'R.J'fTISTA 'POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI servendo qualche altro centinaio con poche lire al volere dei govern1n1i, - l'educazicne degli italiani si fa mirabilmente, in pochi mesi. E il frutto es~mplare delle nostre icuole sar1 quel vigliacchttto che fn ammesso alla gara d'onor~ perchè aveva copiato una pagin1 del Panzacchi; e l'ideai.: dei nostri alunni per diciassette o diciott'anni (tanto dura L, vita scolastica da noi!) abitua•i a stimar somme qualità de!.'uomo la do.:ilitì. l'obbedicnza, l'esattezza, la memoria _ il nflssso se'llprr, mai la lnce - sarà appunto la finale pensione dopo trent'anni concessa ai servi dello Stato pi(1 p~uJentememe :iouti, e, prima, la lode dd si~nor capo sezione: e la gratificaz•onc a capo d'anno. La nostra è la scuob delle docilità, peggiore di quella organizz1ta dai frati francescani, che conduce: alla nuova s~hiav,tù di Speocer ed al trionro dello spirito burocratico. Nella scuola dei francescani e in quella nostra che cr~a i burocratici - causa di decadenza sicura, cominua, irreparabile - nei conventi e nei ministeri (quante altre virtù più virili pretendevano, almeno in apparenza, gli ordini monastici allora I), esistevano ed esi;tono h: eccezioni. gli ambiziosi che sanno con atti or di volpe or di lupo procedere nella gerarchia traendo profitto p'ù dai vizii altrui che dalle virtù proprie. Ma i più non hanno , emmmo questa astuzia attiva; e dopo poco son soffocati. frantumati, polverizzati dal metodo e dall'orario, l'orizzonlè limitato ai vetri appannati della finestra della loro stanzetta, al tavolino logorato, ai fascicoli accatastati alla loro destra e :illa loro sinistra, ai pettegolezzi degli usceri, all'invidiosa aspe.razione del nuovo bollettino dei promossi. E la società esterna se ne vendic,, perchè la folla ha la giustizia iocoscieote che si equilibra fa. talmente fra due oscillazioni d'e·rore. E ogni intelligenza che fra quell'anonima e amorfa massa di servi.i, si affermi in un atto, non è riconosciuta mai, non o:tiene mai nessun rJggio di gloria sia per le diffidenze di tutti su la sua o'rigine nebbiosa sia per le invidie dei cosidetti colleghi. Nè io qui guardo ai danoi mortali che il fieno e la paglia per tutto questo gregge di agenti e di ispettori, di copisti e di segre:arii, di controllori e di conservatori recano alla finanza italiana la quale ormai non esiste più che nella forma negativa e metafisica di d.tficit. Sibbene vol!'lio dire del contagio del male. Aoche fuori degli offici pubblici, tutto si va cc burocratizzando » come si suol dire con una di quelle mille parole regalate al pa1rio vocabolario dai nuovi pad·oni, in prov:t della loro ele~anza e della loro dottrina, - cioè tutto va assumendo apparenza e sostanza di burocrazia, e nessun'opcra e nessun ~omo è più creduto vivo e vitale se non ha almeno di~ci lire di sussid o e u·,a croce di cav~liere raccattate in queste stalle d'Augia per le quali chi sa quando, ahimè, arriveranno E-cole e i due fiumi purificatori. Dai municipii ai cittadini, quando si deve erigere un palazzo o iniziare una inJustria, scrivere un libro o fondare una banca, pubblicare un giornale e magari pre1:dere migli<>, il primo pens'ero è di mettersi col cappello in mano su la soglia di un ministero o dd p1rlame1110 a limosina, qualche soldo con l'effigie del re. Per restar nelle p·ofèssioni che sono chiamate liberali, ormai tutte le esposiz'oni sono infèstate da quadri che o pel titolo o pel soggetto possano attirar la munificrnza di un personaggio augusto, di un ministro, di un sonos~gretario di stato, di un deputatino b1caw. E ogni scolare che esce d ,! liceo si fa un dovere di dedicare i suoi primi sospiri ver;o 11 musa, o al,' « onorevole » del suo collegio o a sua eccel!e1za o al commeodatore influente o magari a un.1 delle loro maestà, a scelta, E l'epidemia si propagi livida grossa fetida come una fiumana fatta clai rifiuti di ceoto fogne. (9.