RIVISTA 'POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Ma, si presentino agli esami o intraprendano immediatamente una professione, i giovani della scuola[nuova saranno - chi oserebbe contrastarlo? - ammirevolm~nte preparati alla vita. Essi avranno la salute, questo tesoro che la nostra educazione ci rubacchia in modo tanto colpevole, l' energia, la tolleranza e la confidenza in sè stessi,_ l'attitudine ad intraprendere, a perseverare e a far trionfare le cose; essi avranno inoltre, l'attitudine a condurre gli uomini perchè avranno appreso a condurre se stessi, perchè saranno veramente degli uomini. Questa grande impresa che alcuni padri di famiglia t~ntano colla sola forza dell'iniziativa privata, noi la mettiamo sotto la protezione di Dio. Noi lo preghiamo di sostenerci, perchè lavoriamo per salvare i nostri fìcrli; perchè noi « siamo uomini di buona volonta »; per~hè c scritto: « Aiutati, che il ciel t'aiuta. "· RIVISTADELLERIVISTE G11glielmoFerrero: L'Europa di domani. Vi sono molti c!ie credono che la società europea dovrà subire prossimamente dei cambiamenti radicali, ma nessun fatto autorizza ad affermarlo. Se però i grandi avvenimenti mancheranno un gr:.u numero di modificazioni parziali si dovranno verifica;e. La società europea pur rest:;ndo identica a sè stessa è da 80 anni in un continuo dive11ire. I nuovi legami che si sono formati tra le classi sociali, tra i gruppi politici e tra gli Stati sono senza piano pr~ordmato, perchc per lo più sono dovuti agli sforzi individm, ma per quanto questi teadano ciascuno ad uno scopo speciale, in complesso convergono ad uno scopo comune finale. La modificazione parzi.Je che prima si compirà sarà il cambiamento nei rapporti tra i grandi Stati di Europa. Il vecchio umore litigioso della politica internazionale, in questi ultimi 27_ anni si è attenuato: i casi di guerra che erano così potenti pnma, hanno perso della loro gravità, e sta per aprirsi, e s'è già aperta, un'era storica in cui i popoli europei potraano vivere_senza temere ~ggressioni reciproche. - Le classi dirigeati di oggi n?n hanno 10teresse a far scoppiare h guerra perchè le sorgenti delle loro ricchezze sono al di fuori della guerra, contra_riameate a quel che avveniva nel passato. Nelle epoche in cm la guerra era un fenomeno cronico essa serviva alle oligarchie per arricchirsi e a molti per vivere: la guerra non era uno spo!·t viole~to, n a un affare, una speculazione, una risorsa. I grandi benefici :he le classi dirigenti del passato dtrivavano dalla_g~erra ora lt hanno dai grandi affari industriali, commèrcialt e finanziari. - Il sentimento bellicoso ha declinato in Europa: lo prova lo sviluppo pacifico di que~ti ultimi 25 anai della politica russa. Se il governo russo è restato esteriormente lo stesso, la società russa si è completamente trasformata. Abolita la schiavitù, l'aristocrazia che costituiva una casta guerriera è_s~ata. quasi distrutta e sostituita da una oligarchia di finanz1er~, d) ~ommercianti e industriali. Alle ambizioai di conquiste t~rntonal_i sono succedute le ambizioni economiche, alle guerre d1 conquista i grandi lavori pubblici, come le ferrovie asiatiche, a_ll'orgoglio ed_al patriottismo militare l'orgoglio ed il patriottismo economico. Uoa trasformazione simile alla russi si è verificata in tutti i paesi di Europa. In ciascuno la politica è diveata~a difensiva: si armano per dtfèndersi con pt:r aggredire, e. tutti tendono a prolungare quanto più possono lo statu quo. - E vero che il nostro secolo e stato testimone di un gran aumero di guerre in molti punti di Europa, ma esse soao state provocate da ragioni p ,Ittiche, da rivoluzioni che h lDno condotto a dei cambiameati cldle costituzioni interne. Il fanatismo conservatore che fu la caratteristica della politica austriaca dal 1815 al 1866 non potèva che esser distru:tto colle armi perehè il popolo italiano, il prussiano e l'ungherese erano intralciati ce) loro sviluppo. DJpo il 1866 però l'Austria ha merit~to davvero il premio della virtù ed ora non ha che un programma di negazioni di cui le principali sono: e d'impedire alla Russia di diventa•e troppo potente nei BJlkaos ed in Orieate, e di [Jr si che rUngheria iad pendente di fatto non lo diventi anche di diritto e di nome. Dall'altro lato la repubblica frances7, pure ereditando dall'impero la tradizione di fa:ti guerreschi l'ha attenuata in pratica trasformando la politica napoleonica dell'intervento armato io una politica di avventure in Asia ed in Africa. Non è vero che la guerra del 1870 abbia imbrogliata la situazione. Certo il fatale errore dell'annessione dell'Alsazia e Lorena ha guastato l'opera seguita dal 181 5, ma la caduta del aapoleoaismo, la trasformazione ddlo spirito guerriero francese, la metamorfosi pacifica delle aspirazioni e delle tendenze politiche hanno reso possibile l'orientamento verso la pace generale. Gli armamenti sono cresciuti, ma le armi non si sono adoperate, e v'è da sperare che I' Europa del domani trarrà le conseguenze ultime di questa situazione. I popoli che sapranno mettersi meglio in quest'indirizzo saranno quelli che porteranno il più grande contributo al progresso sociale, e che raccoglieranno maggiori vantao-gi. (Revue des Revttes, 15 dicembre). 