Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 16 - 28 febbraio 1899

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALJ alle domande del presidente, del pubblico ministero e degli avvocati, che veniva fuori dalla loro bocca l'argomento giuridico contro gli articoli del codice: il Socialismo non predica l'odio e la lotta di classe, disse più di uno di quegli eroici affamati, l'odio e la lotta di classe esistono nel mondo e noi vogliamo trasformarli in mezzi di combattimento civile per innalzarci, senza abbassar nessuno. Mi permetta l'avvocato Guarnieri di ricordargli che, quando si è cosi sensibili per la dignità del proprio partito, come si mostra lui, prima di scrivere degli articoli in riviste importanti, con i quali si getta della cattiva luce sui migliori combattènti, denunziando « un errore assai diffuso e assai pericoloso, al quale occorre riparare », si ha da una parte un dovere da perpiciente, quello di conoscere assai bene come vanno le cose, e dall'altra un dovere capitale da agente, quello di assistere ai processi e di aiutare i giornalisti avversarii nel resoconto. Questi, per quanto onesti e intelligenti, non hanno la tendenza inconscia e attiva, che può avere un compagno di fede, a mettere in rilievo le figure dei ribelli e dei loro giudici: si è visto infatti che la nmtra condanna, as~ai più mostruosa di quella dei tribunali militari, fu, nei giornali avversarii, messa, a solo titolo di cronaca, senza un rigo di commenti, nel posto delle sentenze e dei reati comuni. Se egli fosse venuto ai dibattimenti, forse in lui la cattiva tentazione del critico sarebbe stata vinta da una novella onda di simpatia per gli eroici perseguitati oscuri e un po' anche per me, e non avrebbe gettato il suo grido di allarme sulla rivista di Colajanni per l'abbassarsi in Italia àdla condotta dei processati politici; forse avrebbero parlato alla sua anima e alla sua fede, non le nostre intuizioni, che, ripeto, sono comuni a tanti imbecilli, ma la nostra condotta e il nostro linguaggio, cioè la forza morale, con cui mettevamo in pratica ciò che la nostra intelligenza aveva percepito come nostro supremo dovere. Qui, in questa energia morale, bisogna cercare il segreto della grandezza vera e reale degli individui e dei partiti; le idee, le intuizioni, per sè sole, sono una ben misera cosa, quando non sono accompagnate dal bisogno tormentoso di operare. E poichè la mia persona è portata nel sullodato articolo come esempio unico, quasi come argomento decisivo per la prova dell'abbassarsi dell' intelligenza e della condotta dei ribelli innanzi al pericolo del carcere, debbo dire al Guarnieri che proprio sul conto mio avrebbe appreso un fatto importante, che mancò al 93. Dopo i fatti di aprile e maggio 98, senza essere dotati di spirito profetico, si doveva prevedere che avrebbero sciolte tutte le associazioni socialiste e processati i capi. In virtù di questa facile previsione, qualche contadino mi consigliò di far cancellare dalle pareti del locale della Federaz;one dei lavoratori di Piana tutte le iscrizioni. Io mi opposi e dissi: è viltà fare ciò in questo momento, bisogna abituare il popolo con l'esempio a non far pazzie, ma anche a non aver paura, a non nascondere le proprie idee e aspirazioni nei momenti di pericolo; molto probabilmente queste iscrizioni , costituiranno l'unico corpo di reato sul quale si baserà la nostra condanna (e difatti cosi fu), ma noi, lasciandole, avremo compito un doppio dovere: quello di educare il popolo, e l'altro di provare con un documento indiscutibile ai magistrati italiani di toga e di spada e agli uomini sereni di ogni partito, che vogliano rintracciare le cau~e degli ultimi avvenimenti che non sono state le teorie e le frasi dei socialisti, dei repubblicani, degli anarchici e dei preti, predicanti alla luce del sole, che hanno prodotto i torbidi, altrimenti i fatti più luttuosi sarebbero avvenuti in Piana e nei suoi dintorni, dove di frasi sovversive ne circolavano forse in maggiore quantità che altrove. Questo fatto è registrato nei primi fogli, che servirono al giudice istruttore per costruire il nostro prccesso: abbia la bontà il Guarnieri di incomodarsi a leggerlo. Caro Colajanni, ti