RIVISTA POPOLARE DI POLJ11CA LETTERE E SCJENZE .SOClAll la forza piuttosto che obbedire alla maggioranza nella esecuzione dei suoi piani ? Non sar:ì. facile passare dalla colpevole indifferenza per i diritti umani dei lavoratori colorati delle Filippine, ad una identica attitudine verso i lavoratori manuali del nostro medesimo sangue e della stessa patria ? Possono i principi fondamentali del nostro Governo - l'eguaglianza dei diritti, la nessuna possibilità di tassazione senza la rappresentanza popolare - essere misconosciuti nella più impudente maniera, senza scalzare m 1 tempo stesso il rispetto alla nostra Costituzione ed alla Dichiarazione dell'Indipendenza? Di più, forzando i nativi delle Filippine in una più o meno rigida compressione di governo, noi dobbiamo fare parecchie vittime. Esse parranno di poco conto perchè si tratterà di poveri lavoratori, fatti apposta per essere governati da una piccola minoranza. .Ma la vita è un gran bene che ha per ciascuno un valore affatto eguale. « * * Il tentativo,duuque, di divergere l'attenzione e l'interesse del popolo americano dalle cose di casa per preoccuparlo di complicazioni esteriori di ogni specie, è una criminale follia. L'idea che noi possiamo sfuggire i doveri che abbiamo verso il popolo, col diventare una nazione di conquistatori, è chiaramente nella mente dei più noti difensori della espansione e dell'imperialismo. Essi hanno in• dicato che la loro speranza è di vedere cangiare i nostri confini, di sentirci parlare di guerre e di allea.nze e forse di farne, e di rendere i lavoratori e i sostenitori delle riforme sociali impotenti a togliere gli abusi e le ingiustizie presenti. Questa fu la strategia di Napoleone per calmare la Francia. Essa condusse a Sedan. Noi siamo senza dubbio troppo forti per andare incontro ad un disastro di tal fatta, ma andiamo verso mali peggiori se ci proviamo a raffreddare il senso della giustizia e l'amore del diritto della nazione, e ci impediamo di intraprendere coraggiosamente la cura di tutti i provati errori. L'imperialismo spinge ai larghi armamenti ed alle guerre. Esso richiede sempre più ai lavoratori tasse, sangue e vite. Esso tende al più sfacciato uso della forza contro i deboli e gli umili. Esso subordina il diritto e la giustizia ad una malsana e cieca febbre di guadagno e spinge allo sfruttamento delle colonie i cui milioni di abitanti debbono diventare gli strumenti di poche migliaia. E questo è ciò che alcuni chiamano una cura per l'inquietudine sociale! Un incidente della nostra guerra colla Spagna non avrebbe dovuto disturbare l'equilibrio della nostra nazione e mettere in pericolo i principi fondamentali sui quali essa riposa. L'intero effetto morale della conquista della popolazione semi-selvaggia delle Filippine, sarebbe quello di disfare ciò che è stato compiuto coll'educazione e coll'organizzazione, sulle guide di una riforma sociale, economica, politica e morale rivolta particolarmente ad elevare il tenor di vita dei salariati degli Stati Uniti. Si tende a porre in dispregio il lavoratore manuale, incoraggiando la dott , che la forza può tranquillamente opprimere il debo1e ed essere usata per la lussuria di una oligarchia. L'annessione dell'Alsazia e della Lorena, compita dalla Germania, cacciò l'Europa in un campo armato, il ?eso del quale i suoi lavoratori sono obbligati ora con molti dolori a sostenere , come quello per noi dell'Impero Chinese che coi lavoratori docili e a basso salario rappresenta un ostacolo al progresso. Nessun grande mutamento fu inaugurato in un giorno, nè le sue caratteristiche conseguenze si manifestarono tutte immediatamente. Non è però una esagerazione dei fatti, nè una eccessiva indulgenza alla fantasia quella che mi spinge a dare l'allarme. E possibile che noi ci fermiamo e domandiamo a noi stessi, folli e saggi, dove si vada a finire. Per la causa della libertà, per la causa della umanità, le nostre vite sono liberamente offerte sull'altare della patria ; ma contro il minacciato pericolo di chinesi,1,_are il nostro popolo, colla