RIVISTA POPOLARE 'DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOC,\ALl io scrissi e pubblicai che l'Estrema Sinistra di allora, facendo e non facendo la questione di repubblica e monarchia (come la fece soltanto nel I 897 colla costituzione del gruppo repubblicano) restava un lanaretlo politico e non era nè carne nè pesce. Ora è notorio che di quel gruppo di riformisti, alcuni poi andarono al potere, non comepartito, ma come persone, mentre l'on. Sacchi è rimasto fermo al suo posto ed..... io, persuasomi che quella era un'illusione, me ne salii alla montagna, nel partito socialista, come poco prima avevano fatto il Berenini e il Badaloni. * * * Ma è qui appunto, che mi aspetta al varco il Colajanni e mi rovescia il sacco delle ingiurie e delle accuse più virulente, trattandomi non solo da giovinastro e da sciagurato, ma anche da gesuita e da opportunista, geloso soltanto del proprio tornaconto personale! Ma, perdio, che il mio temperamento espansivo ed allegro e senza posa, che con tace i proprii pensieri nè la propria chiaroveggenza psicologica, possa essere giudicato dai miopi o dai distratti come prova di scetticismo, lo posso anche capire. Perchè gli uomini giudicano dalle apparenze e mentre io non ho mai detto una menzogna in vita mia (per ripugnanza fisiologica e per mancanza di tempo ad architettare e ricordare bugie); mentre tutta la mia vita, passata sotto una campana di vetro (che è la ragione dell'affetto co1,1servatomi dai giudici più competenti, i miei compaesani), mentre tutta la mia vita è stata ed è una lotta a pro delle idee eretiche, sgorganti dal mio cervello e non per merito mio; mentre da ventun'anno, dacchè son laureato, non ho fatto che lavorare, studiare, faticare per la propaganda delle mie idee scientifiche e politiche, rinunciando a tutte le comodità e vantaggi personali, che la fortuna dell'ingegno mi avrebbe assicurati, sol che fossi rimasto difensore della borghesia, fra cui son nato; mentre tutta la mia strategia politica ha consistito nel perdere volontariamente le conquiste, che malgrado tutto, avevo fatte.... sentirsi dire da un rabbioso polemista che lo svolgersi e il modificarsi delle nostre idee politiche non è che un gioco ignobile e loiolesco di tornaconto personale, perdio, questo è fango che respingo ed al quale sono superiore I Ma come! !'!o faticato degli anni per conquistare una cattedra universitaria ed entrando nel partito socialista l'ho perduta, col relativo diritto alla pensione, dopo vent'anm dacchè sono insegnante! Avevo avviato una c.rriera lucrosa di avvocato e coll'adesione al socialismo fui colpito dal boicottaggio più assoluto e da avvocato diventai imputato e condannato, sicchè dovemmo por-- tare la famiglia fuori di Roma. Avevo una carriera politica assicurata, e coll'adesione al socialismo ho detto volontariamente addio ad ogni ambizione di potere politico ..... e, c'è chi vuol far credere che questi fatti ( fatti e non chiacchiere) documentino il mio opportunismo gesuitico ed egoista! Ora io capisco che gli avversari politici, non potendo per nulla intaccare la mia onestà pubblica e privata, si sfoghino almeno a chiamarmi codesto « ciarlatano » dopo di avermi proclamato « illustre scienziato » quando speravano che diventassi dei loro. Tutto questo si è sempre fatto nè io mi sento cosi debole da volere un trattamento privilegiato da parte degli avversari. Strillino, oltraggio~, gli sparafucili del loro giornalismo: io tiro dritto per la mia strada e il guaio è che non mi riesce di perdere nemmeno il buon umore! .... sicchè non posso neanche attegiarmi a martire sagrificato !..... Ma che da un colletiivista - come mi pare si dica il Colajanni - mi si rimprovui e mi si oltraggi, perchè da semplice riformista sono diventato decisamente socialista..... questa proprio è meno che mai capace di farmi perdere il bonumore ! E proprio un uomo come Colajanni non vuol vedere, e