Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 13 - 15 gennaio 1899

RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 247 possibilista, che non esisteva, ma era fuori dell'Estrema a guardare per fare i suoi conti. Dopo questo estratto concentrato deI più vigile e accorto opportuoismo - come lo chiamano gl'ingenui - operosità aborrente dall'ozio mulesco - come peregrinamente lo battezzano i predestinati alla Enrico Ferri - a che varrebbe indugiarsi in altre logomachie ? Dal mio punto di vista limitato, il contrasto tra il Ferri del 1886 e il Ferri del 1898 era tal cosa deplorevole da indurmi ad ammettere per generosità che egli si decidesse almeno una buona volta a fermarsi e rimaoere quale è diventato in questi ultimi anni. I vacillamenti, le incertezze, le ipocrisie, le menzogne giovanili po,sono essere perdonabili se transitori; lo sono meno se suggeriti dal calcolo, per raggiungere un vantaggio personale; ma la gioventù può valere a giustificare tanti errori. Ora, invece, Enrico Ferri, non solo ha dato lui stesso la dimostrazione luminosa della sua persistenza cosciente nel metodo, ma l'ipotesi e l'augurio che egli pos,a almeno rimaner fermo nelle idee di oggi, lo irrita e lo offende. lo mi perno perciò di aver fatta l'uno e l'altra e ne faccio ammenda. Ma individui come lui, allora, non dovrebbero mai arrogarsi il diritto di dare lezioni di coerenza, di lealtà, di rettitudine - tutte cose delle quali essi sorridono - a chi non venne mai meno alle regole supreme della onestà pubblica e privata e che non mutò di una linea la propria condotta nella buona e nell'avversa fortuna. Un tipo quale questo signore si è auto-fotografato, può avere il diritto di vantarsi della sua camaleontica venusta, non quello di infastidire chi ba del dovere del galantuomo nella politica, nella scienza, nella vita, un concetto che i suoi pari non intenderanno giammai. Dr. NAPOLEONE COLAJANNI. ILSOCIALISMO ùiNapoleone Col~anni (GIUDIZI) Dal The Clarion (5 Novembre 1898) la più diffusa rivista socialista inglese : u Del Socialismo del Dr. Napoleone Colajanni, membro del Parlamento italiano, si è pubblicata la seconda edizione italiana a cura della Rivista Popolare di Roma. Questo famoso libro apparve la prima volta nel 1884 e fu grandemente apprezzato dal pubblico colto italiano e straniero ed anche dagli intelligenti oppositori del socialismo. Fu scritto allo scopo di combattere le asserzioni del criminologo e sociologo Enrico Ferri, la cui opera Socù1lismoe Criminalità apparve nel 1883. Il libro del Colaj anni ebbe la buona fortuna di convertire Enrico Ferri al Socialismo (1). Questo sociologo scrisse nel suo libro dell'8 3 che li sociologia era l,i pierre d'achoppement del socialismo ; al Congresso di Sociologia di Parigi dichiarò che la Sociologiasarà socialistao non sarà. L'erudizione spiegata da Colajanni nel Socialismo è rimarchevole. Egli ha letto moltissimi libri pubblicati sul socialismo, sull'economia politica, sull'evoluzione ecc. Dal medesimo si scorge che sono molti i libri pubblicati in Italia e molte le traduzioni di libri sul socialismo. In questo l'Italia sembra più prolifica delle altre nazioni... Il Dr. Colajanni è autore di numerare altre opere di Sociologia e _Cri- (1) Il critico del C//1rion è in errore; e i nostri lettori s~ ne accorgerannodall'~rticolodel Dr. Colajanni,che tro,·eranno in questo numero. N. d. R. minologia, sulle cause delle ribellioni in Sicilia, sul!e Istituzio_ni Municipali ecc., alcune delle quali sono opere d1 valore altamente apprezzate in Italia e altrove. Intorno allepro[ettate [[innteemoùificazioni alla legge elettorale politica Io uno studio veramente stup ndo sulle recenti sommosse in ltalia, comparso or non sono molti mesi nel Giornale degli Economisti (V. il N. dello sc?'.so Giugno), l'illustre e benemerito prof. Dc:: V1t1 De Marco, accennando alle probabili conseguenze ddia violenta reazione politica determinata da quelle sommosse, ricordava gli effetti della non lontana repressione di Sicilia sull'animo ddle persone politicamente e moralmente meglio educate, ricordav,1 le molteplici candidature dei condannati dai Tribun~li militari d'allora, ricordava i successi allora conseguiti dai socialisti nelle elezioni amministrative, prevedeva che gli stessi metodi avrebbero oggi prodotto i medesimi effetti, mentre già la sospensione delle garanzie statutarie andava fabbricando martiri e candidati politici che avrebbero gettato il paese in un nuovo antipatico periodo di sterile agitazione ele'ttorale, ed ammoniva che perniciose anzichè benefiche sarebbero state tutte le misure in qualunque modo restrittive dell'esercizio della libertà e dei diritti politici. A questi aJrei ammonimenti d'un uomo insigne, d'un conse~vatore illuminato e liberale, ho ripensato con cnstezza grande leggendo il disegno di legge dell'on. Pelloux, inteso a modificare la legge elettorale politica. Con grande tristezza vi ho ri - pensato, considerando anche una volta come si accentui in modo sempre più grave nelle nostre sfere governative la tendenza sciagurata a quell' insano disconoscimento della parola alta e serena della Scienza, che conduce a dissociare sempre più deplorevolmente la vita, l'attività politica dei ceti dirigenti, dagl'indirizzi più elevati che il pensiero scien• tifico addita allo coscienza pubblica. Sciagura grande, codesta, per un paese civile; poichè se è lecito dubitare dei buoni risultati pratici d'un ideale governo di filosofi, quale Platone lo sognava, non è possibile però nascondersi che male provvederà sempre ai p;ù alti interessi d'una civile consociazione quel governo che inascoltati lasci ed ostentatamente negletti gli ammonimenti dei savii. La politica, orbata ùei lumi superiori della Scienza, non può non ridursi ad una incivile palestra di sterili contrasti disordinati e violenti, aggirantisi di continuo in una angusta cerchia di interessi meschini, di poche e ristrette idee, altrettanto cap:irbiamente esclusi v-e quanto mal di.çerite, e destituite di ogni saldo fondamento sciencifi.co. Tale è pur troppo, da parecchi anni a questa parte, l'andamenco della nostra vita politica; sicchè 1 partiti che si contendono il potere, sono venuti a~ituandosi a considerare la conquista di esso, non già come un mezzo per l' attuazione di principii, di indirizzi generali intesi a promuovere il bene di tutto quanto il paese, ma come uno spediente acconcio per sopraffare colla violenza gli avversarii, dando libero sfogo alle passioni loro particolari,

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