l ì Rlf7YSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCI11LI 243 violenti attacchi per la costruzione, da lui voluta di un porro militare in Bruges. In questa occasione nemmeno i giornali monarchici e clericali (La Pa:rie, Le Patriote ecc.) lo hanno risparmiato; ed il Peuple sotto il titolo Un 'R._oiencombrant riprodusse parecchi brani di tali giornali, che provano come t\~tti i partiti nel Belgio Yogliano us1re largamente della libertà. Ma l'argomento che somministra le più frequenti occasioni ad emettere giudizi severi sul conto del Re è sempre uno : il Congo, la politica coloniale. Eccone un saggio. Nel Peufe del 1; settembre 1898 col titolo: Le danger congolais si ri produceva dalla Presse Socialist~ questo bra'lo di articolo: « Le promesse non sono state mantenute perchè esse erano ingannatrici e menzognere. La verità è che il Re ed i ministri hanno ingannato le Camere ed il paese. Si diceva: il Congo non costerà niente al pae,e. La verità è questa: il Belgio ha speso dal 1889 al 1896 - 212 milioni. Noi dunque siamo stati giocati in questo aff1re, e tutta la colpa é del Re che ha avuto la loquade di essere sovrano di un paese nel q•Jale egli non ha mai posto il piede - ef!.lipreferisce a11dare a 'Parigi p,r trovarvi Emitimne rl'Ale11ço1e1Ciro de Merode, e 110n ,; audalo 1/elll· meuo n vedere i cougol,si n Fervuereu... » Nel Belgio si protesta clamorosamente e liberamente contro le più importanti istituzioni politiche e sociali; nel Belgio si proclama il dovere di attaccare il Re e la famiglia reale - e si attaccano violentemente nella loro vita pubblica e privata .... Ma i cittadini del Belgio godono di tanta illimitata libertà sotto il governo dei progressisti o dei radicali come Lorande Iamon? Che ! I clericali, i reazionari sono al governo da anni ed anni, e non si sognano neppure d'impedire in un modo alcuno l'esercizio della libertà ! Pur troppo i liberali alla Pelloux ci fanno invidiare il regime clericale del Bdgio; non neghiamo però che i clericali in Italia agirebbero forse peggio dei liberali. E il popolo minchione lascerebbero fare! LA RIVJSTA. /~~ EnriFcoer"ri il saggio ,, Coioro che hanno ktto la prima Edizione del mio Sccialismo (Catania 1884) sanno che quel libro fu scritto per combatterne un altro d, Enrico Ferri pubblicito un anno prima. In Socialismo e Cr:minalità il Ferri con molto calore aveva sostenuto, che il so~ialismo non aveva base scientifica e che le teorie darviniane e spenceria ne lo spacciavano senza lasciargli un filo di vita. Dimostrai invece, quattordici anni or sono, che nè le ipotesi di Darwin - dato che fossero applicabili alle società umane - nè quelle di Spencer, intaccavano menomamente l'insieme di teoriche, di fatti e di aspirJZioni, che costituiscono il socialismo. Passarono alcuni anni, e colui che aven c•eduto di uccidere il socialismo colle armi tolte a prestito dalla scienza moderna, dalla vera scienza, dalla sJCiologia a base di darwinismo, divenne, non solo il più ardente e intransigente socialista, ma proclamò allegramente che la sociologi/i sarà socialista o nou sarà, e con un tour de force, di cui sono capaci certi uomini, che hanno le attitudini congenite dei clowns, egli trasformò i due sommi che dovevano accoppare :\larx, in suoi alleati; e ne venne fuori quella trinità: Marx-Darwin-Spencer, su cui si appuntarono l'ironia di Antonio Labriola e la critica di Karl Kautsky, i quali, se non erro, sono tra i socialisti piu autentici e piu autorevoli d'Italia e di Germania. Non mi occupo del valore scientifico di questa strana compagnia che il Ferri volle dare a Marx, per comodità propria; ma credo che pubblicando la seconda edizione del Socialismo avevo