Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 14 - 30 gennaio 1899

'R..,IVISTAPOPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 27r vincerla della inutilità di ogni sforzo, di ogni resistenza all'adattamento. Colla gradazione gerarchica viene nascosto al soldato il motore di tutto il meccanismo militare ; gli viene sottratto cioè il fulcro, il punto vitale su cui dovrebbe puntare per resistere; la lunga catena delle dipendenze gradate ha infatti l'effetto immediato di togliere ai suoi superiori immedia!i - a q_uellicioè a. ~ui s~lo gli è per-: messo rivolgersi - ogm responsab1htà d1 quanto gh fanno fare. La gradazione g~rarc_bica fa I' u~cio d'un cuscinett~ elastico d'una specie d1 molla a spirale che salva dagh urti repentini ed inaspettati il punto vitale, il fulcro su cui l'esercito poggia: l'autorità. Qualunque ~forz? che provenga dal basso della scal~ gerarchica è nsent1to po!ent_ement_esolo alla base, . a1 primi gradi della ger~rch1a,. 1 9uah tramanda1;10 attutito l'urto via via ai gradi supenon e vengono poi a far rea- :.iione con la forza elastica di tutta la molla a spirale gerarchica, riprendendo cosi_ k> stato normale. . . Ogni grado insomma nfl~tte ~a su~ pot_enza_sut grad! inferiori e salvaguarda daglt urti. sub1tane_1~d mas_pettatI i gradi superiori. Per ques;a ragione tu:tl 1_gradi concorrono a domarè una resistenza, ma, s1noti bene, senza bisogno di intervenire direttamente e mat~rialmente ; l'in_- calcolabile vantaggio e la fo~za mor~le 1_mmensache ntrae l'autorità da questa geniale ap~ltcaz1one della legge d'elasticità nel campo morale che nesce a spostare ed a rendere innocui gli sfor~i _ri?el,li,s'!mpone ~~l'osservatore più superficiale che avv1c1n1I ~mb1ente m1l1t~re. . . . Difficilmente la resistenza d un soldato agh ordm1 ncevuti arriva alla categoria degli ufficiali. Dd resto se è possibile che un s?ldato resi~ta ai cc~ mandi dei gradi primi della gerarchia, avrà bisogno d1 duplicare d'energia per i gradi eh~ suss~guon~, perch~ la forza morale dei gradi aumenta tn ragione diretta della loro lontanaaza dalla forz1 resistente. Btffeggiato dai suoi compagni, non sapendo ~u eh: puntare per resistere tenacemente, mancandogli ogm mezzo um-ano per farsi valere, l'uomo normale si adatta sanguinando alla sua condiz!one, e si consola coli'. idea che il tempo passerà per lut come passò per quelh che lo precedettero. . . L'idea che il tempo passa e che ~er ogm soldato s1 avvicina l'ora della libertà, ha una importanza grande nell'ambiente militare, perchè è l'unica reazione morale che i soldati dopo aver trovata vana ogni resistenza attiva, oppong~no alle coazioni dell'~sercito. . Riuscirebbe interessante raccogliere alcune delle immense variazioni che sul canovaccio di tale idea si Bvolsero e si svolgono. Essa è la trama, l'anima delle canzoni militari create dai soldati stessi e che si tramandano da una classe all'altra; essa, in mille modi, è espressa nella maggior parte delle isc.rizioni che si trovano su pei muri del quartiere; nelle camerate, nei corri_doi, 1:1el_l~eatrine, nei casotti delle sentinelle; essa tanto vive d1vita mtensa nel cervello di ogni soldato, è lo scopo dei 4/ 5 dei discorsi o degli scherzi che si fanno nelle camera_te;_a questa idea infine ricorre il soldato per armarsi dt quella virtù che glorificò Giobbe e di cui sente cosl intenso bisogno. Nel meccanismo militare, in cui esiste una saggia economia di disposizioni, essa funziona come da valvola ci sicurezza attraverso alla quale si disperdono le reazioni dei soldati. Si ha un esatto concetto della intensa passionalità che tien desta tale idea nell'animo dei soldati, allorchè vien congedata una classe. . . . . Difficilmente nella vita s1 presentano contrasti psicologici collettivi cosi vivi e palesi come in questo caso; una pazza gioia è nella classe che ~i congeda, ?n intenso desiderio di pianto, un senso d1 lugubre disperazione nella classe da poco reclutata. La gioia, si sa, rende buoni. Ebbene il con~edante salutando la recluta non sa trovare una frase piu dolce, più consolatrice