RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI non esiste una questione religiosa, divenuta un mero fenomeno psicologico come - non Marx ed Eogel - ma gli esagerati marxisti han voluto caparbiamente sostenere. Se pensiamo che questi marxisti - con le idee dei quali collimano precisamente quelle esposte sin qui dal Teoerelli - militano, anzi sono i più intransigenti socialisi, fa meraviglia l'accusa di partito di classe, che viene contro i socialisti in genere lanciata. È vero che la medesima accusa è fatta anche ai conservatori, e di ciò può avere ben ragione; ma combattere il socialismo, mentre si vuole dimostrare una tesi di puro materiai smo storico, è proiettare su sè stesso bieca luce. Il socialismo scitntifico ha, io verità, smussate da parecchio tempo le armi siffatte di tal i avversari, sì che oramai non si degna nemmeno raccogliere tali accuse. Il Tenerelli rileva, inoltre, che la lotta nel campo politico è combttuta da due soli partiti: il conservatore ed il socialista e lamenta la scomparsa del partito liberale. Questa è la teoria dei partiti affermata dai so.:ialisti, ma svisata o .parecchio fraintesa. I socialisti non negano l'esistenza del pan ito liberale, solo lo assimilano al conservatore col nome stesso di quest'ultimo, in grazia dt'l suo programma economico ortodosso. Difatti, tranne ntl Belgio, ove è ridotto al minimum, il partito liberale vive ovunque e combatte. E dire che il Tenerelli nega anche l'esistenza di una questione politica, esstndo - dice - oramai predominante la forma repubblicana con le repubbliche monarchiche e le monarchie repubblic.,ne. Il compito del partito liberale, tanto invocato, ~arebbe dunque, esclusivamente economico? Ammette, perciò, il Tenerelli u~ partito che si disinteressi della questione politica e si preoccupi solo della economica? E non è questa l'opinione dei sociJlisti i quali _ vedi fatalità! - spuntano per ogni dove, come l'idra delle cento teste, nella prolusione del sig. Teoerell,. Cosi l'appello finale, rivolto ai giovani per la ricostituzione del partito liberale, risulta ben meschina cosa e nel ttutativo ortodosso naufraga, quasi rejetta, la tesi assuma. Il Tenertlli ha mostrato di conoscere - è questa l'accusa più grave ch'io formulo - il momento scienufico che si agita intorno al man,ismo in generale ed al materiafomo storico in particol.1rè, che, ccme si usa, del marxismo fa parte integrante. Egli che ne è spinto più in là dd materialismo storico,. sino al determi:iismo economico, avrebbe dovuto evitare l'attacco al socialismo. Eppure sociologi emiuenti, socialisti o presso che tali, scuotono oggi in tutti i suoi dogmi il marxismo. Lo ha ricordato, or ora, sul simpatico Germinai di Torino il Colajanni al Ferri in uua dolorosa polemica, citando i nomi di Sorel, Kautsky, Bernstein, Box, Vaoderwelde ecc. Questa la vera questione scientifica che 11 Tenerelli avrebbe potuto molto opportunatamente illustrare in un tesi di materialismo storico, egli che facendo il marxista, si mostra tanto avido di presentarsi in toga ortodossa. E ne avrebbe avuto bell'agio. Purtroppo, però, anche per combattere i dogmi del marxismo con onestà scientifica, non si può uscire dal campo oramai bollato di eterodossismo, e si preferisce vagare nell'incertezza e cadere in rilevanti contraddizioni. Questa specie d'incertezza, declinati i decani ufficiali, investe tutti i giovani che agognano di far carriera, e ciò è doloroso e non mai abbastanza deplor:tto. Ben è VèrO che la sociologia, sorta d~ vent'anni, appena e non ancora ufficialmente battezzata, naviga nell'incerto; e questa incertezza Ella, illustre professore, ha opportunatamente ricordata, invocando Macaulay, Denis ecc. e sconfessando la boria di quei sociologi « che credevano la sociologia assisa già dominatrice incontrastata sul trono, donde preannunzia gli