Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 13 - 15 gennaio 1899

RITTISTA. POPOLARE 'DI 'POLITICA LETTERE E SClENZE SOCIALI 2 55 ranco sospettata possibile, e l'atteggiamento di sfida, preso dal governo di M~drid, giov? _a_provocarla. Leone X_III istesso, avvedutosi del prec1p1z10 e he la Spagna apnva dinanzi a sé, la consigli~ ~ rinunzi_are in tempo al.le pr_etensioni di una sovramta, che u1 fatto era g1a fimta prima della guerra. L'intervento del Papa, dato l'ascendeme morale che gode la ,Chiesa in ls_Pagua_,sai ebb7 stato sufficiente per salvare I amor prorno na~1011al~.S1 disse che l'abbandono di Cuba avrebbe posto 10 pencolo le sorti della monarchia, ed alla monarchia fu sacrificàta la nazione. Le vicende della guerra avevano_ ravvicinati di n~ovo Cervera ed Hobson sul suolo amencano. Cervera, vmto, trionfava nella terra dei vincitori. Nel giorno fatale della sconfitta, quando, ~alito prigioniero a bord? del. Jowa, presrntò la sua spada al capitano Evam, gh fu nsposto che egli poteva ritenue l'arma di cui non aveva _demeritato. A Boston a Portsmouth, a Ntw York fu ncevuto con entusiasmo' quale la storia non r:g'stra per altri prigionieri, nè da altro popolo. Hobson 1_stess_noon ebbe accoolienze migliori. Perfino le donne s1 umrono nello slancio delle manifestazioni popolari: a Cervera stringevano la mano e mandavano saluti; ad l-Iobson baci e fiori. Dall'animo di Cervera giammai potrà cancellarsi il ricordo di si avventurosa prigionia ! La vittoria americana segna un'epoca memorabile nella storia. Un elemento vecchio si ritira, uno nuovo si avanza: la Spagna finisce di essere potenza _colo_ni~le,gli_ Sta_ti Uniti incominciano; l'elemento vecch10 s1 cJrcoscnve 10 limiti più modesti, il nuovo si spinge nella politica del mond0. La guerra fra il N?rd e il Sud ~ella ~onfeder~zione americana aveva lasciato uno strascico d1 rancon profondi ed il seme della politica regionale, tramandatasi p~r oltre trent'anni. La nazione, unita nella forma, era divisa nello spirito. Il dubbio e il sospe_tto_recipro_co alimentavano il regionalismo, e questo s1 nvelava 10 tutte le lotte politiche, in ogni disputa parlamentare. Le passioni, le gelosi::, .le acri_ ri?Jern br~~ze d~l pass~to spesso si sostituivano a1 criten d1 grnst1zia, e 11 dualismo perpetuavasi. La guerra con la Spagna ha riconciliate 1: parti nel nome della patria. Sarebbe stato perfino ardito sperare che una ouerra con lo straniero avesse dovuto tanto stringere /legami di un popolo, g_ià diviso da uno ~elle più feroci lotte intestin~. Giarn~a1, dalla -~rocl~maz1o~e d'indipendenza ad oggi, la naz10ne fu prn unna e più concorde. Se la conciliazione del Sud col Nord fosoe stato l'unico frutto che gli Stati Uniti avessero ricavato dalla guerra, il danaro speso non sarebbe and~to per_duto. . . Mentre una patriottica nota d1 entusiasmo vibrava d1 là dall'Atlantico, in Ispagna, il popolo si rivoltava, yeniva proclamato lo stato d assed10, sospesa la costituzione. I dissensi politici, già accentuati, si fanno più pro• fondi dopo il rovescio delle armi; i Catala~i doi:nandano l'autonomia, il Carlismo si risveglia. Una dmastia regna, un'altra pretende di arrampicarsi sul ~rono, _e il popolo intanto si divide e si fa istrumento cieco d1 una causa non propria. . . . . . . Che il fato non serbi alla Spagna g1orm più tnstl. La confederazione nord-americana ha già rinunciato alla sua politica secolare, che le fruttò pace _prosper_ae feconda invidiata dal mondo intero, e fabbnca oggi la sua po~enza sul mare, preparandosi a farsi temere domani. Ogni nazione ha la sua missione storica da cornpir:. L'avvento di questo nuovo e grande fattore nella politica del lontano Oriente e nella diplomazia europea forse non condurrà agli interessi della pace, come disse Lord Salisbury; ma ci auguriamo che non manchi di condurre agli interessi della civiltà e della libertà dei popoli, ai cui principi un secolo fa si ispiravano i padri della repubblica. New York, Kovembre 1898. D.r P. BRIGANTI. PER UN DIMENTICATO Or compiono dieci anni, un allievo rispettoso, ma libero di Giovanni Bovio, un filosofo solitario, rimasto sino' ad ora perfettamente ignoto all'Italia, ove si eccettui una mezza dozzina d'amici a' quali non chiese mai nulla, pubblicava (o~ fer?c~ ironia d~ verb_o !) 