(arzocco, 13 Novembre). Prof L. Bia>1chi: Il genio. C'è geoialità in chiunque ha per. ezioni nuove di alto valore, formali, con vigore e potente processo associativo, giudizi nuovi, aisurga a conclusioni origioali. senta più estesamente e profondamente l'umaoità, reagisca sul mondo in uoa man,era divers, dagli altri con vantaggio della generalità; essenziale è che le percezioni. il giudizio, le condusioni, il sentimento, l'azi ·ne rappresemino un fatto universale, una verità che aume111iil patrimoni.:> del rene e del vero dell'umanità. I grandi congegni del progres'O ntlla marcia trionfale dell'uomo sono alimrntate d, Ile infini ·e fucine dell'umano la"oro. 1 geni sono di varia natura ed oggi molti, che un tempo vennero consideri ti geni furono ridotti a proporzioni miserevoli. E orgi assistiamo pure a qufs·o 'a·to strano: che un uomo di genio conron:le il genio coll'epiltssia e colla degenerazione. C;ò eh' è erroneo. L'essere alcuni uomini di genio epilettici o altrimenti Pevrotici, e l'appartenere essi a famiglie già béne avviate alla d.:gene•azione non d:\ diritto ad affermare che il genio abb'a origine morbos~, e tanto meno ch'esso equivalga ;.]l'epilessia. Ciò p,r le seguenti ragioni: 1) Il campo della geniali1à è molto più e,teso di quello ch'è parso ad alcuni e accoglie tutti i contributor;, grandi e piecoli, dell'umano progresso. 2) Non è dimostrato che la concomitanza della paz1.ia e dell'epilessia in alcuni uomini supe• riori rap?reseuti un coefficiente della natura geniale; la nevrosi può essere hen,ì epifrnomen0 casuale collegato con il gran lavoro al quale si consacrano molti uomini superkri (eccitabiliti nevrastc:nica, epilessia da auto-intos,icazione), 3) La forma degenerativa dellJ pazzia (come quella del Tasso) e la ep,lessia costituzionale sono molto rare tra gli uomini superiori, per essere: aLtorizzati a riconosctre unicità di genesi dd genio e d Ila pazzia. 4) Il contegno delll sensibilità do!orifica e del senso morale ne 5 1i uomini di genio non si può considerare caramristica comune ad essi ed at;li cpilutici e pazzi morali, per lo scarso numero di osstrvazicni brn fatte, e ptr il deficiente controllo con analoghe ricerche su uomini di ta• lento e di me1.zana levatura. D'altronde baslfrt bbe la più alta manifestazior.e del senso morale di cui. proprio in questi ult'mi giorni, ci ha dato esempio uno dei vi,·enti uomini di genio, Zola, il quale l.1 sua pace, gli studii predilttti, la libertà, la venerazione dei fr~ncesi ha SJCrifi:ato snll'ahare della piet.\ e dd la giustizia. 5) li rit no, l'iocoscieoza del.'es:ro notati n,- ali uomini di gen·o non hanno niente: di pa1okgico. Il ritmo è in tut1e le manifostaz'oni d, lla vita; l' imo,cienza è legge riconosciuta dei processi e delle combinazioni men:ali. Sta 1I fa, to che tra p.1recchie centinaia di epilettici costituzionali che ho esam·nati e curati rei manicomii di Palermo e di Napoli e nella clinica privata, appartenenti " tutte le classi cittadine, non in uno ho sorpreso mai una scintilla di pensiero alto, né: tal forte potere di dirigere e di concentrare