il diritto e il dovere di constatare il mutamento avvenuto in colui, ch'era stato i: mio avversario scientifico. E lo constatai con queste parole della Prefazione: « Allora (nel 1883) sociologi ed " economisti credevano di avere facilmente ragione del « socialismo, invocando le teorie darwiniane e spenceria- « ne ; oggi dai piu si riconosce : o che le ultime non « lo contraddicono, o che non ha basi solide il cosidetto « darwinismo sociale. Lo stesso Enrico Ferri, contro le cui « teorie particolarmente fu scritto il mio libro per com- « battere ciò che egli aveva sostenuto in Socialismo e « Criminalità, per una rapida ed improvvisa evoluzione, « è divenuto un socialista ardente ed intransigente e « tratta me da codino. lo resto quello che fui ; mi au- « guro che egli si mantenga quello che è divenuto ,,. (p. IV). Per motivi che si conosceranno piu tardi, era il meno che io potessi scrivere di lui, tenenJo conto specialmente degli attacchi villani, e talvolta calunniosi, che dalla sua scuola mi er.ino piu volte venuti. Nelle mie parole, del resto, c'era una constatazione di fJtto, che nè io nè lui potevamo mutare o attenuare. La verità e quella che è. E poi Enrico Ferri stesso ha scritto testè che l'ostinazione è dei muli e degli oziosi; ciò a giustificazione di qualunque passato e futuro suo mutamento di opinioni scientifiche o politiche e per colpire con la sua compassione me non solo, ma tutti coloro che in nome della coerenza lo attaccavano. Egregiamente! Per.:ht:: dunque prendersela così con chi poi si fa un dovere di constatare come e quanto egli abbia applicato b. sua teoria? Tanto piu che il caso non è nuovo nè isolato e non son certo i compagni che mancheranno al Faii nella sicura via! Soltanto la formula egli ha graziosamente mutato, ma la sostanza è antica e sarà duratura quanto l' arte sopraffina dei predestinati a vivere del rumore che sanno farsi intorno. Una volta si diceva: mutar co11siglio e dei saggi; e questa saggtz,_za abbiamo tante volte veduto premiata da vantaggiose posizioni sociali basate su certa clamorosa qua:no proficua popolarità, cui essa suol mirare, di non esicrvi piu alcuno che possa siupirsi di vedere che la giudiziosa divisa trovi ancora dei cavalieri i quali coraggiosa'llente l' adottino. li trucco da Vèssillifero dell' av enire, per esempio, oggi come oggi, (specialmente per chi sa a ttmpo e luogo usar prudenza) è, certo, piu attraente e fa, sopratutto, piu rumore del borbottio somme,so della folla borghese che si accalca, incitando, al1'0"11bra della reazione protettrice. Ed è piu che spiegabile il vedere come le attività irrequiete che 11011 conoscono certi ozii, piantino disinvoltamente la moltitudine uniforme. quando ess:i ha dato loro tutto quello che poteva, per passare clamorosamente dalla parte opposta, dove le opportunità di sfoggiare i propri mezzi. come dicono i cantanti, sono più frequenti e in evidenza. Convinto della bontà del metodo da lui seguito sin ora, Enrico Ferri non avrebbe dovuto, perciò, aversi a malè delle mie parole, le quali, in fondo, constatavano appnnto. che egli non è nè un mulo, ne un ozioso, di qnelli eh.-, per pensare ed agire sempre a un modo, non sapranno mai che sia l'ebrezza di certi successi. Se poi si è off,so pel desiderio che manifestai di vederlo rimanere quello eh' è dive·nuto, allora non ha forse tutti i torti; perche io, infatti, non avevo bidato che, in questo caso, anch'egli diverrebbe per lo meno uno di qu~i 11111/i che disprezza. Appena gli parrà savio, per non restare in ozio, egli vorrà mutare ancora; ed ha ragione 1 Enrico Ferri ha dichiarato altresi, che egli non si la-
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