avvenimenti e ne regola il corso». Ma quantl diffèreoza I Questa è l'incertezza partorita dalla prudenza scientifica del dot'.o che, riflettendo intorno ai molteplici e complessi problemi socia:i, non ritiene il suo pensiero abbastanza maturo; quella _ mi permetta d.irlo in un'espressione sola - è incertezza ... utilitaria. Con rigtwdo, dev.mo K· d. z. Catania, r 3 dicembre. ILSOCIALISMO di NaDOlBOilB Col~anni (GIUDIZI) Ecco quello di Morselli. Offenderemmo i nostri lettori se ri.:ordassimo loro chi è il professore di antropologia dell'Università di Genova; non c'è studioso di antropologia e psicologia che non lo conosca. Il giudizio sul Socialismo lo ba emesso nell'ultimo numero del Pensitro Italiano, che, con gran nostro rammarico, sospende le sue pubblicazioni. li SOCIALISMO del Colajanni e, forse, l'opera più lucida e più erudita ad un tempo cui abbia dato luogo il movimento socialistico italiano : essa è un bell'esemplare di quel socialismo scientifico che aborre dalle retoriche declamazioni e dai roboanti attacchi al vecchio regime, ma con indagine severa, con rr,etodo critico positivo raccoglie dati, analizza dottrine avverse, espone e difende idee nuovissime pur sempre temperate da una profonda conosctnza della scoria e della biologia. Due scienze fondamentali, queste, che molti sociologi ignorano o, non ignorandole, volgono a seconda che loro talenta. Questa seconda t'dizione è un vero e proprio rifacimento di tutta l'opera, ed appare così al corrente di quanto si è detto e scritto fino agli ultimi giorni che meraviglia il pensarla compilata in mezzo alle lotte parlamentari ed all'ansia del lavoro quotidiano. Vi rifulge la bella e simpatica figura del medico-sociologo siciliano cui dobbiamo in massima parte il risveglio del sentimento di pubblica moralita e che, per non essersi mai piegato a sistematici indirizzi, è per poco messo al bando dai suoi stessi compagni di fede! Egli è che il Colajanni non è uomo di partito, perchè ha due qualita che col partegi:rnesimo di ogni genere mal si confanno : onestà e coltura, la prima mostrata da tutta una vita di lavoro e di apostolato, l'altra provata in questo volume ed in altre opere sociologiche di sommo valore. La conclusione del libro è un pò grave pei sociologi classici: - « le leggi sociologiche meglio assodate non contraddicono al socialismo, e i progressi compiuti ne !anno sperare altri». - Notiamo che nell'ideale sociale cui mira, il Colajanni si collega ad Huxley, al grande naturalista e filosofo inglese, la cui voce autorevole, poco prima di morire s'elevò contro lo spirito grettamente denaroso e capitalista dell'epoca, augurandosi che (( se non si trova il rimedio alla miseria ed alla degenerazione fisica e morale che ne risulta, la sola soluzione desiderevole sarebbe lo scontro con una cometa che frantumasse questo nostro pianeta vera valle di lacrime". Il Colajanni è però un ottimista, e la dottrina dell'evoluzione da lui accolta senza pedissequo fanatismo gli lascia sperare un'avvenire di liberta e di giustizia. Ad avvicinare il quale egli potra vantarsi di avere cooperato col talento di oratore e con la penna di scrittore. EnricoMorselli. Suldlaisoccupazione operianIiatalia iConllnuozione vedi N. 9J. li. Assistenza pubblica ed assicurazione. Dar pane, dunque, ai disoccupati, piuttosto che dar lavoro! Ma colla formula dareil pane, ben altro deve intendersi che non ìa beneficenza pura e semplice che dearada e umilia, ed è negazione del diritto al lavo~o: certo, può dirsi di questo, come del diritto generale di uguagli:mza fra gli uomini, che ben poco nella realta significa la sua sanzione legislativa, specie in un ambiente politico che del lavoro estenua il campo di impiego ed inaridisce le fonti: ma la sua affermazione è gia un progresso morale
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