Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 15 - 15 febbraio 1899

'R.lP'ISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ceva il trionfo d'ogni volgarità : in teatro era popolo ed eran signori : qui, a Napoli, il popolo si soffiava il naso tra le dita e i signori sputacchiavano fin sulle pareti della piccola sala del primo San Carlino. Ciò narra Samuel Sharp (Letlers {rom Italy) e narra ancora altre cose curiose che depongono, come si dice, molto poco a favore de' publici antichi. Del resto, anche oggi, il doppio senso e la porcheriola fanno sbellicare plebe e aristocratici da Scarpetta. Dunque Pulcinella viaggia, recita, e si marita con quante più donne può. Le sue vittime si chiamano or Colombina, ora Smeraldina, or Zez.,a, or Carmosina, or Pasquina. Di Zez.,a e marito addirittura nella prima metà del settecento, ed eccolo padre affettuoso e vigile dell'onore della figliola insidiato da un certo abatino don Nicola: Zeza Zeza, ca io mo esco Statte attienta a ssa figliola: Tu ca si mamma falle bona scolai Più in qua pare che di moglie e figli poco o nulla si preoccupi: eccolo rimaritato e per avventura fatto prigione e condotto in Turchia co.i la metà. Son chiamati davanti al Sultano e Pulcinella presentandogli la moglie s'inchina e aggiunge: A lo commanno de tutta la Corte Vostra I L'onore? Ne volete una definizione Pulcinellesca? A un'altra moglie, ch'egli s'adopera di lanciare in un'altra Corte straniera, Pulcinella, com'ella si schermisce vergognosa e paurosa, risponde: L'onore, bella mia, è o'apprenziooe. Andiamo, convenitene: costui ha una bella faccia tosta, ma ha spirito. Quanto a coloro - rirntriamo nella storia - che incarnarono il tipo del Pulcinella dopo che Fiorillo lo ebbe prodotto sulla scena non mi tornerebbe difficile l'elenco, ma sarebbe prolisso se volessi tener conto un po' di tutti. De minimis... si dice, e però mi basterà ricordare cbe ur: altro napoletano, tale Andrea Calcese, detto Ciuccio, sarto, perfezionò la maschera e le aggiunse natural grazia, che nel settecento era celebre Domenicantonio di Fiore, nato nel 171r, e che dopo aver per un pezzo recitato in questa Cantina che ci descrisse lo Sharp morì nel 1767 lasciando l'eredità della sua maschera a Vincenzo Cammarano, siciliano, che poi fu detto Gia11cola. Nel 1809 muore Giancola: gli succedono al San Carli110 il Tavassi, Filippo Cammarano, un tale chiamato Paolo 'o puorco e un altro soprannominato Cato d'acqua. Finalmente prende la maschera il sarto della compagnia, Giovanni Stile detto Giovannone, gran Pulcinella al cospetto di Dio. Chi legge le nuove Memorie di Sciosciammocca che vanno stampando nel Pungolo Parlamentai·e col titolo 'Da San Carlino al Fiorentini, sa che nella prima meta. del nostro secolo e proprio durante una trentina di anni ha recitato al piccolo teatrino di Piaza del Castello don Salvatore Petito, ex mimo; la :1arrazione dell'abdicazione di costui in favor del figliuolo suo Antonio e fin qua la parte più artistica di queste Memorie: scrosciano gli applausi mentre Antonio Petito recita, e il padre di lui, il detronizzato, s'arrovella dietro le quinte I Materia per una scena veramente drammatica! Ed ecco Antonio Petito al San Carlino, Pulcinella fin di secolo, rianimato, tardi, ma in tempo dalla dichiarazione de' diritti dell'uomo. Ed ecco il Pulcinella buon marito, operaio one• sto, generoso, talvolta pur coraggioso, spiritoso, non servo, non maligno, non rgoista, arguto, non· più goffo in amore, fine osservatore, intelligente popolano. Questo forse era troppo: e così, sul punto di rimutarsi, il Pulcinella .... mori. Dico, intendiamoci, sulla scena vernacola napoletana. E' il suo tipo quel che non è morto: anzi la maschera cinquecentesca par che abbia, singolarmente prolifica, popolato di Pulcinellini non pur Napoli, a' be' dì nostri, ma tutta quanta l'Italia. s. DI GIACOMO. Dr. NAPOLEONE C0LAJANNI Monvements socianx en Italie Paris, 1898. Lire 'UNA Polemica personale Sotto il titolo, Patii eparole, l'on. Enrico Ferri, per rispondere ad un articolo del nostro direttore, on. Colajanni, che lo riguardava, pubblicato in questa Rivista nel numero del 15 Gennaio, inviava parecchi giorni dopo, e precisamente il 27 dello stesso mese, in redazione un suo scritto, del quale richiese ed ottenne regolare ricevuta. Dopo ciò avevamo ra • gione di presum<::re che !'on. Ferri sarebbe stato soddisfatto e tranquillo, e avrebbe atteso con ragionevole pazienza, propria ·del case', la pubblicazione della quale solo a noi spettava, e.i pare, il giudizio e la responsabilità del momento opportuno per farla. Noi, infatti, per usargli la massima generosa premura che è nelle consuetudini della Rivista anche verso gli avversarii, appena ricevuto il suo voluminoso manoscritto, ci affrettammo a spedirlo all'on. Colajanni, il quale a sua volta ordinò la pubblicazione dell'artico 1o, appena fosse possibile, senza volerlo nemmeno leggere, appunto per lasciare al suo contradittore il più ampio sfogo nella difesa. Se non che, per la ristrettezza del tempo, trovandosi l'on. Colajanni fuori di Roma e, sopratutto perchè pel numero del 30 era completamente composto il materiale della Rivista, la pugblicazione dovette essere rimandata al numero presente. Queste ovvie esigenze giornalistiche, pare abbiano non poco contrariato !'on. Ferri, il quale contava, a quanto sembra, non solo sul cavaliere-

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