216 'R..IVIST A POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI si dice, e il tenente che lo venne a :;apere, stavolta gli disse bravo! sinceramente. S' incanagliò come doveva: le 5 lire, il salario del suo servizio mensile presso l'ufficiale, e che prima gli scottavano le mani, da allora le riscosse premurosamente. Aveva bisogno di quattrini, per i vizi! Ndle ore libere andava a bere un bicchiere, e poi con un mozzicone fra le labbra bighellonava, sbirciando le donnine facili, alle quali indirizzava delle parole licenziose. Nelle lettere alla madre non parlav,l più di chiesa, di religione, ma chiedeva insistentemente soldi. La vecchiarella gli scriveva che si era ordinato il tale chierico, suo compagno, che Monsignore aveva fatto un bel pontificale alla festa del Patrono, che i parenti 2spettavano il suo ritorno, per la sua prima predica. Lui era diventato estraneo a quel linguaggio, che gli pa1eva l'eco di un mondo morto. E risrondeva, invariabilmente: << Che vita! La grande città fa diventare uomini! Mandatemi danari, per non farmi fare magre figure ! >l Era l'eclissi completl del suo io, avvenuta senza che ei lo sapesse! E quando si congedò, la madre riaveva un figlio che non era il suo, e lui sedeva ad una mensa, che non era quella della famiglia pT0pria ! Bell'~ffarc: ! P. GUARINO. Il proletariato intellettuale inItalia Per la su1 speciale i r.porranza ed interesse diamo a parte un sunto di due lunghissimi articoli sul Proletariato intellettuale in Italia pubbli.:ati da R. Paolucci Di Calboli 11cll'ottima 'l(evue des Revues del 15 novembre e del 1° decembre. La povertà non è vizio e noi possiamo confessare senza vergogna che la situazione d'Jtalia non è ceno più fiorente di prima. Le imposte sono aumentate di 780 milioni, il debito pubblico di L. 4,279,089,671, i debiti provinciali e comunali di L. 540,r.99,441 e il debito ipotecario è salito a lire 16,781,647,766. Mentre la ricchtzza di ogni inglese è ragguagliata a L. 6430 e quella d'ogni francese a 5022, il patrimonio medio di ciascun italiano è appena L. 1760. I proprietari sono ridotti ad essere gli amministratori del Fisco, le professioni agricole hanno perso 1[5 del loro effettivo, l'agricoltura è trascurata. La professione dell'agricoltura è delle ultima in Italia : di fronte a centinaia di migliaia di studenti delle scuole classiche vi sono appena 1361 studènti nelle scuole agrarie. L 'indmtria, il commercio, le manifatture sono neglette nel centro e nel mezzogiorno, le forze idrauliche inutilizzate. Il risparmio abbondante si getta nelle sciocche speculazioni dei fabbricati. In questa condizione di cose il povero operaio intdlettuale vede occupati i migliori posti del personale tecnico industriale dagli stranieri, perchè l' iosegnamtnto professionale, sia manuale che tecnico, non è da noi all'altezza della situazione. Se noi siamo uno dei paesi più addietro di Europa, col 5 3 010 degli analfabeti, noi prendiamo la rivincita nell'insegnamento superiore. Gli studenti universitari da 9161 nel 1'>376-77sono giunti ed essere 23,822. Non v' è altro paese ove vi siano tante università come in Italia. La Germania ne conta una per 2,471,423 ab., e la Francia una per 2,556,138. li nostro sistema scolastico è difettoso. Si gllarda ad ottenere teste ben piene non teste ben equilibrate. Non lingue viv, nti, non conoscenze pratiche della vita s'rnsegnano. Gli esami non sono il setaccio di eliminazione. La burocrazia è in ltJliJ la caL1sa più potentemente determinante del proletariato intellettuale. Tutte le mani si levano per ottenere un impiego. Le pensioni ccstano al paese 70 milioni all'anno. Bisognerebbe segllir l'esempio degli americani riformando l'organismo burocratico, e si restaurerebbe il credito dd paese, si spopolerebbero le amministrazioni pubbliche, e si combatterebbe l'istinto innato della nostra razza al fuozionarismo. La caccia all'impiego è straordillarissima. Per il nuovo corpo di I;'. S. costituito io Roma ultimamente v'erano domaude per 2000 agenti, 400 impiegati, 260 officiali e 70 medici (per due posti !). Invece al Ministero della Marina per 46 posti di macchinisti e fuochisti v'erano soltanto 53 concorrenti. Eppure la preda burocratica è meschina perchè è in media appena 2500 lire, mentre io Francia è di 7510. Le condizioni della Magistratura non sono nemmeno invidiabili; oè migliori sono quelle dei