Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 13 - 15 gennaio 1899

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl 249 persuadersi che la premessa in questione è condannata inesorabilmente, sia dai dettami della filosofia civile e della scienza politica, sia dalle disposizioni dd nostro diritto pubblico positivo. La filosofia civile insegna che il diritto elettorale è il mezzo unico di traduzione esteriore, nella realtà pratica, del principio di sovranità nell'unica sua legitti ma espressione. ( l) La mostruosa statolatria Hegeliana, per quanto paurosamente invadente, per quanto covata con amorosa cura da governi illiberali e corruttori, non è riuscita ancora - neppure mediante i sussidii recenti accattati dalle frettolose e pretensiose conclusioni d'una sociologia immatura - a soffocare nella coscienza degli uomini liberi i germi luminosi e indistruttibili delle idee feconde e gloriose che strapparono l'Umanità civile dai ceppi secolari dt!la tirannide politica e religiosa. Invano si è distrutta, col piccone demolit0re della critica inesorabile, la nozione del diritto naturale; invano si è - per dirla coli' egregio avv. Lombardo-Pellegrino - ricacciato con lusso d'inchiostro nel mondo mitico dei gnomi ridicoli il notaro redattore del Contratto Sociale. Il pensiero fondamentale tuttavia rimane; tuttora molti postulati della teoria costituzionalista, per esempio: il diritto plebiscitario, il patto tra principe e popolo, il diritto di resistenza, non sono che aspetti rimodernati del vecchio concetto contrattualista; in fondo, la vita dello Stato è ancora concepita come un eterno e progressivo duello tra l'individuo e lo Stato, con l' accordo conseguente che lo compone per un periodo di tempo a maggior gloria dell'individuo, e determina la legge di diritto pubblico, con la lotta risorgente. (2) Dolorosa riesce questa constatazione a tutti coloro che - come il citato scrittore - considerano la dottrina politica quasi esclusivamente dal punto di vista teorico, trascurandone il lato pratico eminente. Se ne rallegra invece con intima compiacenza, chi, come noi, guarda innanzi tutto alle conseguenze pratiche dei principii, delle dottrine, e riflette ai beneficii incalcolabili che la concezione contrattualistica ha recato ed è in grado di recare tuttora ali' umanità civile. Il possesso quasi incontrastato della libertà, e la tendenza qnasi morbosa all'astratta speculazione teorica, di cui siamo debitori in gran parte alle intemperanze ideologiche del genio Hegeliano, ci hanno fatto dimenticare troppo presto le lotte gigantesche, nel campo delle idee e nel campo dei faiti combattutesi per l'emancipazione dell'uomo dal servaggio politico. Alla filosofia del diritto di natura, che nel secolo XVII proclamò il principio della sovranità popolare, ed al susseguente meraviglioso sviluppo del contrattualismo e di tutta la filosofia politica del secolo X VIII, il mondo moderno deve quel fondo comune di principii e d'isti- ( 1) Nel più recente e miglior Trattato elementare di Diritto Costituzionale pubblicato a' giorni nostri, l' illustre prof. A. Esmein formula esplicitamente codesto principio, colle seguenti parole: « L' exercice du droit de guffrage politique, n' est pas autre chose que l'exercice de la souveraineté elle-meme. » Cfr. Elèments de droit constitutionnel, Paris, Larose, 1899, Premier fascicule, p. 176 della seconda edizione. (2) Cfr. ,, Determinaz. scientif. del Dir. Costituz. » in Rivista Scientifica del Diritto, Maggio-Loglio 18',)8,p. 204. Il Lombardo Pellegrino, scrittore acuto e geniale, è meritameme :annoverato fra gli ottimi giovani cultori delle politiche discipline. tuzioni liberali, che costituisce ormai la base incrollabile del diritto pubblico in tutti i paesi civili, nonchè il punto d'appoggio e la molla irresistibil. mente impulsiva per le più auspicate riforme politiche future. Non importa che al Contrattosociale e al 'Diritto natnrale, nel senso storico accampato dai filosofi d'una volta come verità assiomatica, oggi non si possa più credere affatto. Spogliata la falsa e romanzesca veste storica e metafisica, quelle grandi e feconde dottrine hanno pure sopravvissuto, nella intima loro sostanza, al crollo dei vani fantasmi sui quali sembravano arrampicate; ed oggi esse stanno a significare la verita positiva incon· trovertibile, che il diritto pubblico ha nell'individuo moralmente libero il suo punto di partenza, e che il potere . pubblico non può esercitarsi legittimamente, se non rispettando l'autonomo svolgimento delle facoltà individuali eminenti, che differenziano l'uomo dal bruto. Il prot. Orlando (r) non vuole che si consideri come diritto naturale dell'uomo il diritto al voto, perchè dal punto di vista scientifico, l'idea di diritto naturale è fuori di luogo trattandosi di diritti politici che hanno tutti una ragione storica. In concreto poi, non si comprenderebbe come il diritto al voto, che suppone una forma di governo che può dirsi recentissima, possa esser tale che senza di ~sso resterebbe monca l'idea dell'umana personalità, Al che si aggiunga che la nozione organica dello Stato moderno non potrebbe farci ammettere nel cittadino un diritto autonomo, indipendente dallo Stato stesso, e quindi per avventura ad esso superiore. Questa è pur troppo l'opinione dominante oggi nel campo teorico, e gli scrittori più autorevoli e meritamente più reputati, credono, in buona fede, di avere eliminati, con queste severe proposizioni, gli errori Jatali della filosofia rivoluzionaria messa alla moda con leggerezza deplorevole da quegli ignoranti~simi capi scarichi dissennati che furono Giovanni Locke e Gian Giacomo Rousseau. Ma chi ricorda che le dottrine di quei due capiscarichi e de' loro predecessori e seguaci riuscirono a cambiare la faccia del mondo civile: chi pensa che le verità da essi stupendamente illustrate furono prima battezzate col sangue dei martiri e dei popoli nella Riforma religiosa del XVI secolo, e poi consacrate con lotte cruenti fierissime, con sacrificii inenarrabili, con grandiosità non più vista di eventi, e splendore insuperato di smagliante dottrina, nella rivoluzione puritana inglese del XVII secolo e nella francese del XVIII - oh! chi tutto questo ricorda, e chi pensa al perchè ed al come della emancipazione relativamente recente dell'uomo civile dalla politica servitù, non può davvero lodare il feticismo della ufficiale scienza politica italiana odierna per quella pretensiosa ed infelice nozione organica dello Stato, che, divellendo il genio latino dalle genuine sue radici dottrinali e storiche, pretenderebbe soffocarlo fra le pastoie dell'imperfetto costituzionalismo germanico. In un lavoro mio recente sulla « Sovranità. popolare (2) » ho dimostrato quanto siano vuote, indefinite, e spesso anche contraddittorie le formule (1) V. l'ottimo manuale di dir. Cogtituz. pubblicato dal Barbera di Firenze, %% 108-110. (2) Torino, Bocca, 1898.Vedi specialmente i§§ XIII e XIV.

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