Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 12 - 30 dicembre 1898

'I<.!VIST A 'POPOLARE 'DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI sociale dell'assistenza si contempera invece così col dovere individuale ddla previdenza, quella saggiamente commisurando alla insufficienza economica di questa. A favore di un sistema cosi fatto si possono riportare recenti tendenze ed esperimenti nei paesi p:ù civili. In Francia l' on. Camtllo J ouffray presentò alle Camera il 28 gt:nnaio r 89 5 un progetto di lef!ge, perchè fossero autorizzati i Comuni a costituire delle casse di assicurazione mutua obbligat0ria contro la disoccupazione, a cui vantaggio sarebbero destinate speciali sovvenzioni del Comune, del Dipartimento e dello Stato. In Germania il Sonr.emann presentava al Reich~tag un progetto analogo, in cui però la cassa dovrebbe alimentarsi anche di contributi obb igatorii degli imprenditori. Numerosi esempi pratici di casse comunali di assicuraz:one obbligatoria, sempre sulla base mista della mutualità t: della assistenza pubblica, si riscontrano in !svizzera, a S. Gall, a B.1silea, a Zungo, a Losanna: mentre già istituti consimili, ma adottanti il sistema dell'assicurazione facoltativa si trovano a Berna, a Colonia, a Gand e a Bruxelles: e la esperienza quasi sempre ne fu felice, e ad ogni modo dimostrò che, rerh:zionato in alcune moda• lità il sistema del loro funzionamento, quegli istituti possono dare risultati ottimi ed eliminare in gran parte i danni ed i dolori della disoccupazione. (r) Certo non bisogna trascurare per quell'idea un saggio adatumentO alle varie condizioni dell' ambiente sociale ed economico. Così in Italia la disoccupazione si pale<;a in forme più spiccate nell'epoca invernale, ed ha riguardo sopratutto al lavoro stagionale che è unskilled per eccellenza e retri buico assai miseramente. Perciò non occorre in Italia precisare con minute ricerche statistiche, come si è fatto in !svizzera e in Germania, un raprorto ma• tematico fra l'altezza del salario e quella dei premii di assicurazione, per guisa che la cassa abbia possibilità di esser in via normale alimentata fino al punto prefisso colle quote degli assicurati, e si lasci una funzione sussidiaria alle sovvenzioni degli enti pubbhci: quc:ste invece presso di noi (e magari anche le elargizioni degli istituti e degli individui privati) debbano avere importanza maggiore, e i premi del,bon fissarsi con larghi criterii, e, più che sulla base del salario giornaliero, sulla media dell'abituale tenor di vita: essi debbon risultare quindi assai bissi, per guisa che rappresentino appena un interessamento delle masse assicurate a quell'istituzione che l'assistenza pubblica a vantag gio loro tiene in vita. Cosi pure - quanto all'agitato problema se debba a questa assicurazione darsi carattere obbligatorio o facoltativo - occorre tener presente che nelle nostre masse operaie è assai scarso (più che per ignoranza, per le amare delusioni, per i danni continui patiti) la fiJucia nell'opera degli enti politici, e che perciò, mentre da un lato l'obbligatorietà desterebbe vive ripugnanze, dall' altro la libertà del- !' assicurazione ne renderebbe poco probabile una larga e salutare espansione. Perciò bisogna seguire la via di mezzo: lasciar facoltativa riscriz:one al- (1) Di queste esperienze dà conto, con ricchezza e precisione di dati e notizie, il Cornil nel suo recente libro sull'..Assurance mtt11icipalecolllre le c/16mage, Bruxelles, 1898. l'istituto, ma, colla mitezza dei premii e la l.1rghezza dei beneficii, e col termo proposito di negare agli imprevidenti nel giorno della disoccupazione ogni altra forma di soccorso, attrarre verso l'istituto, il favore delle masse operaie. Infine sarebbe in Italia necessario creare di pianta o favorire nel loro sviluppo ahre istituzioni connesse a questa, e che grandemente possono facilitarne le funzioni e accn:scerne l'efficacia. Cosi bisognerebbe istituire degli ufficii comunali del lavoro, che sapessero, col sussidio ddle camere del lavoro e dei sodalizi di mutuo soccorso, sceverare la disoccupazione volontaria da quella involontana, ed eliminare di questa la maggior parte possibile, provvedendo a porre in contatto più sicuro e continue', anche da luogo a luogo, la domanda e l'offerta del lavoro . L'organizzazione più perfetta della beneficenza pubblica e privatJ, col dirigerla a scopi veramente civili, potrebbe valere a togliere dalla schiera degli assicurati, tutti coloro che, non già le contingenze economiche del mercato, ma le disgrazie della vita, le malattie, etc., gettarono nel numero dei disoccupati. Cosi l' istituto d' assicurazione anebbe a carico suo soltanto l'assistenza di lavoratori volenterosi e capaci, il che darebbe maggior certezza della sua solidità economica e della efficacia sua per l' educazione sociale. Si farà tanto in Italia ? Si vorrà cosi rimediare alle conseguenze degli errori ,;: delle colpe commesse, e render possibile l'attesa del momento in cui un nuovo indirizzo di politica economica e fi. nanziaria venga ad eliminare anche le intime cause della nostra disoccupazione operaia ? I mezzi per agir così non mancherebbero certo: somme di molto e molto maggiori hanno speso e si prep ..- rano a spendere lo Stato e i Comuni nostri, per fornire alle masse tumultuanti impieghi provvisorii, in lavori inutili per sè stessi e sempre dannosi ali' economia nazionale! Ma farà difetto forse il buon volere: e ancora una volta si avrà ragione di attribuire alle classi dirigenti ogni colpa se le masse, vedendo disconosciuto il loro diritto alle forme più sane dell'assistenza pubblica si mostreranno prive di quella pazienza che le tante quotidiane miserie sottopongono a durissima prova! c. A. CONIGLlANI. I servipzui ablnicrni nicipali tnItalia In contradizione ai continui esemp1, che le nazioni straniere ci offrono, del campo ogni giorno piu esteso che l'attività dei loro comuni è venuta assumendo, e del tutto indiffaente di fronte alle prove non dubbie degli enestimabili risultati che lo esperimento di tale attività si rende apportatrice, l'Italia resta fedelmente attaccata ai suoi vecchi sistemi di ammiohtrazione cittadina. E mentre altrove, nei paesi piu progn:cditi dell'Europa e dell'America, il Socialismom1111icipale, col fa. vore della opinione pubblica e coll'aiuto della legislazione, si va mano mano sostituendo alla vecchie e viziose forme, che rendevano lo esercizio dei servizi pubblici mezzo di illecito arricchimento per pochi privilegiati, da noi questa interessantissima funzione pubblica resta sempre alla merce delle società private, legittime rappresentanti del capital:smo sfruttatore. Nè sono valse a metterci sulla buona via le prove fatte in casa nostra, nulla, cioè, ci hanno insegnato gli esperimenti di Venezia, Firenze, C0mo, Trento, Narni, Ti-

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