funzionari dei Comuni. Quelle dei curati si possono paragonare a quelle dei pretori perchè se i curati hanno il beneficio deJl'alloggio devono anche mantenere la Chiesa e il personale relativo. i:: anche nell'esercito e nella marina, i sottotenenti a L. 4,57 al giorno, e i guard'a marira coll'istesso stipendio, non sono in stato più florido. Ne più rosee sono le condizioni ddle prokssioni liberali. In Italia si può calcolare un avvocato per 1350 abitanti. Quei che riescono però a ottenere vistosi guadagni sono deputati e senatori intriganti. La media degli altri non raggiunge il guadagno di L. 3000 annue. Negli scalini infaiori vi sono avvocati costretti ad accettare cause per cento soldi e per vent', e anche onorari in natura. Dopo gli avvocati vengono i medici. Da 1900 nel 1892 sono oggi 22,000. Se mancano nelle campagne, sono legioni nelle grandi città: Milano ne ha 750, Roma un migliaio, Napoli 1200. L'Italia ha un medico per 1400 abitanti, mentre la Germania ne ha I su 2000. Dei medici condotti ve ne sono 9000, i quali, quando curano soltanto i poveri, hanno uno stipendio medio da 1000 a 2000 lire annue e anche di 750. Nell~ grandi ciaà il r(ddito medio dei medici è di Lire 1638 a Venezia, di 1767 a Milano, di 1813 a Roma, d, 1707 a Napoli, e di 1297 a Palermo. Delle tre grandi professioni che offrono uno sbocco agi' intellt ttuali italiani, quella ddl'ingegnere e dell'.irchltetto è senza dubbio superiore. Sono circa 11,000 gl'ingegneri e architetti, di cui metà impiegati dallo Stato e dalle Province, 1\7 dalla industria privata, e da 4 a 5000 indipendenti. Le condizioni dei lt tterati sono invece detestabili. Su 30 milioni d'italisni v' è appena una dozzina e mezza di letterati che vivono discretamente del loro lavoro: D~ Amicis. D'Annunzio, De Gubernatis, Barrili, Castelnuovo, CJ1ducd, Capuana, Ferri, Ferrero, Fogazzaro, Lioy, Lombroso, MJotegazza, De Roberto, Praga, Roveua, Panzacchi, Matilde Serao, Stecc/utti ; e crediamo la lista completa. I giovani letterati devono nutrirsi in Italia di me1afisica pura e di potsia. l romanzi e le r:ovelle hanro più probabilità di succes!O, ma, in ogni modo, i letterati meno noti specialmente, dovono conttotarsi di poche centiDaia di franchi per libri. a scrivere i quali avranno impiegati dei mesi di tempo. Migliore fortuna hanno gli s;rittori drammatici. E veniamo ai giornalisti. Nel 1896 v'~ratJo 190: periodici, oggi ve ne sono 2000 con circa 8or o giornalisti che vi lavorano. La condizione dei giornalisti itJliani è ben differente da quella dei loro colleghi inglesi e francesi. Se i direttori di 5 o 6 giornali di gran tiratura, pur non partecipando ai benefici, guadagnano da 12 a 20,000 lire annue, se i redattori capi dd medesimi prendono da 6 2d 8000 lire annue gli altri redattori ordinari hanno. appena 150, 200, 250 lire al m se, e i reporter 70 e 100. I grandi scrittori ricevono qualche volta 70 o 80 lire per articolo; ma la tariffa generale è 10 centesimi la linea. Le grandi riviste pagano. tenuto conto dell'importanza del lavoro, molto meno che i giornali, e ciò per difetto di fondi. Un articolo di uno scrittore di prim'ordine non si paga più di 80 o 100 lire. Alle condizioni econcmiche che contriblliscc no all'aumento del proletariaro si aggiungono ahre cause. Le eredità che si lasci:ino ad istituti artistici e letterari impediscono la creazione di on ambiente lavorevole ad altri rami del lavoro umano. Si è creduto soltanto di combattere le criminalità coli' istruzione, e si è aumentato il numero dei criminali raifi11ati. L'aspira,ione del 90 010 degl' italiani è l'otium cum dig,iitale, il riposo sugli allori. I libri che vanno per le mani di tutti, il Sei[ Help di Smiles, il Cbi si aiuta Dio l'aiuta di Lessona, s'interpetrano al!J ltttera, e non vi si vedono che gli eroi fortllna'.i, i quali dopo aver studiato diventano ricchi e sapienti; ma non si mos1ra il rovescio della medaglia. Molte famiglie poi fanno studiare i figli per vanità perchè temono decadere dedicandoli ad un lavoro mannaie. La borghesia segue la stessa strada dell'ari,tocrazia, la quale, dimenticando le tradizioni di Genova e Firenze, non crede degno pei suoi che l'esser soldato o prete. Il quarto stato tenuto rnnto tempo in disparte vuole il suo posto al banchetto della vita, e anche l'operaio vede nel lavoro
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