'R.,IP'ISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI questo linguaggio perchè il Prinetti si era atteggiato a capo di un partito conservarore moderno, anche durante lo stato di assedio, e al domani della feroce e disonesta repressione di Milano. I precedenti facevano supporre che il deputato di Brivio volesse far propri i principi del Circolopopolare e dell'Idea liberale di Milano; di quei monarchici liberali, cioè, nei quali lo Zotico ha visto dei futuri candidati al domicilio coatto. L' on. Prinetti non ha avuto bisogno di assaggiare le delizie di Tremiti o di Assab per prendere il suo partito ed associarsi ai più ciechi reazionari; a lui soltanto può domandarsi ora, in che cos;, il suo programma differenzi da quello della Consorterialombarda. · Ma la libèrtà ebbe i suoi difensori: valorosi come sempre quelli della Estrema. Fu limpido ed eloquente l'on. Bovio nel domandare, che si rientri nello Statuto con sincerità, e corr.e la ragione dei ttmpi impone; fu acuto e stringente !'on. Mirabelli nella dimostrazione dello strazio fattosi delle libertà di stampa. A questi difensori della libertà non poteva naturalmente rimproverarsi alcuna contraddizione tra le parole e i fatti; ma quantunque i loro discorsi siano stati i più elevati e più logici, il successo parlamentare maggiore lo ebbe l'on. Giolitti. Si curo, l'on. Giolitti che nel po:;are ufficialmene la propria cadidatura alla Presidenza del Consiglio, manifestò gli antichi propositi democratici in fatto·· di finanza, ed affermò che bisogna governare colla libertà, e che non c'è alcun bisogno di nuove leggi restrittive. I precedenti e la posizione parlamentare valsero ad assicurare il successo all'on. Giolitti; e noi, che non possiamo essere sospettati di soverchia tenerezza verso di lui, non esitiamo a manifestare il voto che egli ritorni al potere per dimostrare che in Italia ci sono ancora uomini politici che traggono ammaestramento dagli errori commessi. Vorremmo, però, che egli tornasse al potere correttamente, non in forza delle alte ed illecite influenze, come nel I 892, ma in forza di una situazione parlamentare netta, che assicura<.se al ministero di là da venire il concorso di tutta la sinistra e dei radicali. E a questa situazione saremmo assai prossimi se zanardelliani, crispini e giolittiani - quanta miseria in questo frar.:onamento di un partito, i cui frammenti devono prender nome da un uomo e non da un programma! - non l'avessero res.i impossibile, pel momento, colla loro solidarietà e colla loro partecipazione nei due ministeri Di Rudini e Pçlloux. Ricade su loro la responsabilità se l'Italia dovrà assistere quanto prima alla formazione di un ministero decisamente reazionario, non solo per gli atti perchè in quanto a questi il gabinetto attuale difficilmente potrà essere superato - ma anche per le leggi. Le ultime sedute ebbero episodi drammatici, che in altri tempi e in altro paese avrebbero trovato una eco solenne fuori di Montecitorio e appassionato vivamente il pubblico. Questi episodi si connettono alla iniqua, alla sanguinosa repressione della scorsa primavera. Il primo fu sollevato dal!' on. Bissolati, che voleva conoscere i motivi che produssero la punizione del colonnello di cavalleria Cretti di Costigliole. Se fossero sta.ti veri quelli denunziati della Provincia di Como - il rifiuto del!..: onorificenze per i fatti di Milano - ci sarebbe da rallegrarsene: nell'esercito italiano nell'anno 1898 si sarebbero trovati degli officiali, che avrc::bbero imitato gli uflìci,Ji delll'eserciro italiano d1 altri tempi, quando i tenenti Bellelli e De Sauget ebbero il coraggio di rifiutare la medaglia che il Borbone volc::va dar loro dopo la rt'pressione dei moti del 1848. Pur troppo, il Generale Pdloux sul suo onore di soldato assicurò, che quei motivi erano insussistenti ! Ella mentisce ! gli rispose fiero l' on. Bissolati, destando una viva emozione ddla Camera. A questo punto ci sembra il Conte Crotti avrebbe il dovere di parlare : il paese da lui solo potrebbe conoscere se è stato tratto in inganno l' on. Bissolati o se mentisce il Presidente del Consiglio. Il paese ha il dii itto di conoscerlo. L'altro episodio si svolse tra l' on. Taroni e i più compromessi reazionaii lombardi, di cui si fecero portavoce gli on. Prinetti e Greppi. I fatti conosciuti e recentissimi stavano pel primo; e per quanto amara riuscisse la pillola alla destra in particolare, e ai monarchici in generale, i fatti non poterono essere soppressi dagli urli e dèlle proteste degli accusati, cioè i moderati milanesi, che indegnamente sfruttarono la repressione di Maggio, dando il calcio dell'asino ai clericali dopo averne mendicato ed ottenuto l'appoggio. L'atto di accusa venne nobile e cor.iggioso dall' on. Taroni, ch'ebbe un testimonio autorevole nell'on. Mussi. L'episodio su cui ci fermeremo in ultimo fu provocato dalla quistione dell'amnistia, che rappresenta la palla di piombo attaccata ai piedi del ministero. Ben a proposito l'on. Mirabdli, svolgendo magistralmente la tesi sostenuta sin dal 1894 da un valente cultore del diritto costituzionale qual' è il Prof. Mortara, rivendicò alla Camera il diritto di occuparsene e di provvedere ; ma alla causa santa dell'amnistia, ch'è quella della giustizia, fecero fare un passo gigantesco l' apostrofe e lo slancio oratorio di Guerci e le lacrime di Giuseppe Mussi. L' on. Guerci avrebbe potutO essere più equanime lodando meno l'on. Pelloux, e ricordando che il primo atto del ministero De Rudini fu l' amnistia per i condannati del 1894; ma a lui vanno rese grazie vivissime in nome delle migliaia di vittime dei Tribunali di Guerra del 1898, per avere invocata in loro favore la testimonianza del padre, cui venne ucciso in Pavia il diletto Muzio - il conforto delle sua esistenza. E le lacrime di Giuseppe Mussi non si commentano. Il silenzio e la commozione dei deputati dissero assai più di quello che noi potremmo fare intendere ai nostri lettori. .. .... Quale la conclusione di queste discussioni di fine d'anno? Questa sola : il ministero, che desiderava un voto confortatore non potè ottenerlo. Quello equivoco sull'ord.ine del giorno Del Buono, e che lascerebbe sospettare che si voglia continuare, confessandolo apertamente, nel corruttore sistema dei sussidi alla stampa, pesa sulla coscienza del ministero ed ha tutta l'aria di un 'Deprofundis. Il Ministero ha potuto convincersi che nella Camera non ha amici: gli uni lo trovano troppo liberale (?); gli altri lo sanno troppo reazionario. Non se n'è scoraggiato l'on. Pelloux. Intanto votate
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