0 · Giovanni Corrùti; La riforma universitaria secondo il progetto Baccelli. Finalmente il prcgetto Baccelli avr:l, a quanto e lecito presupporre, l'onore di una non lontana discussione: il problema che travaglia le menti più elette sta per avviarsi ad uua soluzione ridando coraggio e prestigio agli studiosi delle riforme scolastiche che. pei diversi avvenimenti, si erano dovuti raccogliere in un forzato silenzio. Baccelli ebbe ad occuparsi della complessa questione uaiversiraria fin dal 1884, con un progetto che andrà memorabile pei prin~ipi liberalissimi, per la vivace opposizione che incontrò, ma soprattutto per la strenua difesa latta dal proponente. Caduto il Ministero la riforma fu messa da una parte facendo largo ad altri tentativi più o meno felici, ma riusciti sempre vani. Dopo dieci anni l'on. BacceJli, ritornato al potere, ripreseatava il progetto opportunameate modificato, ma anche quella volta, caduto il gabinetto, il suo progetto veniva posto nuovamente a dormire, finchè quest'anno, !'on. Baccelli ritornando per la terza volta al potere, per la terza volta lo riportava dinanzi ai rappresentanti della nazione. A differenza del primo progetto, quello del 1895 s'impone per la brevità e per una sintesi piana ed efficace quale si conviene a chi vuol presentare proposte aventi caratttre fondamentale e permanente. li concetto fondam~ntale è quello di assicurare agli Atenei un'esistenza autonoma con la concessione della personalità giuridica che potrà. facilitare l'incremento patrimoni3le e il riconoscimento della piena autorità disciplinare, didattica ed amministrativa. La vigilanza dello Stato, la aomina dti professori fatta per R. D. su proposta delle Facoltà e con diritto di veto del Ministero, etc., si ricollegano come cardini secondari a quel concetto fondameataie. Ogni Ateneo avrà il diritto di stabilire le opportune punizioni per gli studenti e pei professori, salvo, in casi gravi, l'intervento dell'autorità governativa del cura/or studiorum che dovrà sempre rifèrire al Ministro. Alla libertà d'iasegnamento andrà congiunta quella di apprenlere, e quindi al Corpo Accademico spetterà di stabilire i limiti delle diverse facoltà, e anche di iaiziare iasegnamenri di riconosciuta utilità. L'esame di maturità aprirà l'adito a due esami definitivi, quello scientifico che condurrà al titolo di doctor, e quello pratico che conferirà I' abilitazione ali' esercizio della professione. Il progetto, è vero, ha aumentato le tasse universitarie per porre ua'argine all'eccessiva produzione universitaria, tra la quale si reclutano i più vigorosi elementi dd partiti estremi, ma i posti di studio, le fondazioni, i lasciti di cui in Italia v'è dovizia, specie al Nord - e al Sud è sperabile peasi il Governo - provvederanno agli studeati poveri, d' ingegao veramente notevole. E da augurarsi che dal cczzo delle idee, dal dibattito degli ingegni competenti, il prO;(etto B1.:celli possa riuscire rinforzato e migliorato. La legge Casati, spina dors1le ddl'attuale organismo universitario, era appena in vigore che già si sentiva il bisogno di portare qualche mutamento. I tentativi fatti dal Mattcucci (1862), dal Brni (1866), dal B oglio (1868), dal Sella (1870), dJI Correnti (1872), dallo Scialoia 0873) e quelli infi'le del Coppiuo, del Martini e dd Saccelli d1momano tutta l' importa11za della desiderata riforma. ('R..iforma Sociale, Novembr~). Paolo 5\fa11tegazza: caratterinazionali. Se è difficile definire il c1rattere d, un iadividuo può sembrare quasi impos;ibile il descrivere quello di ua popolo, di una nazione. di una razu. Oxorre fare una media; nn come farla con tanti elementi perturbatori che sorgoao dalle umane passioni. dalle più abiette alle p ù alte? Persino la n::bgioae non basta: la gran macchia ddl' antisemit:smo è lì a provarlo. Persino l'alto iagegno non riescè ed inalzarsi al disopra degli odi e delle antipatie nazionali. 0Je tristi monumenti di questa vergognosa debolezza umma li abbiamo nel :J.(isogallo di Alfieri e nella 'R._ac,prussie1111e di QuatrefJges ; aè al d1 là del Reno, riguardo alla F(ancia, i giud,zi sono meno intiati nella follia dell'odio. Ma pa questo non si devP. rinunziar~ alla delìoizione scientifica dei caratteri nazionali. Secondo un esercizio gianastico iatellettuale dell'autore: gl'italiaui sarebbero esteti ed erotici; i francesi eccitabili, erotici ed incostJoti; i tedescl,i ingenui ed eamsiasti; gl'inglesi egoisti, tenaci, religiosi, e fors' anco ipocriti, e certo superbi; gli spag11oli sinceri, fieri, orgogliosi; i por.og/Jesi vanitosi, corJiali, orgogliosi ; i russi nevrotici. Gli
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