RIVISTA POPOLAREDI POLI1ICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI I PANAMISTI DELPATRIOTTISMO Prendiamo con gran piacere dai Temps Nouveaux (N. 40), l'organo più autorevole degli anarchici, questo articolo del Principe Kropotkine perchè esso, mentre flagella a sangue gli speculatori del patriot· tismo, dà le ragioni sentimentali elevatissime per le quali anche un internazionalista ha dell'affetto pel loco natio. Lo ripubblichiamo assai volentieri, perchè in ltalia r.on manca la nefasta genia dei panamisti del patriottismo. Prima, si diceva che il patriottismo era l'ultimo rifugio del briccone. Oggi, si e trovato di meglio. Il patriottismo è diventato il Panama del giornalismo. Si comincia mascherandosi col berretto frigio. Si lanciano degli articoli quasi anarchici in ciascun numero del proprio giornale. Si fa una campagna contro il tale o tal'alt,o governo. Ciò rende bene - per le novità del soggetto. Ci si crea una clientela tra i lavoratori e i malcontenti di tutte le qualità. Ma presto ciò cessa d'interessare. I lavoratori, innamorati della critica, domandano al giornalista che si spinga più in là ; ch'esso li segua nelle loro rivendicazioni socialiste; ch'egli adotti un programma socialista, non solo nelle parole ma anche nei fatti. Ma, il socialismo è la povertà. È una vita modestissima. Un socialista che gettasse il denaro dalla fine~tra per la sua amante, pei palchetti ali' Opera, pei festini e pel resto, presto sarebbe classificato dal popolo. E ciò che accade a questi falsi fratelli. Il popolo volta loro le spalle, e la tiratura del loro giornale diminuisce. Non si può immaginare il terrore del giornalista quando gli si dicono queste terribili parole: « La tiratura diminuisce ! » Allora il giornalista abbandona tutti i suoi scrupoli. Conserva soltanto quelli che gli possono essere necessari per avere ancora una certa aria di ex-rivoluzionario - e diventa patriotta. .. * * li patriottismo come questi lo intendono, loro, quello paga. Ciò paga anche benissimo, meglio delle azioni del Panama, o delle strade ferrate del Sahara. Si lascia queste agi' imbecilli - ai presidenti della Repubblica - mentre che il giornalista, più maligno, si mette a sfruttare il Panama del patriottismo. È così semplice! L'arte di fare il patriotta s'insegna in cinque o sei lezioni. È più facile che l'arte di andare in bicicletta. Comprate dieci numeri dei giornali « patriottici, antisemiti e antidreifusisti » e voi imparerete quest'arte in otto giorni. Niente di più semplice che il seguir le strade fatte. Per essere anarchici o anche socialista democratico, bisogna almeno pensare. Bisogna farsi una specie di programma. Bisogna sapere qualche cosa di nuovo, qualche cosa di pensato, senza di che si dicono delle bestialità. Per il patriottismo si trova tutto bell'e fatto. Delle idee se ne può fare a meno : le parole le rimpiazzano. E queste parole sono state fabbricate, da mille anni, da altri furboni. Non c'è che da ribattere i vecchi clichés. Basta la vernice ai giornalisti che perdono i loro denti e il loro ingegno. * * * E poi ciò rende bene! Accidenti se ciò rende bene ! Consultate soltanto la cronaca del r 5 gennaio dei giornali patriottardi. Leggete le liete riflessioni dei cronisti patriottardi riguardo al Figaro. La sua clientela, assicurata prima, faceva venir loro l'acqua in bocca. Oggi essa se ne va! E viene a loro. Due anni or sono, le azioni del Figaro si vendevano 1075 franchi ciascuna. Da che esso mostrò delle velleità dreifusiste, esse scesera a 990 franchi. Ed ecco che oggi non costano più, alla Borsa di 780 franchi. « II Figaro perde la sua clientela - gridano trionfando questi signori; è a noi che vengono i suoi lettori ! Ciò che pruova che noi siamo nel vero!» Ciò rende bene - dunque bisogna seguire la corrente. La pornografia pagherebbe, forse, meglio. Ma ciò richiede del talento - dunque siamo patriotti. Il primo imbecille può esserlo. E per questo che essi hanno avuto delle tenerezze per quel ladro, Katkoff, che, per l'intermediario di Cyon - l'ebreo alleanzista - se credete, amico di Boulanger, - ha loro insegnato l'arte di arricchirsi cambiando il mantello del rivoluzionario coll'abito gallonato del patriotta. Si comprendono le lacrime - d'invidia - ch'essi versavano sulla sua tomba. Ah ! noi sappiamo bene che vi sono dei patriotti. Per quanto si dica e si faccia, fintanto che vi saranno delle lingue diverse, dei canti nazionali, dei raesi vari, l'uomo che ha parlato la tal lingua fin dall'infanzia, che è cresciuto in mezzo a un tal paese e ad una tale civiltà, che fu cullato da una tale canzone, amerà questa canzone, questa civiltà, questo paese, questa lingua al di sopra di ogni altra civiltà, lingua e canzone. Per poco che questa ci viltà e questa lingua si sentano oppresse, o che il paese sia sotto la tirannia, egli l'amerà di più, con trasporto. Sì, certo, il patriottismo in questo senso esiste, anche pc! senza patria, per colui che, malgrado tutto il suo odio per gli oppressori del suo paese nativo, ama di esso teneramente la lingua, le sue montagne, i costumi e glir.~si. . . d è 'b·1· . h .. '<-uesto sentimento esiste, e poss1 1 1ss1moc e pm l'uomo diventerà internazionalista p:ù egli amerà le individualità locali di cui si comporrà la famiglia interna.- zionale, più cercherà svilupparne i tratti caratteristici. E come per l'anarchia, che rialza, rinforza l'individuo in luogo di foggiai e tutte le individualità sul me.Jesimo modello. Si, vi sono dei patriotti che amano il loro paese nativo. Ma sarebbe una vergogna ed una canagliata di confondere questi con quelli, gli amanti del loro paese nativo con i bricconi gallonati del panamismo sedicente pat:iottico. * *,. Quando si ama qualcuno, una personalità reale o una personalità astratta, paese o naziol).e, la si stima prima di tutto. Si cerca di vederla bella, stimata da tutti, onorata per tutte le sue qualità. Vedete i patriotti della Giovine Italia nel passato! Vedete i patriotti polacchi o finlandesi! i..eggete, per esempio, quell' ammirevole libro /ii Giorgio Brandes - il grande critico dell'epoca - sulla Polonia. Tutto in Polonia è consacrato all'amore del paese. Questo amore penetra in ogni linea dei suoi poeti, dei suoi romanzieri, dei suoi giornalisti. Anche i socialisti internazionali della Polonia, più internazionalisti di tanti altri, amano il loro paese, più ancor;i che i nazionalisti polacchi. Creare una letteratura bella, gr,mde, piena d'ideale - ecco dov' è posto il loro amor proprio. Le millanterie - essi le disprezzano. Riconoscere ciò che le altre nazioni hanno fatto di grande, e provare che la piccola Polonia, in tutte le sue disgrazie, è restata anche grande - ecco la loro ambizione. Porla ai primi posti con le sue lettere, la sua arte, con l'educazione popolare, col vigore del suo partito socialista internazionale, per la grandezza d'anima, coi suoi fili conducenti alla rivoluzione internazionale -- ecco il loro ideale. Questi sono senza dubbio dei patriotti. Ebbene, sarebbe permesso, dopo ciò, mettere in paragone con loro i panamisti del patriottismo in Francia ?
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