prego nell'interesse mio, del mio partito e della verità, di avere qualche altro minuto di pazienza e permettermi che chiuda il mio articolo con un'mterrogazione e una citazione un po' lunga, ma assolutamente necessaria per comprendersi nel suo vero significato obiettivo. Perchè l'avvocato Guarnieri ha scritto il suo articolo? Che scopo si è prefisso? L'esercitazione rettorica inficia, è vero, profondamente il sangue degli italiani, e tu devi saperne qualche cosa per le cataste di libri che sei costretto a divorare tutti gli anni, senza potervi trovare un alimento qualsiasi. Ma l' avvocato Guarnieri non è un chiacchierone; non è un esteta; non è un pessimista malcontento di tutto e di tutti; non è un abulico ; non è critico di professione; egli è semplicemente e fortunatamente un giovane serio, il quale, non solo percepisce, ma compie giorno per giorno, il che è assai più importante, il dovere di guadagnarsi onestamente il pane e un nome, esercitando con rettitudine e amore la sua professione. Se questo giovane non intende proibire ai processandi di presentarsi innanzi ai giudici; se non è stato indotto a scrivere dal non conoscere bene la condotta e le idee mie e degli altri, che sono colpiti più spesso e con maggiore accanimento dalla persecuzione; se non ha creduto che sia serio intrattenere il pubblico vario di una rivista importante, col tentativo di mettere un po' di ordine nella piccola faccenda domestica della maniera di costituire il collegio di difesa nei nostri processi - che cosa ba voluto ottenere di concreto? Che cosa pretende dai processati e processandi con i seguenti periodi, che sono il nucleo fondamentale, ispiratore del suo articolo? « Vi è un errore, a proposito della nozione e ponibilità dei delitti politici assai diffuso ed assai pericoloso, al quale occorre riparare ». « L'errore consiste nel ritenere che l'imputabilità e la responsabilità, nei delitti politici, cioè il fondamento della repressione di essi, sia tutt'uno od una cosa analoga a ciò che avviene nei delitti comuni. Errore molto generalizzato, per cui si assiste ai quotidiani processi di socialismo, alle frequenti accuse contro i repubblicani od i clericali, proprio come si assistertbbe al processo Favilla od a quello Sgadari: Si tratta di liste di testimoni, che vengono in difesa degl' imputati, a contraddire uno ad uno i capi d' imputa-zione, ad assodare la buona fede o mancan-zadi dolo, e magari a deporre sulla buonacondotta ed i precedentidel giudicabile. « Sistema strano generale e costante, che contiuua non ostante che il regime delle leggi eccezionali, degli stati di assedio, dei tribunali di guerra avrebbe dovuto ammaestrare che si tratta di ben altro ; spingere alla ricerca della distinzione, che si presenta chiarissima, ed a stabilire il fondamento della repressione dei delitti politici, dal quale principalmente consegue la norma di condotta dei partiti più direttamente colpiti. . . . . . « Considerare il processo politico alle stregue de! giudizio penale comune, difendersi dal/'accusadi socialismo, - che tende a delinearsi limpidamente cosi - come dall'accusa di furto o di lesionepersonale; è lo stesso che sfuggire ad una delle verità pia brillanti della storia della civiltà, che è storia di cospirazione, rivolte e processi politici; rimpicciolirsi dinanzi ai giudici, dinanzi al paese, cui non difesa sembra la faticosa congerie di disquisizioni giuridiche, ma ricerca di espedienti per sfuggire, in tutto o in parte, alla propria responsabilità, alla quale, data I' indole politica, non è lecito sottrarsi. « Le presenti osservazioni, in tanto acquistano importanza, b quanto, come abbiamo notato, da esse consegue la condotta dei partiti estremi, e, nell'ora presente_ quella dei socialisti in ispecie. « E agevole constatare il fatto che nell'errore cadono in massima parte i colpiti dalla reazione, i quali contro tutto un' indirizzo politico giudiziario, contro non un sistema di un governo ministeriale, ma contro il sistema di governo della classe do.ninate, oppongono un'articolo di codice o di procedura, od esumano un'articolo di Statuto, provocando il disgusto dei giudici timorati e della

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