l'attenzione, quak si trova negli uomini supericri. Che il genio e la pazzia si tocchino era già uoto ad Aristotele, e ben messo in luce d., Diderot. Nè deve sorpre· dere, quando si consideri che la vita mentale è rappreser1tata da curvt>, al cui culmine sta il geni<', che per essere salito sino all'apice deve disceoderne per legge ineluttabile. (Gazzetta Artistica, Novembre). Prof. F. Mo11talto: Valoresociale del Genio. Vi è certamente un che di comune, un f,rndo da cui entrambi deri,·ano il Genio e la follia, e in cui geneticamente, ma in modo astratto più che concreto, le opposte diff~renze si conciliano. Si sa bene che gli estremi s'in.:ontrano che 1111eat eademest scientia co11trarionw1. li Lodo comune è la modificabilità e vivacità estrema dell'elemento nerveo. Ma non dimentichiamo che nell'ordine cosmico in generale è ,nodificabi/ità o d;flamziazioue tanto l'cvoht,_io11e o progresso, quamo il regresso " la dissoluzio11,; e eh.: non si ha la prima se non aJ un patto; che sotto alle modifi,a,ioni recenti pernunga il sostrato delle antiche. li genio e la follia esco110 entr.Hnbi dall'ordinario per un notevole disquilibrio di funzionalità psichica. che però, me ,tre nella follia è il risnltato di un processo che dissolve, solo nel g<nio è il risultato di un processo che evolve; un caso cioè in cui più in1ensamente e tipicamente si maniresta il valore foadamentale della vità, che è appunto, per sè stessa, un vero equilibrio instabile, soggetto ad un con:inuo disfarsi e rifJrsi, a un persistente rilmo di sempr<! rinnovata disintegrazione e redintegr,1zione, in cui consiste la le[{gedella vita, la condizic ne che, sola, J,1 rende possibile. Questa instabilità fisiologica di equilibrio riguardata nel mondo psico-sociale ci dà, inoltre, rJgio1e di quel preva 'er di alcuni elememi funzionali psichi.:i sugli altri, che, nel luogo gil citato del Barzellotti, viJesi additato come causa pr:issim1 di tipica in.lividua, lità e di esemplarit:\ psicologa, che ogni uomo, come riass.1merdo in sè p,rtc di vita sociale, può ben presentare, ma l'uomo gra·1 'e più che tutti gli altri. In lui, infatti, questa prevalenla è grami.: ass1i più che non sia n, i med ocri. Ma tra lui e qucs,i altri la diflerenza quaotunque sembri quantitativa, pure, dicemmo, è quantit,tiva soltanto. Questo e non altro è, infine, il problema da risolvere : come si:i pc ssibile lo enorme accumt1lo di energil psichica, in 1111 individuo. Quì e non altrove si cela l'origine pros,ima del Genio; per tutto ilresto, per l'origi, e rlmo•a dell'attività psichica, per la sua 1:. pica funzionalità eh: è l'intuizione, pel suo meccanismo fisiol logico, normale: od anormale, il problema si riferisce non ae Genio soltanto, ma a tutti gli uomini in genere. In particolarpoi, dobbiamo dire che la teoria d?grnera1iva nel suo risu10 taro completo tutto al più può dir questo : che tra il geni, e la follia nonostante la reale opposizione d~i due fatti, v' ~ di comune l'esser l'uno e l'altro due tipiche forme di psichi= siti propriamente umana, Par quasi che essenJo all'uomo toc _ cato in sorte questo ben u inde privilegio, di elevarsi con tra vaglio inces,ante molro JI disopra di tutti i viventi, siagli tocc110 altresì il tri,to pr.v,kgio di uscir fuori addirittura dalla normali1à psichica S?ettante a tu:ti gli animali e di scendere fino al più basso grado della dissoluzione mentale. La pazzia,! però, piuttosto che principio o fine dell'ardua via percorsa da
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==