'l{_IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI postali ; sono assolutamente inalienabili e non potranno essere sequestrate o usufruite da altre persone, per nessun motivo. (Review of Reviews. 15 Gennaio). Varlez: La federazioneoperaia di Gand. Non può intendersi la funzione e lo sviluppo del celebre Vooruit se non si conosce tutta l'organizzazione del partito socialista di Gand, che è servita di modello a quella di Bruxelles, Anversa, Jolimont ecc. Questa Federazione è una città nella città, una patria socialista nella patria nazionale. L'ambiente sociale le è straordinariamente favorevole, perchè lo spirito di associazione è vivissimo tra i fiamminghi di cui Gaod è la capitale. La Federazione comprende: 1°. le cooperative; 2°. i sindacati; 3°. le mutualità; 4°. i circoli politici; 5°. i circoli ricreativi e d'istruzione. Tutte queste associazioni sono indispensabili al funzionamento regolare della frderazione. Il Voomit è una cooperativa di produzione e di consumo , ha caffè, sale per le feste, biblioteche, giardini di estate, sale di ginnastica ; nella sola Gand possiede sedici immobili; ha organizzato una casadi ritiro e di risparmio ed accorda un mini11111mdi assicurazio11econtro le malattie e sulla vita. Accanto al Voornit vi sono due altri panifici cooperativi indipendenti ed una stamperia cooperativa. I sindacati cominciarono a sorgere nel 1857, ed ebbero varie vicende; oggi circa diecimila socialisti sono organizzati in sindacati: i più numerosi sono quelli dei tessitori e dei metallurgi. La grande industria ha predetto lo spirito di ordine e di disciplina che alla sua volta ha generato il Voomit. I membri dei sindacati ricevono soccorsi in varia misura negli scioperi e negli accidenti del lavoro. Le società di mutuo soccorso precedettero la propaganda socialista ; ma ora sono tutte socialiste. Si prefiggono gli scopi ordinari del mutuo soccorrn. I circoli politici, di ricreazione e d'istruzione prendono il fanciullo di cinque anni e lo irreggimentano nella società dei Figli delpopolo, dove cominciano ad associarsi e a divertirsi ; grandicello passa nell'altra associazione, Il coro illfantile, dove comincia a a rendere dei servizi al partito. Dopo i diciotto anni entra nel Circolodei coscritti e poi nella Lega socialistadei vecchi soldati, nella Lega dei vece/iiufficiali e sottoufficiali, nel Club di propaganda socialista. Sono pure numerose le associazioni per l'istruzione e la ricreazione sotto ogni forma. - Lo sviluppo della Federazione di Gand è meraviglioso ed essa ha resistito agli attacchi ulteriori contro il Voor11it. Intanto si auounzia una crisi. Sin'oggi il partito operaio è stato diretto da alcuni uomioi ; la sua organizzazione con è stata quella di una democrazia, si è in presenza di un'armata i cui capi sono poco numerosi. Che avverrà quando l'organizzazione diverrà repubblicana? L'istituzione, se non nella forma, dovrà trasformarsi nello spirito. (Le ;J,foseeSocia/, Gennaio). Keir Hardie e I. R. Mac Do11ald: Il programmadel partito indipendentdeel lavoro. La base del partito è il socialismo; come quella del liberalismo era l'individualismo. Ma il socialismo inglese non è utopistico. I p1111ptirincipali del programma del partito Indipendente del lavoro sono : abolizione della Camera dei Lordi e del principio ereditario; giornata di otto ore; generalizzata imposta sul reddito ; provvedimenti graduali per arrivare alla nazionalizzazione delle miniere; nazionalizzazione delle ferrovie e dei canali. Le riforme di mincre importanza sono : suffragio universale; parlamento triennale; indennità ai deputati; allargamento dei poteri delle autorità locali in guisa da escludere l'uftìcialismo non necessario nei pubblici servizi e da permettere l'esperimento della municipalizzazione dtlle bevande e l'assistenza ai disoccupati; completa rivoluzione nel sistema dell' istruzione ; pensioni alla vecchiaia ecc., ecc. Il partito indipendentedel lavoro non è stato mai avverso alle alleanze: indipendenza non vuol dire isolamento. Questo concetto sarà svolto ed applicato nelle prossimP. elezioni; il partito socialista darà battaglia in pochi collegi e sarà per la democrazia nella politica e pel socialismo nella quistione industriale. Infine: socialismo e teoria marxista del valore furono spesso considerati come inseparabili, ma se la posizione di Marx nell'economia divenisse insostenibile, ciò non lederebbe il socialismo come sistema di produzione e di distribuzione. (Ni11etee11Cthe11t11ry, Gennaio). S. Sig/Jele: L'opinionpeubblica. L'opinione pubblica tutti s' illudano di sapere che cosa sia, ma nessuno sa definirla esattamente. Bonghi nel 1873 disse che « l'opinione pubblica deve « essere vera, certa, ed aver fondamento nel consenso pizi ge- « nera/e delle menti colte di 1111 paese. » Ma chi potrà stabilire questa verità, questa certezza, questo fondamento? L'avvocato Pugliese in un suo opuscolo propose di aggiuogue alla definizione di Booghi : " e che lessa riposi su di un costante stato d'animi. » Ma per stabilir questo « stato costante d'animi » quanto tempo occorrerà? E se si deve attendere, l'opinione pubblica non si confonderà colla tradizione? Piuttosto che una definizione dobbiamo cercare come l'opinione pubblica si formi, e da quale legge sia governata. Bisogna dunque studiare che cos'è il pubblico, come nel pubblico si formio0 le varie opi• niooi, e i caratteri con cui si può riconoscere se una data opinione di esso è attendibile o no. - Pubblico è una parola che ha un significato vago ed elastico. Il pubblico moderno non conosce limiti : un sovrano od un genio, per mezzo della stampa, delle ferrovie, del telegrafo, parlano oggi a milioni ,l'individui, a tutto il mondo che legge. Il pubblico non è che una trasformazione della folla, compiuta lentamente dalla civiltà. La folla è una collettività barbara ed atavica: il pubblico una collettività eminentemente civile e moderna. L'opinione pubblica è qualche volta non l'opinione del pubblico ma quella della folla. L'opinione pubblica è, se non del tutto creata, certo plasmata, modificata e diretta dai giornalisti. Ma in qual maniera? Ecco il problema. (Rivista politica e letteraria. 1• febbraio). G. 'De Moliuari: 1898. Se l'anno che è morto è stato poco soddisfacrnte per gli amici della giustizia e del buon accordo tra gli uomini e tra i popoli, se gl' interessi egoisti e le passioni odiose che sooo il fattore dell'antisemitismo, del protezionismo e del militarismo hanno avuto il sopravvento non bisogna disperare dell'avvenire. La Ccstitueote cambiando le condizioni legali degli ebrei non ha potuto cambiare lo stato degli spiriti a loro riguardo, onde l'antisemitismo che ha avuto una parte odiosa coll'affare Dreyfus e cogli atti selvaggi commessi ad Algeri, i quali coi loro eccessi hanno già provocata ma reazione che finirà appunto col liberarci dall'antisemitismo. - È anche pei suoi eccessi che peri1à il militarismo, il cui peso s'impone all'Europa sempre di più: e ciò non sfugge agli stessi su cui grava una parte della responsabilità, come lo Czar. - L'uomo civilizzato oltre le imposte che paga allo Stato paga quelle ai protetti dello Stato: ai proprietari fondiari ed agi' industriali. Gli agrari e il governo non si ren• dono conto del pe1icolo al quale espongono lo Stato proteggendo la rendita a spese dtl salario. I diritti feudali che fecero bruciare i castelli e confiscare i beni della nobiltà erano leggeri in confronto dei dritti proteltori che li hanno rimpiazzati. li tempo farà giustizia del protezionismo. Non si può proteggere uo' industria senza danneggiarne un'altra. Il protezionismo indebolisce i rami più vi~orosi della produzione nazionale per fortificare i più deboli. Sotto il regno della mezza libertà, inaugurato nel 1860, il commercio della Francia s'era elevato a 8501 milioni: nel 1897 è disceso a 7554 e di altri 64 milioni nei primi 11 mesi del 1898. Il Colonialismo poi non è che un ramo del Protezionismo, perchè è sotto il preteso interesse dell' industria e del commercio, per aprir loro nuovi sbocchi, che gli Stati hanno intrapreso le conquiste dei paesi occupati da razze inferiori. Esamioanfo i bilanci coloniali si spiega come la Spagna si sia rovinata, e come gli altri Stati che l'imitano non migliorino certo le loro finanze. Che si direbbe infatti di un negoziante che spendesse, per esempio, 100,000 lire in commessi viaggiatori, circolari, ,·eclame, per collocare 100,000 lire di merci. Il bilancio coloniale della Francia che nel 1820 era di 5 milkni, nel 1830 di 7, nel 1850 di 20, nel 1860 di 21, nel 1870 di 26, nel 1880 di 32, ora ha raggiunto i 100 milioni, ed è appunto a 100 milioni che si eleva l'esportazione per le Colonie. La Cocincina ha assorbito 284 milioni, il Tonchino 269, il Sudan 200, il Dakomey 70 o 75.... e non tutte le cifre figurano nei bilanci I Ma se la Francia esporta pochi coloni, esporta però molti funzionari: nell' Anoam-Tonkino 1397 per 447 coloni; in Cocincina 1966 su 262; nel Senegal 521 su 367; nelle coste d' Ivoire 111 su 52 ; nel Congo 254 su 20. - I colonizzatori dicono che si raccoglierà nell'avvenire come ha fatto l'Inghilterra; ma anche questo non è vero, come ha provato lord Farrer del Ccbden Club. Nel 1895, su 643 milioni di sterline di esportazione che ebbe l'Inghilterra, quella per le colonie fu soltanto ài 166 milioni, ossia il 25,8 °1 0 , un quarto soltanto, e del quale la maggior parte con colonie come l'Australia, la Nuova Zelanda, il Capo, l'India che non accordano alcun dritto di favore ai prodotti della Metropoli, tr ,ooe da un anno il Canadà. Cessando l'impero coloniale, il commercio del- !' Inghilterra resterebbe lo stesso, procurando una notevole economia, non tanto pel bilancio delle colonie - 62 milioni e mezzo - un po' più della metà di quello della Francia - ma sulle spese della guerra e marina che aumentano i prezzi dei prodotti e li rendono incapaci a sostenere la coocorrecza dei rivali non solo all'estero ma anche ali' interno. (joumal des Eco110111istes, 15 gennaio).
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