RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCJALI adoperandosi esclusivamente per il trionfo, ad ogni costo, dei proprii loro interessi. In questo modo i diritti della generalità si sono venuti perdendo affatto di vista; le idee, i sentimenti, i principii che una secolare evoluzione sto· rica ha fissato saldamente nella coscienza dei più, sono venuti perdendo la sana, legittima influenza sempre esercitata sulla normale esplicazione di ogni attività governativa non incivile:; l' olio santo della consacrazione divina, che serviva una volta a giustificare in modo assoluto ogni arbitrio del monarca, è colato - come con fi.nissiwa ironia osserva lo Spencer - sul capo dei componenti le mutevoli maggioranze parlamentari; e i governanti 'si sono persuasi di potere, appoggiati ad una di codeste maggioranze, fare qualsiasi cosa, anche a dispetto della pubblica opinione, anche con manifesto dispregio delle pubbliche guarentigie solennemente sancite, e dei più autorevoli pronunciati della Scienza. Di qui una politica da kanguri, tutta a sbalzi e a strappi; di qui il pregiudizio insano di potere e dovere, da un momento ali' altro, applicar con successo ad ogni piaga sociale il cerotto d'un frettoloso e mal valutato provvedimento legislativo; di qui il semplicismo inconsulto, la grossolana fede negli specifici che - per dirla col prof. Mosca (1) - trovano la loro spiegazione nella voglia di guarir subito e senza fatica, nell'ignoranza ignava che aborrisce dallo studio dei complicati e difficili problemi sociali; e che possono essere sempre, da un'abile réclame, molto accreditati. Di questo sciagurato sistema ci offre oggi appunto un campione singolarmente caratteristico l'on. Pelloux, col suo progettu di modificazioni alla legge elettorale politica. Dolorosi disordini improvvisamente scoppiati nel nostro paese e ingigantiti dalla paura e dalle meditate esagerazioni malvagie di uomini interessati, hanno provocato una reazione enorme, spinta fino ai limiti del grottesco; eppure perdonabile forse, fino ad un certo punto, in quelle prime sue tumultuose manifestazioni, che si dovettero all'impazzata contrapporre a manifestazioni contrarie non meno tumultuose. Ma passata la sorpresa del momento, superato affatto il pericolo rivelatosi quasi intieramente fantastico, e rientrata la calma negli spiriti, la Scienza procedette, serena e rigorosa, all'adempimento del suo compito; e per bocca del De Viti de Marco, del Nitti, del Vidari, e di molti altri che troppo lungo sarebbe ricordare, (2) giudicò autorevolmente uomini e cose, riconobbe e condannò gli eccessi della reazione, ne preconizzò i perniciosi effetti, diede ai governanti preziosi suggerimenti intorno al modo di provvedere durevolmente e con maggior oculatezza all'avvenire. I prognostici della Scienza si sono avverati di tutto punto; le prime avvisaglie delle lotte elettorali, non solo amministrative rr,a persino commerciali, hanno rivelato la robusta affermazione e la (1) Cfr. nelJa « Rivista popolare » (n. del 15 settembre 1898) lo studio acuto ed interc,sante del Mosca intorno a « Due pos• sibili modificazioni del sistema parlamentare ». V. anche il mio lavoro: « li sistema parlamentare rappr~sentativo. Mali e rimedii ». Torino, Rou~ e Frassati, 1896. ( 2) Per una più ampia rassegna, si confronti il mio lavoro suùa « Reazione. Meditazioni filosofiche e politiche ». Roma, VoBlma, 189~, espansione rapidissima di un generale moto di contro-reazione, determinatosi ne Ila coscienza pubblica di fronte agli eccessi incivili d'uno spirito angusto e cieco di conservatorismo illiberale e regressivo; eppure i governanti attuali non hanno saputo seguire la via con tanto senno additata dai pensatori più autorevoli, e si sono ostinati, con singolare cocciutaggine, a voler tirare innan1.i col semplicismo grossolano degli specifici legislativi. Che cosa fa il genitore saggiamente severo, quando un figliuolo sbarazzino, a disp-:tto dei ripetuti ammonimenti, persevera nella disobbedienza ? Il genitore saggiamente severo mette in castigo il malcapitato rampollo insolente. Ebbene! l' on. Pelloux ha proprio creduto di poter mettersi, di fronte ai collegi elettorali del Regno, niente più e niente meno che nei panni del babbo di fronte ai proprii rampolli. Se eserciterete - dice egli nel suo disegno di legge ai mentovati Collegi - le vostre funzioni in modo lecito e conveniente, io vi lascierò votare ; se no, vi metterò in castigo, e per tre anni dovrete stare in un cantuccio, col viso voltato verso il muro, senza poter più aprir bocca per far noti i vostri sentimenti, i vostri bisogni. Non creda alcuno eh' io voglia, con questi! mie parole, fare sfoggio inopportuno di umorismo ironico. No, la mia valutazione del progetto Pelloux non vuole affatto ferire col pungolo fine e pene• trante della satira umoristica; essa vuole essere ed è, una rivelazione rigorosamente esatta dello spirito che informa le disposizioni di quel progetto ; spirito che direttamente discende dalla dottrina politica patriarcale, e si richiama nettamente, senza ambagi, alle idee filosofiche' sociali del Filmer, del Fénélon, del Bossuet, risuscitate dopo ben due secoli, in Germania, dal Vollgraff, dallo Stronberg, dal Bi.ichner, e da non pochi altri adoratori impenitenti dell'assolutismo. Soltanto, infatti, richiamando alla mente quelle viete dottrine, si può riuscire a spiegarsi qual sia il concetto ispiratore d'un disegno di legge che - disconoscendo i principii più inconcussi dell'odierno diritto pubblico, e le più essènziali guarentigie statutarie - presume spogliare con un tratto di penna, gli elettori di un diritto che in essi è sorto non per di:;posizione legislativa, ma per una lunga e feconda elaborazione storica dell' umana coscienza civile. Il progetto Pelloux considera la facoltà di votare, come una concessiongeraziosa fatta dall'autorità pubblica al cittadino; concessione, quindi, revocabile dalla stessa autorità pubblica ad arbitrio, quando il cittadino ne faccia un uso non consentaneo ai principii, alle idee, alla volontà dei superiori. E qui appunto si rivela in tutta la sua crudezza l'influenza della dottrina patriarcale, poichè precisamente in essa l'accennato punto di vista è posto, in modo esplicito, a fondamento del sistema di vita sociale e politica vagheggiato dagli adoratori dell'assolutismo. Ora - a parte anche l'odiosità manifesta di voler porre in essere, proprio sulla soglia del secolo ventesimo, un provvedimento ispirato ai criterii già combattuti gloriosamente, or sono più che duecent'anni, dal genio immortale di Giovanni Locl\e - a parte aqche 9ucsto, non è difficile
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