di Sicilia! Non è certo nuovo il desiderio di volere un fine politico e civile nell'arte. Già è nota la formula scritta del Manzoni nella Lettera sul Romanticismo: « la poesia, o la letteratura in genere, deve proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo. » E il vecchio Orazio già aveva detto la stessa cosa: Omne tulit punctum, qui misquit utile du\ci; Lectorem delectando pariterque monendo. Certo un'arte che si propone per meta qualche nobile fine, è preferibile a quella che ha il solo scopo di dilettare; benchè roi nel primo caso, secondo il Barzellotti, spesso le opere non sopravvivono al fine conseguito. Scrive Omèga: « Quanto più il soggetto è imporrante, tanto più è atto per sè stesso a muover gli effetti: dunque, anche artisticamente è più efficace: dunque anche dal lato artistico, i soggetti importanti dovrebbero preferirsi a' leggeri. E tra i soggetti importanti, prima di tutti vengono naturalmente quelli politici; perchè l'uomo se non è sempre un animale ragionevole, è sempre però, come disse Aristotile, un animale politico. » Rilevare tutt'i maLmni sociali, far eco alla voce di coloro che soffrono è una nobile e santa missione che gli scrittori si assumono è che i crit\ci dovrebbero, nonchè non biasimare lodare. Questa missione ha additata allo scrittore Max Nordau; ~uesta missione ha indicata al poeta Rapisardi, nelI Atlantide; e questa missione s'era imposta, in altri tempi, Enotrio Romano : Seguir col verso alato L'accension dei popoli Su per la via del fato. .. • * Ma è veramente fuori della vita quella che per disprezzo s'è detta arte « cenciosa » e che io chiamerei << arte degli umili » ? - Io non lo credo; anzi affermo il contrario. - Questa benefica discussione che si fa intorno ai mali che travagliano l'umanità ed ai rimedi che vi si propongono; questa discussione a cui pigliano parte uomini di tutte le classi e di tutti i partiti; quest~ discussione che va sempre più allargandosi e che non risparmia la reggia e l'umile tugurio, la cattedra e il pulpito, non poteva lasciare immune l'arte che rispecchia - o, magari, che dovrebbe rispecchiare - la vita. L'arte, in tutti i tempi, ha cooperato ad ogni movimento politico, filosofico e religioso: e non pure la prosa o la poe!:ia, ma spesso anche l'architettura aiuta i
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