Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 11 - 15 dicembre 1898

218 RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALT mandare un delegato che voti per lui anzichè un rappresentante che pensi per Ju;. Più di due mila anni or sono Aristotile pensava che la demccrazia è neassariamtnte un governo _di mediocrità; e la politica contemporanea conferma tale grndizio. Ma questo governo delle mediocrità è r referibile perchè iona!?a il livello generale della intelligenza; ciò che non può fare l'aristocrazia. t North America><'R._eview. Ottobre). P. Louis: A proposito della legge Falloux. In qt:esti ultimi me,i, il problema dell'insegnamento, che è vitale per la Democra,iJ. ha preso un p"sto distinto. La legge Falloux, che data dal 1850, ha suscitato lt: critiche e le prote,te unanimi dicoloro che guardano al pericolo presente. 11 cl«icalismo risorge più minaccioso, più inviluppante, più inge~noso di prima. La Chiesa ha saputo riconquistare la Borghesia ch'era tutta piena di uno scetticismo tradizionale. Un pano è st.,to sir, tto tra la cassa forte e l'a'tare. Con l'msegnameoto il prete ha ripreso possesso dei cerve!li, dei pensieri e ,delle volon'.à di tutta una nazione. Il cootag10 non è solo nell armata. ma m tutte le amministrazioni civili. li nostro partito avvrebbe torto di limitare streaamente il suo o, izzonte alle sole trnsformazioni economiche. Finchè lt: congregazioni resteranno padrone d'un terzo, o presso a pocC', della nostra popolazione scolastica IP. istituzioni repubblicane e le dottrine soci~li avrar>no temibili e forse invincibili ostacoli dd sormoot:re. Come riprendere queste masse? Come, dopo i I trionfo, dirigere i lun,iooari obbedienti alle ingiunzioni cb i :ali? La Chiesa non si sentirà mortalmente f,rita se non che il giorno in cui la si spossesserà del potere dell'inse.,.namento. Ma se la lfgge Fall0ux, approvata nel 1850 dall'Asstmblea Legi,lativa, d.va alla Chi,sa soltanto l'insegnamento primario, una legge del 1875, sotto la terza repubblica, pro• clam~va addirittura la libertà del,'iosegnarrento superiore. L'ecce;so però dell'imolenza e dell'ambizione ehIla Cbiesa provocò una reazione in senso repubblicano, onde l'eliminazione dai consigli d'acc.d,mia dell'elemento ecclesiastico, i decreti che,. imposero alla socit tà dei ge1uiti di sciogliersi e alle società religiose di domandare l'autorizzazione, la scuola primaria gratuita, l'abolizione delle lettere di obbedienza per gl'i;titutori e le istitutrici, l'istruzione primaria obbligatoria. e finalmente l'insegnamento pubblico esclusivamente laico. Il Socialismo non può disinteressarsi da ciò perchè è la struttura :ntera del corpo sociale ch'esso deve trasformare. Bisog111 trascinare la società in avanti, ma bi,ogna anche colpire quelli che la mina.:ciano alle spalle. Ora le leggi vttate sono state messe in dimenticanza o sono state violate. Bisogna farle rivivere. Laici22are le scuole pubbliche, dissolvere le congregazioni non autorinate, interdire agli insegnanti di mischiJr,i in affa•i confessionali, tali le prime misure da adottarsi. i\la non basta. Bisogna sopprimere la libenà a'insegnamento per quel che concerne le tre Chiese riconosciute. Ciò è grave dal punto di vista della nostra dottrina, n-a tra la salute della repubblica e uno scrupolo teorico non si può restare indecisi. La libertà della Chiesa e quella d, Ila società civile non possono coesistere. Leibnitz l'ha detto due secoli or sono « La libertà non è do- « vnta a coloro che \'Ogliono farsece un'arme contro tutte le « libertà. " La Chiesa per andar contro b Repubblica laica prende i denari dei ft:ddi e del tesoro dello Stato. La sua condizione è dunque eccezionale, e contro l'eccezione non si lotta che con ['eccezioni-. Alla Chiesa il confrssionale, a noi la Scuola, e saremo a condizioni eguali. ('R..e1.·11e Socialiste • Ncvem bce). • • • La dissoluziondeell'AustriaUngheria. Ai conflitti politici religiosi e sociali che turb;Joo tutte le nazioni, in Austria Ungheria si aggiungono le rivalità di razza che minacciano l'esistenza stessa dello S1ato. I rumeni e gl'italiani sono una forza rispettabile, ma gli austriaci e gli ungheresi se no molti di più, e gli slavi super~no tutti quei grnppi riuniti msieme. L"argomento etnografico non è dunque decisivo per stabilire l'egemonio della razza austro-ungaricJ. Le cause del male che minano la •nonarchia d'Asburgo rnno, e lo spirito dtlla costituzione che tende a far valere ad ogni costo l'egemonia delle razze privilegiate, e l'impc-ssibilità di governare costituzicnalmente un paese ribelle del resto al risorgimemo, sia pure transitorio, dell'assolutismo. (Quinzai11e - Ottobre) G. To11iolo: Le virtù cristianee la Sociologia. Le idee reggono i fatti, ossia questi ultimi sebbene. abbiano un'efficacia occasionale sulle umane vicende rimaagcno tuttavia sotto il governo delle supreme idée diréttive e finali, ndl"ordioe delle quali vi é specialmente la morale e la frde. L' A. dopo aver esaminato l'ulti-r.e libro del cardinale Capecelatro, Le virtù cristia11e, mostra la necessità de1lo studio della Bibbia, del « libro de1l'umaoità per eccellenza » nel quale si spiega dalla prima comparsa dell'uomo sulla terra, la composizione e lo sviluppo delh fami• glia, la moltiplicazione e la trasmigrazione det popoli, l'ordinamento e le vicende della libertà e della proprietà, il coutatto e il cozzo di più nazioni, di più colture e di più continenti, gli ordinamenti religitsi, civili e militari, l'intimità ddla vita domestica, la continuità e lo sviluopo dei sertimenti e delle tradizioni popolari, e finalmente il trionf, e la cadute dei principi e delle nazioni. Dove trovare un campo più ampio, coatinuato e fecondo per indurre h: leggi storico sociologiche? li trionfo del movimento rigeneratoré dei cattolici in Italia dipende da tre condizioni: 1 ° od munirlo di tutta la luce e il calore del sapere cristiano; 2° od riannodare questo sapere alle tradizioni civili della patria; 3° nel convergerlo ali 1 soluzione della questione sociale che non può trarsi se non dal fondo della dottrina e della morale cristiana e cattolica. (Rivista di Scienze sociali e disciplineausiliare - No\·embre). E. Rochetin: La legislaziondeelleassicurazionfriaterne. Queste rncietà senza e:;sere delle vere e prcprie società di assicurazione, sono società speciali di M. S. che si formano tra i membri delle già esistenti, allo scopo di praticare in più larga scala la mutua assistenza. 1 ·e1 1886, 1889, 1891 e 1893 esse tennero vari congressi e gettarono le basi di una legislazione uniforme in tutti gli Stati dell'Unione Americ,n:1. Molte deliberazioni di quei Congressi furono adottate, e così si determinò la forma tipica delle as;icura,iooi fraterne. Queste forme di associazioni, riflettendo gl'interessi di migliaia di lavoratori e delle relative famiglie, è necessario che abbiaPo un fondamento solido, che i loro principi siano mt;amente d€finiti, e che ogni violazione dei medesimi, sia punita sewramente. (Jow·• nal des Eco110111istes - Novembre). Ugo Oietti: La scuola della docilità. Tornando dall'America rivedevo tutta la mia patria infestata e aduggiata dal gregge dei piccoli segretarii calvi e miopi con le mezze maniche d'alpacà. E supponevo tutto il diluvio dei mediocri sudati, in quel punto, a riunir i documenti timbrati e i benserviti in carta protocol:o, a mendicar dalla questura una fedina criminali:! pura anche di un qualunque sospetto politico e dal medico un certificato autentico in cui non si parlasse della loro idiozia e della loro cachessia, a limosioare a dorso curvo una raccomandazione dal deputato monarchico e ministeriale, a ingoiare farragini di manuali da1l'essenza di niente e dalla apparenza di tutto, a rin• negare frettolosamente ogni più gracile e più pallida ambizione di indipendenza, a vuotarsi la testa così da poterla presto e bene riempire col succo distillato della neutra imbecillità dei superiori, - e le ansie delle oneste ragazzette fidanzate, cui l'ideale marito è colui che può assicurar loro per vent'anni, duecento lire al mese, due abiti all'anno e la pensione dopo la sua morte, - e le invidie dei respinti, e il mercanteggiar dei potenti. .. Sì, sì! Io ero ben tornato in Italia. Di là dai monti di Toscana e di Liguria salivano i belati del gregge burocratico, gramo e tosato, e con lo scendere della sera il cielo si constellava dei loro sogni, tutti tremuli e tutti simili : « La 111i11or somma di lavoro possibile con la 111i11soormma di responsabilità possibile ». E veneravo, nella mente e nel cuore, i barbari d'oltre oceano, uomini liberi che guardavano in faccia, tra i due occhi, la vita. Vedevo tutto questo e pensa,·o che era un bell'atto di democrazia legalitaria quello dell'on. Baccelli che voleva organizzare scuole complementari e culture di campicelli. Ma si può educare il popolo, con queste lusinghe all'armento, con questi specchietti per ~ttirar qual.be altro centinaio di giovani italiani fuori della lotta franca aperta assolata ed attiva nella nebbia torpida e nella be1lftta ddla burocrazia dove l'opera è pagata a un tanto l'ora e dove le coscienze, spesso, non possono più essere pagate perchè non vi rnn più, per una iniziale castrazione si11equa 11011? Ciò che manca agli italiani per renderne rigogliosa la vita è il carattere; ma qua·e carattere - anche centuplicando le scuole diurne e serali, anche dando l'autonomia alle università e la licenza d'onore ai giovanetti dei licei - si potrà formare nelle anime ancora plasmabili, quale energia si potrà immettere negli spiriti ancora agili e ancora duttili quando, soppressa la libertà di stampa, abro· gate in una notte le guarentigie statutarie, inveutati tribunali innaturali e temporanei, muta1i i soldati in giudici e spesso i giudici in docili soldati, investigate le teorie e frugate le coscienze e messi in carcere i pensieri anche prima degli uomini che li pensano, si chiude l'anno invitando tutti i giovani d'Italia a venirsi a iscrivere nella onorevole gara per C( nquistare un nobile pos:o nel gregge a e( mille e due? ,, Certo: mandando qualche migliaio in esilio, qualche ccntina'o in carcue, e as-

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