m~ ne spiace per lui, che (come sii dicevo !lei Germinai) nessun uomo nasce con una dottrina scientifica e politica completa e immutabile ; ma che, per giudicare moralmente qneste inevitabili mutazioni di opinioni, dalla giovinezza alla virilità, ci sono due criteri infallibili: 1. vedere se chi cambia d'opinioni, va avanti o indietro; 2. vedere se il cambiamento d'opinioni porta un utile o un danno personale a chi lo compie. Ebbene metta il Colajanni tutta la mia vita politica e scientifica al cimento di questi due criteri di fatto e, se non lui, giudichi il lettore. * * Il Colajanni nella prefazione alla sua 2• edizione mi attacca gratuitamente e chiama improvvisa e rapida la mia adesione al socialismo. Ma io gli ho documentato che fino dal 1885 avevo pubblicamente dichiarato che le vedute del socialismo scientifico non erano quelle da me combattute nel 1883; gli ho documentato che in fatto di sociologia e di socialismo io professo ora le stesse idee di allora ( salvo la ulteriore conoscenza precisa delle dottrine marxiste) perchè è il socialismo che si è avvicinato alla sociologia, di utopistico diventando dottrina positiva; gli ho documentato che la sociologia marxista non potevo conoscerla prima del 1892, perchè estranea agli studi criminali che fino allora mi assorbirono completamente; gli ho mostrato i guadagni che come professore, avvocato e deputato ho fatto colla mia adesione al socialismo .... ma tutto questo non serve. C'è una mia lettera dell' 8 novembre 1883, gelosamente custodita come futuri arma contro di me che ho la disgrazia di scrivere qualche migliah di lettere e cartoline ogni anno, e la si pubblica con esempio raro di delicatezza, che potrebbe spiacermi soltanto se io avessi a temerne qualcosa. Ma, pare impossibile tanta cecità, quella lettera è tale che costituisce la mia difesa più evidente ed è tale che la riscriverei, tal quale anche ora : Rileggiamola. « Il Fascio mostrò l'urgente necessità di rinsanguare « la democrazia, collo spirito delle nuove idee. Necessità « che io sento da molto tempo, ma a cui non ho po- « tuto ottemperare sinora, perchè nella mia incompiuta « posizione ufficialedi professorestraordinario, se all'eresia « scientifica aggiungessi quella politica, rischierei troppo « di soccombere nella lotta, che già tutto mi assorbe, per « non rimanere sopraffatto in quella scientifica. « Per ora necessità imprescindibili di lotta per l'esi- « stenza mi costringono ad accentuare la forma in senso « conservativo; senza naturalmente che io ,lica mai « cosa senza averne la più profonda e leale convin- « zione. Ciò non torrà però, quando lo credero oppor- " luno e quandomi daro alla vita politica (nel1'83 avevo « 27 anm ), di manifestarmi qual sono. « Ho dovuto convincermi che l'arte di far progredire « le idee sta nel velare la sostanza colla forma, sa.Ivo « sempre, ripeto (perchè non vorrei essere preso per « un gesuita.) salvo sempre la lealtà! » Ebbene questa lettera la riscriverei identica anche ora. C'è poco da dire: trovi il Colajanni un atto, un atto solo della mia vita pubblica e privata, che sia contrario alla lealtà più scrupclosa, ed io mi darò per vinto. Ma che dice, allora, il Colajanni, non di un uomo ma di un intero partito, come il socialista in Germania, che proclama al congresso di Erfurt essere • la religione una cosaprivata ? » E forse questa una slealtà, pur essendo una forma di strategia psicologica, ottimamente scelta per far progredire le idee senza urtare di fronte le difficoltà del sentimento religioso? Sono dunque tutti gesuiti e sleali i socialisti tedeschi? Ma io penso e faccio precisamente lo stesso quando pur dichiarandomi ateo (come l'ho stampato fin dal 1878 nel mio primo libro) dichiaro però di rispettare i sentimenti religiosi di chi li ha. Ecco qual' è la tattica psicologica, che io svelavo al Colajanni nel 1883.
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