RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl voli, Pergine, Rivoli e di alcune altre città, prime in Italia a tentare l'esercizio diretto di qualcuno tra i servizi collettivi ed a constatarne la utilità degli effetti e la preferibilità al vecchio sistema delle concessioni, ancora nei nostri comuni co;i prevalente. Eppure, a far pervenire i nostri locali amministratori a convinzioni diverse da quelle sino ad ora stguite ed a spingerli sopra una via diametralmente o,posta a quella sino al giorno d'oggi percorsa, noi crediamo che dovrtbbe bastare il semplice esame obbiettivo dei dati statistici relativi ai prezzi dei servizi municipali nei comuni forestieri, dove l'assunzione diretta è stata sostituita allo esercizio delle compagnie private messi in raffronto con quelli relativi ai prezzi, con cui i servizi pubblici municipali sono apprestati dalle societa concessionarie nei nostri maggiori centri di popolazione. E cosi, pt:r fermarci ad uno tra i servizi pubblici municipali più richiesti e diffusi, il prezzo dt:l gas, calcolato a metri cubi, in Italia oscilla tra un massimo di 34 cmi a Napoli ed un minimo di 27 cmi a Genova, ed ha una media di 29 cmi lnvtce nelle città forestiere, dove i servizi pubblici sono esercitati direttamente dalle stesse amministrazioni comunali, 11 gas è dato ad un prezzo di gran lunga inferiore: a Leeds a L. 0,082 a metro cubo, a Birmingham a L. 0,092, a Bradford L. o, I r, a Bruxelles a L. 1),13, a Berlino a L. 0,20. La differenza tra gli uni e gli altri comuni, come si vede, è ·assai rimarchevole, oè, almeno in massima parte, la nostra deplorevole inferiorità può attn buirsi ad altra causa, che al sistema delle concessioni. Di fatti il prezzo del gas a Torino da qualche anno è sceso a 18 e.mi a metro cubo, ed a Milano (nel suburbio) è di e.mi 2 1. E ciò solo perchè, in tutto od in parte venuta meno la potenza delle vecchie società concessionarie, il servizio del gas nelle due città è venuto nelle mani delle cooperative di produzione. Del resto a quale altra influenza può attribuirsi il caro prezzo del servizio del gas nei nostri comuni, se non agli abusi del!e società assuntrici, colpevolmente tollerati dalle autorità concedenti, quando si sa da calcoli ufficfali che il costo di produzione del gas in Italia non supe'ra mai i LO e.mi a metro cubo, e quando per giunta si conosce che io alcune città, da un giorno ali' altro, tale prezzo e stato ridotto del 5o 010, senza che le imprese cessassero di realizzar*e elevati_profitti ? Così stanno le cose. Etl •allora sorge spontaneo un quesito, di cui si richiede la soluzione. Se i vantaggi delle imprese collettive dei seryizi pubblici si manifestano con tale e tanta evidenza, se gli esperimenti fatti dal Socialismomunicipale ne dimostrano, non solo opportune e preferibili, ma addirittura necessarie le varie forme di applicazione ; quali motivi hanno mai potuto indurre ed inducono tuttavia gli amministratori degli enti locali italiani a non seguire una corrente di riforme, da cui deriva tanto bene pubblico ; quali ragioni hanno reso e rendono tutt'ora impossibile e sconsigliano ai nostri comuni di esperimentare nuove forme d1 attività. da cui i comuni di altri paesi hanno tratto così rimarchevoli effetti ? Certamente, a voler seguire i sistematici avversatori di ogni riforma, il Socialismomunicipale io Italia andrebbe incontro ad ostacoli gravissimi. Si tratterebbe anzitutto di smontare i cardini dei nostri vecchi sistemi di amministrazione cittadina ; ed è abbastanza noto, pur troppo, di quale gelosa custodia noi Italiani sogliamo sempre circondare le nostre tradizioni, i nostri antichi istituti e le nostre vecchie forme di governo, anche quando lunga esperienza ci abbia provato, che i medesimi siano diventati inad2.tti a soddisfare i nuovi bisogni e le nuove esigenze della vita politica e sociale, e ci abbia convinto che gli stessi, anzichè promuovere, inceppino ed arrestino il nostro cammino nella via del progresso. Nè sarebbe questo il solo e più grave ostacolo, che