186 'R..ITTISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTE RE E SCIENZE SOCIALI udito dal socialista Turati: cc il caduto segnerà una pietra miliare nella conquista della libertà ». « Si guardino una buona volta le cose in faccia, e si chiamino col loro nome ; ogni giorno che passa è un passo indietro che si fa. La libertà di agitazione teme di esplicarsi; ma la stessa libertà di pensiero, quella che pareva impossibile dovesse soffrire più attentati, minaccia di tssere nuovamente avvolta dalle stesse pastoie, da cui più mediate libertà politiche e gran parte della libertà economica sono state nuovamente via~olate ,>. (Cronaca del Giornale degli Eco110111isti, Novembre). ILSOCIALISMO diNapoleConoleajanni (GIUDIZI) Riforma Sociale di Ottobre. - Dott. NapoleonCeolajanni: Il Socialismo. Palermo• Milano, Remo Sandron, 1898, pag. xvi, 328. - E la seconda_ edizio~e di un libro c~e ebbe molta fortuna e che meritava d1 averne una più grande. E più che una seconda edizione, più ..:he un rifacimento, si può conside1·are colne un'opera nuova, tanto il professore Colajanni l'ha migliorala ed ampliata. Dopo quattordici anni (la p1·imaedizione usci nel 1884), di studi, di ricercho, di esperienze, di larnro non mai interrotto, il prof. Colajanni ha potuto in molte questioni portare una più gl'ande ampiezza di vedute, una maggiore completezza di giudizi. L'opera del Colajanni fu già la prima pubblicata sul Socialismo: è rimasta dopo quattordici anni (sopra tutto nella forma attuale), la migliore. E su quest'opera, che n'_è soLl~ lutti gli aspetti meritevole, torneremo a lungo 111 seguilo. c~n~anne italiaence~naanne i~a csiivili ("J:'urati e Anseele) Gl' italiani avranno letto con viva commozione le due lettere che Oddino Morgari ha consacrato a Pallanza ed al suo prigioniero. Dalla dolorosa semplicità con cui i tristi particolari sono esposti, traspare tutta la tenerezza desolata pel valoroso compagno di fede, tutto l'amore trepidante per l'amico diletto, tutta la ineffabile pietà per la nobile anima, avida di luce e di bene, che geme impotente e solitaria nel tetro isolamento del carcere. Tanta sincerità di sentimento profondo, conquista e trascina irresistibilmente chiunque legga il racconto della spaventevole tortura di quello spirito eletto, e fa intendere tutta la tragica solennità del tormento che dilania il cuore della madre desolata che immemore di sè gha instancabile attorno alle mura del reclusorio impenetrabile, come allettata dalla speranza che si voglia accettare l'olocausto che ella offrirebbe di sè, per liberare il figlio adorato! .... Leggendo queste lettere del Morgari, che sono certo tra le più belle che egli abbia scritto, un ricordo mi balenò nella mente ed un parallelo mi s'impose. Ricordai che il delitto più grave pel quale a Filippo Turati si assegnarono dodici anni di reclusione fu quello di aver parlato ai tumultuanti di Milano il giorno 6 Maggio per indurli alla calma, e per essergli sfuggita una frase che venne interpetrata farisaicamente e nella quale si volle trovare la promessa, l'impegno per una insurrezione futura ... molto futura. A nulla valse la testimonianza di un autorevole avversario leale, il Comm. Pirelli, che affermò recisamente essersi ottenuto con quel discorso lo scopo desiderato - la calma. li misera bile che funziona da capo della sbirraglia in Milano non potè, neppur lui, - è tutto dire! - negare che l'effetto del discorso Turati fosse stato quale avrebbero potuto desiderarlo i migliori amici dell'ordine; tutto fu inutile e il polemista arguto e brillante, lo scrittore geniale del partito socialista italiano fu condannato! Non è il momento di divagare in considerazioni