Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 15 - 15 febbraio 1899

'R._IVISTA POPOLAH.E f)J POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI famosa. Voglio dire del San Carlino, or novamente illustrato da un comico, Edoardo Scarpetta, che v' ebbe i natali e vi conquistò il nome e la fortuna. Però, come accade a tutti coloro a' quali torna di vivo interessamento la narrazione di fatti a' quali già la lor ricostruttiva fantasia volle assistere, io non ho lasciato l'elegante e variato libro dtl Croce prima d'averlo tutto letto fino alle conclusioni, con le quali la studioso e chiaro e operosissimo biografo d'un così celebre personaggio chiude davvero la serie delle ricerche intorno ad esso. Chi, pel primo, introdusse la maschera del Pulcinella su' teatri italiani ? Piermaria Cecchini, nobile Ferrarese, tra' Comici del tempo detto Fril!elli110, publicò intorno al 1628 un opuscolo intitolato: Frullo delle moderne co medie et avisi a cbi le recita. Alla pagina 34 dell'opuscolo, ove si parla di Pulcinella è soggiunto: « Inventor di questa stragofis;ima parte fu il Capitan Mattamoros, huomo in altn comici rispetti di una isquisita bontà, posciachè per fare il caoitano spagnuolo non ha avuto chi lo avanzi, et forse pochi che lo agguaglino. Questo, per far credue che anche la semplicità h,bbi,t loco d'albergare fra Napoletani, trovò qut:~to moJo d'introdurla ; il che poi ha avuto il suo accrescimento dall' immitatione et I' isquisitezza in Francesco, il quale non vuol privar la sua patria di trntJ guqto "· E chi era questo Capitan Matlamo1·os del quale il Cecchini si dimostra cosi tenero? Era tal Silvio Fiorillo, attore napoletano che recitò in Napoli e in altre città d'Italia nt'gl: ultimi decennii del secolo XVI, nt:' primi del XVII. Cosi che l'invenzione del Pulcinella o il suo primo apparire sulla scena italiana tra le altre masd1ere della commedia dell'Arte e di quella scritta risalgono alla fine del cinquecento e piglian posto buffone,co tra l'U manes'mo e il Rinascimento! Ma ognuno di voi, cortesi lettori, avrà udito dire, se non avrà letto, che a proposito di questo nostro comico e celeberrimo zanni bisogua nientedimeno risalire ad origini d'antichi:à ben più remot,. Una fisima degli eruditi, specie tedeschi, ò quella di ritrovar Pulcinella nella commedia latina. Un giorno, nella penombra perenne della sala del catalogo ddl' U11iuersilari1, che piuttosto sembra quella d'un ipogeo, un giovane erudito te- •desco, il signor Alberto Dietcrich, mi chiese, su quanti avessero scritto di commedie anticr.e e di comici e di Pulcinelli, indicazioni un poco più precise di quelle che egli era andato raccogliendo dalla bibliografia della materia. Glie ne fornii quante potevo: egli mi annunziò ch'era dietro a un libro aimostrativo della connessione evidente della nostra maschera con la rappresentazione popolana istrionesca latina, ch'era stato a Pompei, perfino, dove aveva visto o creduto almen di rintracciare sulle pareti di qualcuna di quelle case la raffigurazione dell'antico buffone imberrettato e incamiciottato, passatemi le parole, proprio come noi lo abbiamo conosciuto nel tempo nostro. Pochi mesi appresso 11 Dieterich publicò il suo libro, a Lipsia: Pulciuella; Pompejaniscbe Wandbilder u11driimiscbeSatyrs,piele, e me Io mrndò cortesemente. A questo libro si riferisce in molta parte lo studio recente del Croce. Questi a un punto si domanda : Se il personaggio, o alcuni elementi di esso, sono anteriori al Fiorillo, di quanto sono ant.:riori ? Si ha un limite determinabile ? E non potrebbero quegli elementi risalire all'antica commedia popolare latina, perpetuatasi in forma corrotta e rozza durante il medio evo? I-Io detto che lo studio del Dieterich proprio di questo argomento s'mtratticne: ma dal libro del Croce ora v~do che lo stesso erudito tedesco, dopo averè arzigogolato un bel po' per diradar nebbie che son fitte, termina per confessare che quella connessione non è stori~amente dimostrabile. E il Croce soggiunge: « che Pulcinella riproduca l'antico cicirrus (osco, gallo) e un ravvicinamecto • puramente verbale, e il Dietench stesso limita alla sola maschera i resti del camuffamento gallinac'eo ... Al Die- _terich, sembra che vi sieno tracce del nome di Macco nella parola maccheroni e ne 1 nome boccaccesco di 'Buff almacco ; il che se anche fosse non indicherebbe la trasmissione del personaggio comico ma di un semplice elemento verbale. Una sottigliezza, che sfugge alla discussione, è la parola Macco ritrovata in una correzione di un copista dell'uadt:rimo secolo dell'Apologia. di Apuleìo. A tutto ciò il Dieterich stes,o sembra dare e non dare importanza... » Lo scrittore tedesco è pur caduto in un errore di fatto quado ha soggiunto che il vocab0lo zanni, usatissimo nella commedia dell'Arte, derivi dal nome sa1111io. Si dava il nome di zanni a' servi sciocchi: Pulcinella è un servo sciocco e si chiama: zanni : ma zanni vien da Gianni, o Zuane, o Giovanni, ed è il nome del servo sciocco bergamasco. Ciò è risaputo ormai e ve ne sono inoppugnabili documenti. * " * I lettori della 'R._ivista a' quali va per mano questo mio breve scritto di curiosità, diciamo, artistica credo che abbian davvero poco tempo da spendere diètro elucubrazioni filologiche, raffronti storici ed argomenti etnici. La storia anedottica di Pulcinella certo li interes- -~erebbe assai piu. Egli ha viaggiato, ha portato un po' da per tutto la sua buffoneria pa1tenopca e con quella ha gareggiato co' suoi compagni di palcoscenico, altre masche1·e, le quali ne' vari dialetti de' varii paesi d'Italia non meno esprimevano i difetti, le debolezze, le scurrilità loro cittadini. Il toscano era avaro, pretenzioso, falso, interessato: era umile ma satirico il veneziano, ora bonaccione, or ruffiano, or amante; il lombardo altezzoso ma grave, fastidioso, parolaio e declamatore. Il manco d'amor proprio, la viltà, l'imbrogliar gente, il servir male: un incoerente miscuglio di sciocchezza e di furberia, l'egoismo, la sensualità, la bugia, ecco parecchie delle caratteristiche artistiche di Pulcinella. Direte: non sono poche, e belle certo non sono. D'accordo: ma intendiamoci, gli altri non erano migliori. Nè il buon pubblico secentesco si disgustava di una rappresentazione cosi losca della umana creatura: l'abito medesimo del Pulcinella che è goffo, ma non antipatico, quella sua voce uscente con suono ridicolo di sotto alla mezza maschera, la stessa nera maschua che gli stampava in faccia una comicità perenne piacevano. Le scurrilità piacevano. Pia-

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