allo svolgersi del Socialismo.municipale nella patria nostra si parerebbe i::icontro. E noto, infatti, che la finanza delle amministrazioni locali inglesi, tanto note per la loro prosperità, ai primi passi del Socialismomunicipale percorsero dei momenti difficilissimi. L'impianto dei nuovi grandi istituti, la costruzione delle nuove grandi opere, il prezzo d1 riscatto degli esercizi preesistenti costarono ai comuni spese così enormi, da condurli sul terreno del disavanzo ed ai coufini del fallimento. E se questo è avvenuto in Inghilterra, qual prova, si dice, possiamo aspttta!ci dalle tristi condizioni, in cui versano le finanze dei nostri comuni ? Una terza difficoltà si aggiungerebbe alle due prime. L'assunz one diretta Jeila imprt:sa dei servizi collettivi da parte delle ammini,trazioni locali presuppone negli amministra tori un grado di sviluppo morale, un patrimonio di attitudini, un sentimtnto a' mteresòe verso il b~ne pubblico, che ancora noi non abbiamo raggiunto, o, per lo meno, non ha ancora raggiunto la media di coloro, i quali di ordinario vengono preposti alla direzione ddle aziende municipali. Cm non conosce le disoneste influenze delle consorterie locali sull'indirizzo della cosa pubblica in Italia? A chi non è arrivata la voce della proverbiale inettitudine, di cui spesso nei consigli e nelle giunte dei municipi italiani si da saggio? E non e nota abbastanza la deficienza nel sentimento del dovere nella maggior parte di noi, quando si tratti del disimpegno di pubbliche funzioni, che solo abbiamo assunto per malinteso sentimento d1 orgoglio? Vi è, adunque, ciò posto, il pericolo, che l' assunzione diretta dt:1 servizi pubblici da parte delle nostre amministrazioni comunali, da un lato possa trasformarsi in strumento d' illegali ingerenze ed abusi, e dall'altro esser causa diretta ed indiretta di dannosi perturbamenti economici e morali. . Tali appunto gli ostac~li più comunemente indicati, i quali impedirebbe10, come in eff.:tti avrebbero impedito, lo svolgersi del Socialismomunicipale in Italia. Senonchè e proprio vero che sì fatti ostacoli siano insormontabili e valgano da soli a giustificare la indifferenza, con cui le nostre amministrazioni locali si sono tenute di fronte ai continui esempi dell'influenza benefica del Socialismomunicipale in altri paesi ? No di sicuro, che da assai e beo gravi ragioni, come in appresso mostreremo, i fini del Socialismo111unicipale sono consigliati, perchè essi non debbano reggere al primo urto di difficoltà transitorie e contingenti, come quelle che dianzi abbiamo enumerato. Di certo, confessiamolo anche noi, non era da pretendere, come non lo è tuttavia, che l'attività delle nostre comunali amministrazioni potesse, e possa ancora, nello stato presente, assumere in breve volgere di tempo tutte le svariate forme, di cui ci danno esempio i muoicipì stramen, m ispecial modo gl' inglesi e i nord-americani; perchè a tanto non rispondono le cose nostre, Però da questo all'altro estremo, che l'assunzione diretta delle imprese dei servizi municipali da parte delle stesse amministrazioni comunali non debba pres~o di noi trovare campo di pràtica attuazione, e ciò mentre contemporaneamente il sistema delle concessioni si addimostra ogni giorno più difettoso ed insufficiente, la dfiferenza è enorme ed incolmabile. Che vale, infatti, dire che le imprese p:ibbliche dei servizi collettivi urterebbero coi nostri vecchi sistemi di pratica amministrazione, ai quali siamo tenacemente attaccati, quando ~ì fatto attaccamento rimane del tutto ingiustificato, e quando la esperienza condanna questi stessi sistemi che noi prediligiamo? O sarebbero, invece, le tristi condizioni dei nostri bilanci municipali, a vietare lo esperimento di un sistema di riforme, le quali fuori d'Italia fin dalle loro prime prove hanno dato così splendidi risultati? Ma è noto per via di quali difficoltà gli stessi comuni inglesi e nord-americani raggiunsero il grado di attivita,
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