1;10 volume di circa 700 pag10e, 10t1tolato co5i: Sp1ega1,_1_on_e della Evoluzione e specialmentedella Stona antica, cristiana ed avvenire; studi di ADA::-ro TOM:.\IASI ( 1). E nella introduzione (VIII) scriveva queste parole: ... « Ci si potrebbe dire che qui promettiamo m?lto e c~e poi nel trattare il lavoro attemamo poco o mente. Rispondo che ( quantunque quello che sarò per dire mi costi più di quindici anni di continui studi), io no~ pretendo di fare da maestro a nessuno. Comunque s1 voglia giudicare il presente lavoro, esso e _un. prodotto della civiltà in cui viviamo ; e se non oggi, si può essere certi che fra due, tre o dieci anni ne sarebbe nato un altro consimile o migliore ». E più oltre (Xl): " Io nel corso di questo lavoro, per la sua stessa indole, non posso r!correre a nessuna autorità e nemmeno a quella della scienza ; pere ò debbo parlare continuamente in nome proprio. Quindi facil~ mrnte potrei essere tacciato di presu_ntuoso da quelli stessi che affettando una falsa modestia, fanno cantare gli elogi del proprio ingegno alla s~ie~za in nome della quale parlano. Ed e perciò che ho mutolato. questo lavoro Spiegazione ecc., e non filosofia o scienza della storia, percbè gli errori tutti miei, di cui io debbo rispondere, non siano attribuiti alla filosofia e alla scienza che si aedono infallibili ». Compendiare, anche per sommi capi, l'opera di Adamo Tommasi non è cosa possibile: bisogna leggerla tutta da cima ~ fondo, bandendo così gli umoristici come i vigliacchi spaventi, figli o _di frivol_a ign?ranza ? di idee preconc,ette. E sin dalle pnme p_ag1~e,~1so15nera~onve: nire eh essa non ha che due soh difetti, I un de quah anzi, per le svogliate menti dell'oggi, a me par piuttosto singolarissimo merito. Il difetto, capitale, è il più puro, assoluto, or_to~osso deismo trinitario che ancor possa consolare l'apnonsmo teologico di qualunque buon catt_olic? liberale : l'altro difetto, che, per me alme?o, . ~1 nsolve pr7sso. che in pregio, è l'amore della npetmone e della ~1cap1tol~- zione, spinte apparentemente. ~ll'eccesso,,. ma, 10 realta, necessarie più ancora che uuh, stante I mdole e la mole del libro, e YO]ute dall'autore medesimo, il quale se ne confessa in più luoghi. La prima parte del libro, dedicata al Mondo reale ed alla Evolm,ione tratta in altrettanti capitoli della natura e della evoluzi~ne del nostro sistema planetario (nebulosa, sole, pianeti, comete, humus, organismi, atmosfera), dell'uomo in genere e de' suoi poteri (pensiero, conoscenza, sensazioni), e dell'uomo creatore. Nella seconda parte (Mondo ideale e Progresso), dopo discorso della vera natura dell'uomo e del come egli potrebbe divenire immagine perfetta dell'universo, l'A. ci dà la genesi e la costituzione del mondo ideale (credenze, letteratura, società), comprendendo nelle prime 1~ relioione, la filosofia, il diritto ; nella seconda le arti bell~, le scienze, la storia ; nella terza lo Stato, il territorio e le industrie. Poi viene a ragionar del progresso in genere de' poteri umani e di quello del mondo ideale; del contenuto de' mondi ideali; del mondo ideale in relazione alla forma degli oggetti, alla organizzazione loro (1) Rieti, tip. Trinchi, 1888.

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