228 RIVISTA POPOLARE 'DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Nel metodo d'azione il principio è la molla fondamentale. L'idealità dice ciò che il mondo deve essere, e designa lo scopo e l'indirizzo dell'azione. La filosofia della storia colla nozione delle leggi dell'essere e del divenire della natura sociale, dà la materia della trasformazione. Sopratutto pei bisogni della vita urge sapere ciò che si vuole; ed è quanto dire: urge avere un sentimento di giustizia, che ci guidi e che ci dia ripugnanze per la realtà ingiusta e desiderio di una realtà /!iusta. Poi urge sapere come si può ottenere la realizzazione di un nuovo ideale. E qui soltanto occorre, in seconda linea, quella nozione dell'essere e del divenire in cui, si fa dai Marxisti consistere l' essenza intera degli ideali, credendosi di ave.re toccato il sommo della positività per avere confuso e identificato gli ideali colla nozione del divenire. E si crede di aver sbandito ogni ideologismo, ogni innatismo per aver dato alle idealità morali la stessa origine delle idee rapprese11tative ; ma è per noi lucidamente dimostrato che a questo pregiudizio si devono le più grandi aberrazioni dell'ultra positivismo e gli errori sul metodo nelle scienze morali e so ciali e nella lotta c!ei partiti. 1 Questa nostra teoria non riabilita come le teoriche materialistiche, colla negazione degli ideali, qual realità fenomenica distinta dai fenomeni propri della funzione speculativa, la facile critica e il rifiorire degli idealismi spiritualistici, dell'innatismo e del teleologismo e dei rinverniciati teorismi reazionari come queilo del Brunetiére... Anzi il risorgere di ogni metafisica reattiya si sfata, ammettendosi la specifica esistenza del fenomeno morale dell'idealità, dandosi al medesimo una spiegazione affatto naturale e considerandolo come sentimento valutatore, conforme lo chiamò lo Schaffle, e come ragione pratica, la cui genesi procede dagli interessi, o quanto dire dalle sensazioni, ma non dalla loro parte rappresentativa, d'onde originano le nozioni, bensl dalla lor parte emozionale (piacere o dolore) d'onde originano i sentimenti o principii direttivi della volontà nella vita umana e nel mondo sociale. E parimenti si evita uno dei più esiziali arori avente gravi conseguenze pratiche : quello cioè di confondere il campo della spontaneità popolare, in cui si rispecchiano i grandi interessi delle classi oppresse, che sono gli interessi stessi dell'umanità, assumenti forme ideali o sentimentali, col campo della scien.r.a e delle sue funzioni civili. Onde si sfata l'assolu·ismo pretenzioso di tutti i dogmatismi vecchi e nuovi e di tutti i dottrinarismi, che assumono cosi un aspetto affatto relativo; e si sfugge all'assurdo di far prevalere nei partiti popolari all'energia della fede negli ideali, la smania delle piccole dispute intorno a formule più o meno scientifiche. F. BUDASSI. L'incertezza utilitaria Ill11streProfessore, A proposito della prolusione del libero-docente signor Francesco Giuseppe Tenerelli, al suo corso di Scienza delle Finanze in questa Università di Catania, mi conceda alcune brevi osservazioni. Non mi fermerei a discutere le idee esposte ddl sig. Tenerelli, se esse non costituissero un fenomeno speciale, al quale ci fanno assistere i cosidetti ufficiali della scienza. E la prolusione suddetta ci offre davvero un caso tipico. Al lume odierno delle scienze sociali, e della sociologia in ispec;e, costoro sentono il vento infido della loro ortodossia, ed incalzati dal nuovo, fulgente al sole del Vero. si inspirano ad un novello Dio, chè bro infonda il geuio della tattica. E bircamenaodosi tra il vecchio ed il nuovo, sovente inconciliabili, presentano al pubblico veri petits-pdtés di oscurantismo scientifico. L'opportunismo - vera arma degli astuti contro i gonzi nella vita pratica = conta non poche campagne anche nell'agone della scienza; ma pochi, pochissimi, invero, sono stati gli abili fortunati, che sono riusciti non ostante a tenere alto il loro posto; di essi si potrebbe ben dirsi