degenerazione delle nostre istitu• zioni e la decadenza possibile ddla nostra Repubblica, niente altro che la nostra imperitura opposizione. * * * Cosi testualmente conchiudeva la sua dichiarazione il Gompers. L'argomento è troppo importante perchè la Rivista non la voglia considerare con attenzione. Epperò ne scriverò, servendomi di preferenza ancora dei documenti che il conflitto matura. DINo RoNDAN1. Novembre .... navigando. LO SCIOPEROGENERALE (Ai no2tri amici ferrovieri). Nel numero di Novembre della sempre interessante 'R_evue politiq1teet parlementaire c'è uno studio del sig. Felice Rouxel sullo scioperogeneralee il siudacato Guérard, che noi racco• mandiamo vivamente all'attenzione dei nostri amici ferrovieri. La Rivista e lo scrittore sono non solo anti-socialisti, ma anche decisi sostenitori della presente organizzazione capitalistica; ed è perciò che noi studiamo di preferenza tutto ciò che viene da loro : spesso s' impara di più dagli avversari che dagli amici. li Rouxel fa la storia dello sciopero generale e ne mette in evidenza il significato schiettamente rivoluzionario; il quale, già, si può indovinare riflettendo che il medesimo in Francia in Olanda e nel Belgio venne caldeggiato sempre, ora dai gruppi giacobini, che vivono ancora nella vicina repubblica, ora dagli anarchici, che prodominano tra i socialisti olandesi. I marxisti quasi dappertutto e in tutti i congressi, invece, combatterono questo espediente, che produrrebbe dovunque un perturbamento sociale gravissimo e con conseguenze incalcolabili. 1 nostri ferrovieri sanno che il sindacato Guérard è per lo appunto quello che raccoglieva gran parte degli impiegati addetti alle società ferroviarie francesi, la cui condizione economica è assai migliore di quella dei nostri. Questo ~indacato, traendo profitto dallo sciopero dei terrazzieri parigini, aveva indetto lo sciopero generale dei ferrovieri, che fallì miserevolmente e che riusci, dice il Rouxel, uno sciopero smza scioperanti. Poco c'importa adesso il discutere come e perchè sia fallito lo sciopero e l'esaminare se sia vero ciò che afferma il Rom:P.1: il sindacato Guérard non rappresentare i veri interessi della corporazione dei ferrovieri. Prderiamo invece rilevare che lo stesso scrittore borghese pur riconoscendo che il sindacato Guérard non è l'espressione vera dei ferrovieri, confessa, che ha esercitato una forte influenza politica a benefizio della benemerita classe di lavoratori dai quali prende nome. Esso, nota con amarezza il Rouxel, ha contribuito alla caduta del gabinetto presieduto da Casimiro Périer ; ha condotto una campagna di estrema violenza contro la proposta di legge MerlinTrarieux interdicente le coalizioni tra gl'impiegati nei servizi pubblici e nelle Compagnie ferroviarie ; infine, nella discussione della proposta Desmbey sui macchinisti e fuochisti, ha fatto adottare per mezzo di un emendamento il proprio progetto con 4 30 voti cqntro I 2. Il Rouxel al termine del suo studio, rallegrandosi che sia fallito lo sciopero indetto dal sindacato Guèrard, si preoccupa dell'avvenire, e mettendovi la nota patriottica, come in Francia si suol fare con evidente abuso del concetto di patriottismo, domanda a quali gravi pericoli andrebbe incontro il paese se uno sciopero di ferrovieri avvenisse in tempo di guerra. Dai dati che ci fornisce lo scrittore della Revue politique et paria111entaire, che ci sembrano esatti, abbiamo potuto convincerci che il sindacato Guérard sia veramente rivoluzionario in politica e assai male amministrato per la parte economica. Ciò nonostante in un paese libero qual'è la Francia esso ha potuto esercit,1re un'influenza decisiva in favore della classe che pretende rappresentare, e quando ha commesso un atto che i suoi avversari giudicano ingiusto, e che poteva aYere co03eguenze estreme e sovvertitrici, non è stato sciolto, lo Stato non si è impadronito della sua cassa, nessuno è stato processato e punito; non c'è stata, infine, neppur l' idea di qualche
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