'R.IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI polo italiano lo stesso significato che altrove fu attribuito a disposizioni consimili. Esso non fu dalla coscienza pubblica italiana interpretato soltan:o nel senso di una ormai pressochè superflua negazione di privilegi personali o di casta, ma bensì sopratutto nel senso che la partecipazione alla cosa pubblica fosse guarentita a tutti i regnicoli intellettualmente capaci, come un diritto proprio, mperiore a qualsiasi disposizione del potere legi;lativo. Così e non diversamente la coscienza civile dei popoli ita· liani ha inteso la disposizione contenuta nell'art. 24 dello Statuto Albertino; cosi ha inteso tutte le altre disposizioni che concernono le lil:,enà fondamentali, inerenti all'uomo politico perchèe in quanto tale; e chi ciò non vede e non comprende, mostra_ d'ignorare la nostra Storia, e di non ess<rsi reso conto dell'intimo substrato psichico sul quale si basa la politica nostra unità. li Parlamento - nou dimentichiamocene - rappresenta la volontà del popolo italiano a pezzi ed a bocconi; in esso rivive e deve necessari amente rivivere, checchè si dica e faccia in contrario, il genio inttmo particolaristico ital;ano, ind struttibilmente impresso dalla storia nelle nostre coscienze. Il sentimento unitario non vive che nello Statuto, non palpita che attorno allo Statuto, che, solo, ha raccolto in sè l'espressione di sentimenti comuni a tutti gl' italiani, ed ha riconsacrato col voto di tutti gl'-italiani i principii affermati colle sue disposizioni. D,t qualche tempo a questa parte sembra, pur troppo, che i nostri uomini politici, traviati da meschino spirito partigiano, gareggino ndl' impresa non bella e pericolosissima di minare le basi della nostra politica un.ità, ponendo sempre più ostensibilmente e sfacciatamente nel dimenticatoio le più essenziali guarentigie statutarie. I diritti di riunione e d' associazione, la libertà di st,1mpJ, le supreme guarentigie giurisdizionali, tutto è srato disconosciuto, calpestato, strniato a capriccio da governi violenti, appoggiati ad ignoranti o corrotte mJggioranze par!ament:iri. Badiamo di non a'ldare troppo innanzi, colla testa uel sacco, per questa via sciaguratissima. Bad•amo che, al!a lung.,, i popoli italiani non abbiano ai accorgasi che l'uni1à con tanti sacrifici e con tanto entusiasmo attuata, non porge alle libertà civili fondJmenrali, maggiori garanzie che non se ne avtssero colle divisioni politiche d'un tempo. Prctèn.lere di privare, con una legge, intieri collegi elettorali del diritro di esprimere pubblicamente il loro pensiero, la loro volontà, significa rinneg,1re le tradiz'oni universali della libera coscienza civile moderna, e significa ancora, per noi particolarmente, ~!tentare alle basi più intime della politica nostra unità. Questo abbiamo creduto dover dichi:irare a proposito d'un progetto che, attuato, segnerebbe un passo gigantesco irr<!vocabilmente mosso nella via sciagurata della cieca reazione antipatriottica. Se il progetto arriverà fino alla discussione innanzi alle C:imere, o se sarà, con migliore avvedimento, ritirato a tempo dal proponente, noi non sappiamo nè vogliamo sapere. Ci basta il fatto solo che un tale progetto abbia potuto essere, in Italia, concepito e formulato, per giustificare il nostro grido d'allarme. Analizzare le singole disposizioni d' un parto così mostruoso del pensiero politico, rilevare l' enorme disuguaglianza istituita a capriccio fra gli elettori politici e gli amministrativi, pungere con l'aculeo dell'ironia inesorabile un governo che pro· pone misure estreme contro i brogli, mentre e desso governo in Italia not0riamente pur troppo, maestro tgregio eJ assiduo sempre dei brogli più scandalosi ... tutto questo sarebbe facile di soverchio davvero, ed a queste considerazioni minori non mancherà tempo di accennare altrove. ( r) Quello che più premev.t - dal punto di vista dei principii - si è detto, e con ciò che si è detto la odiosa misura proposta è già troppo condannata al cospetto della coscienza pubblica. Per il bene del nostro paese, per l' onore della patria nostra che sopratutto ci è caro, auguriamo che presto si diradino le tenebre d' una reazione insana che coltiva e sviluppa i germi deleterii di consimili mostruosità incivili; auguriamo che tornino i tempi belli e gloriosi in cui progetti ùi questa fatta, in Italia, nonchè proposti, non potevano esser neppur concepiti da menti italiane. Prof. l\fANFRF.ur S1orro-PrnTòR del!'Unh-ersitadi Urbino. ~/~~ / •· Il recente libro di Benedetto Croce « Pulcinella e il personaggiodel napoletanoin çommedia » mi ha ricondotto alle memorie di alcuni miei vecchi studii su quel \ ,,. ~ ,. :-...,i't'- - - ~-~·- ~ ~ teatrino partenopeo che vide così a lungo e accolse con tanto favore quel personaggio, e quasi ne fu la tomba (1) Leggi in proposito il nostro articolo nel « Giornale de· gli Economisti ». Ftbbraio 1899.
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