che sono altrettanti geni smarriti. Anche nelle più cospicue intelligenze, l'opportunismo viene assai facilmente sfatato, ed il fenomeno della involuzione senile - che sovente con l'opportunismo si è manifestato nei più sommi geni - ne è prova evidente. Figuriamoci negli ameba della scienza. Il progresso scientifico, nelle sue linee generali, è sovente il risultato di opposte teorie davvero cozzanti tra loro; esso sarà anche evolutivo, deve anzi esserlo; ma l'evoluzione ultima, definitiva, emerge da quest:i lotta di opposte sentenze, di principi nuovi, che scalzano dalle fondamtnta i vecchi. Col sistema di Tolomeo è il sole che gira e la terra sta ferma, con quello di Copernico è pufettamente l'opposto - dalla teoria delle cause violenti a quella di Lyell o delle cause attuali è tutta una inversione di principi - dalle creazioni delle specie per atti divini, separati alla derivazi~ne lamark-darviviana di o~ni specie dal protoplasma primitivo è tutta un'opposizione ai idee. Nel mondo astronomico si viene alla grande generalizzazione del dinamismo cosmico; in quello geologico alle secolari formazioni per bradisismi; nel mondo bioli gico alla derivazione del regno organico dall'inorganico. Sono forse queste conclusioni generali conciliazioni tra le due antitetiche dottrine, tra il vecchio ed il nuovo? Tutt'altro! Da esse la filosofia scientifica assurge alla grande concezione marxista del continuo divenireuniversdle, dall'atomo all'uomo, alla dottrir:a del l'evoluzionismo nei fènomeni e nelle leggi. La sociologia non si soarae certamente al dominio di questi principii universali; il concetto, anzi, della loro gener.lizzazione include quello dell'estensione di essi alla nuova scienza dei fenomeni umani. Dopo ciò, come è possibile conciliare nelle teoriche delle scienze socidli l'ortodossismo con l'eterodossismo? Intendiamoci, però, aggiungo pensatamente l'espressione teoriclie, in quanto che non si abbia a presumere dall'inconciliazione suddetta che la realtà fenomenica, retta una volta nella mente degli illustri scienziati da principii ortodossi, venga d'un tratto, per il nuovo illuminismo scientifico, ad essere dominata da principii eterodossi. Sarebbe come dire che le trasformazioni geologiche siano avvenute per cataclismi sino a quando così pensava la scienza; e che la terra si sia poi trasform~ta per evoluzione, tosto che alla teoria catastrofica, fu sostituita quella delle cause lente. La realtà segue naturalmente il suo corso, in conseguenza del rigido principio di causalità necessaria. Questa legge - è vero - subisce una modificazione nelle società umane, ma di ciò non mi è dato intrattenermi in questo momento; mi riserbo in uno studio speciale di discutere questa legge, e delle relazioni che se ne inferiscono tra scienza e politica. Per ora, mi bas·a cennare di volo il concetto dell'assurda conciliazione tra le teoriche ortodosse e le eterodosse; e ciò trascurano quei signori togati, i quali si illudono di cavarsela bellamente, esponendo le loro - direi io - miscele scientifiche. Il Tenerelli, data la sua condizione di esordiente, ha avuto il coraggio - e di ciò glie ne va lode - di abbordare un tema di moda; ma - confessiamolo subito - l'ha fatto con poca scaltrezza, La tesi è di puro materialismo storico: « Le basi eco110111idchelel'individuo, dellafamiglia e dellostato » sì che egli accostatosi troppo al fuoco e eco poca prev'denza, si è naturalmente scottato. La dimostrazione, a dire il vero, è confortata, in conseguenza al tema scelto, da vari dogmi del marxismo, esplicitamente affermati; ma direi quasi, incoscientemente data la conclusione cui io ultimo perviene. Recisamente reclama la lotta di classe con tutte le conseguenze che ne dcri vano, cioè: dominio al potere politico e quindi protezionismo di classe, distribuzione privilegiata dei servigi pubblici e~c. Sin qui si direbbe che il sig. Tenerelli è un marxsta convinto e ciò si affermerebbe vieppiù quando il nuovo professore ingenuamente afferma che
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