di questa :«Fatti coraggio! Il tempo della tua ferma passerà più presto di quanto credi! » Un altro potente mezzo di coazione morale ci rimane da notare: l'istruzione militare. Con questa l' ambiente militare viene a condurre a termine la sua grande e faticosa opera; l'unificazione dell'esercito malgrado la mancanza del sentimento morale unico da cui esso dovrebbe ricavare la sua forza e la sua unità. Coli' istruzione militare si distruggono totalmente le singole forze individuali, originali, libere che impedirebbero la coesione e l'unità dell'esercito. La parte più vitale della istruzione militare, quella che viene maggiormente curata, perchè è giustamente ritenuta dai superiori come la sola capace di dare disciplina e coesione, o come essi dicono, « soldati più alla mano », non è, come si potrebbe credere, quella che realmente prepara l' esercito alla gnerra; le tattiche cioé, l'istruzione in ordine sparso, i tiri; la parte più importante, dal lato morale, dell'istruzione è l'ordine chiuso, l'istruzione di parata, è, in una parola, la scuola d'automatismo. Questa scuola a cui con amorosa ed istancabile cura vien sottoposto il soldato, raggiunge pienamente il suo scopo perchè ha un grande potere narcotico sulle singole volontà e sulle singole coscienze; con essa si educa il soldato alla totale rinuncia del proprio cervello e della propria volontà. Nei primi tempi le istruzioni in ordine chiuso affaticano sensibilmente il cervello per l'attenzione massima e la precisione di movimenti che richiedono, col tempo e colla pratica si ve:igono a fare passivamente, automaticamente, per una specie di memoria organica che si vien formando nei muscoli. Ma la prostrazione morale e materiale che questa istruzione dà ai nuovi giunti, concorre, con tutti gli altri mezzi morali, ad accelerare la formazione del soldato-automa degli eserciti moderni; la recluta perde la facoltà e la volontà di agire se no.o comandata, vive in una specie di sonnolenza intellettuale e morale che col tempo si muterà in quell'amore all'ozio cosi caratteristico del soldato completamente formato; l'avversione ad eseguire un qualsiasi lavoro per iniziativa propria che parrebbe a prima vista un male, e che è invece un bene grandissimo per l'ambiente militare, perchè facilita quell'unità d'azione senza della quale un esercito non può sussistere. Per questa specie d'abulia che sin dai primi tempi si crea nel soldato, torna più facile ali' ambiente piegarlo ai suoi voleri e seguirlo in tutte le manifestazioni della vita; gli è cosi ordinata I' ora della pulizia, del rancio, della libera uscita, della ritirata e del la sveglia ; il soldato trovandosi osservato, preceduto e seguito in tutti i suoi bisogni, essendo spinto a fare tutto ciò che gli occorre per ordini ~uperiori, perde a poco per volta la fa. coltà di pensare e di volere per impulso proprio; il suo cervello, la sua volontà, sostituiti completan;ente anche nei bisogni intimi ed individuali dai regolamenti e dagli ordini superiori, gli sono divenuti inutili; c'è chi pensa per lui a farlo star pulito ed arredato, c'è chi sa costringerlo ad attaccarsi un b..ittone o a pulirsi le scarpe; l'abitudine di non agire se non comandato si c9nnatura in lui, si fa cosi organica che in quei pochi momenti in cui vien lasciato libero trova modo d'annoiarsi orribilmente. Numerosi soldati, sprovvisti di danaro, stanno in quartiere anche durante l'ora della libera uscita, e questi, colla pipa in bocca, si attaccano disperatamente all'unica idea rimasta nel loro cervello; all'idea che il tempo passa e che insensibilmente si avvicina il momento in cui saranno rilasciati liberi. Ma quando ciò avverrà i tristi effetti della scuola dell' automatismo si faranno ancora sentire. Appena ritornati alla vita borghese un desiderio invincibile d'ozio li occuperà ; noteranno con dolore e stupefazione di essere inadatti a quella vita di iniziativa che in sommo grado la società moderna esige; vorrebbero ancora essere costretti ad agire da una volontà a loro

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==