psicologico-morali e giuridiche ; ma s'impone un raffronto storico. Nel 1886, nel Belgio, scoppiò improvvisa una rivolta gravissima, che non aveva per sè - almeno tra gli operai delle vetriere - la giustifi.:azione o l'attenuante della fame come determinante. I rivoltosi gridarono dapertutto Viva la repubblicaI innalzarono bandiere rosse, cantarono la Marsigliese e il ça ira; e quel eh' è peggio, devastarono, saccheggiarono, incendiarono con una furia selvaggia; tanto che la loro condotta venne severamente giudicata dagli storici eminenti del movimento socialista belga: dai deputati socialisti Vandervelde e Destrée. I capi più intelligenti del partito socialista disapprovarono i tumulti, e fecero tutti gli sforzi per impedirli o circoscriverli. Anseele, eh' era tra i più autorevoli, parlò agli operai nel Vooruit per consigliare calorosamente il ritorno alla calma e chiuse il suo discorso presso a poco con queste parole: operai, pensale che se voi vi abbandonaleai tumulti somministrereteil pretesto ad un massacro; se questo avverra vi sara festa nel palano dell' arcivescovo di Malines e nel palarzo di Leopoldo JJ Assassino 1° !.... Il Re del Belgio innanzi a parecchie migliaia di cittadini era stato chiamato assassino ... Un processo venne istruito, ed Anseele venne portato innanzi ai suoi giudici legittimi - innanzi al giuri. Egli non negò la frase incriminata ; ma aggiunse ch'eragli sfuggita nel calore della improvvisazione, e che del resto soltanto le parole forti ed ardrnti in quel momento potevano far presa sugli animi eccitatissimi. Anseele fu assolto per l'altra accusa che corrisponde al nostro eccitamento alla guerra civile ed ali' odio tra le varie classi sociali; ma venne condannato per l'offesa contro il Re del Belgio ch'era stato chiamato assassino. Chi non vede l'enorme differenza tra le parole pronunziate da Turati e da Anseele? Chi non riconosce la maggiore gravità di quelle dell'agitatore belga che costituivano un vero reato ; mentre solo la loiolesca interpetrazione poteva farlo scorgere nella frase del prigioniero di Pallanza? Eppure a Turati i giudici militari dettero dodici anni di reclusione; ad Anseele i cittadini giurati assegnarono .... SEI ~!ESI di prigione. Un ultimo riconto, eh' è anche cavalleresco. La condanna mitissima di Anseele suscitò una viva indignazione nel Belgio, indignazione che venne liberamente manifestata nei comizi e con tutte le forme possibili e immaginabili. In Ottobre, morto un deputato di Bruxelles, i socialisti presentarono la candidatura di Anseele. Posta ufficialmente, il governo si affrettò a mettere in libertà provvisoria il prigioniero, affinchè potesse dirigere la lotta e parteciparvi. Tutto questo in Italia sembrerà romanzo o leggenda fantastica ; ed è storia veridica. In Italia un governo che ha violato tutte le leggi e tutti gli articoli dello Statuto, invoca la legge per giustificare l'uguaglianza di trattamento verso Turati e De Andreis, Romussi e Chiesi da un lato ; verso ladri, assassini, falsari e stupratori dall'altro .... Si sa che molta infamia venne al governo russo dalla fine terribile che il carcere e la Siberia procurarono a Tchernichewsky. Si sa del pari che Filippo Turati è nevroastenico in un grado insuperabile. E se dal reclusorio di Pallanza anzichè lo scrittore elegante, l'oratore brillante, il pensatore acutissimo uscisse un demente? Sarebbe maggiore la responsabilità del governo italiano di quella in cui incorrerebbe se ne venisse fuori un pallido e deforme cadavere ! Lo ZoTJco. Per abbonarsi, alla Rivista, inviareVagliao Cartolina-vagliaal Dr. Napoleone ColaJanni - Napoli.
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