RIvista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 10 - 30 novembnre 1898

'R.J.'P'IASTPOPOLARE 7Jl 'POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI ITALIA E FRANCIA Pochi giorni or sono pubblicai nel Secolo un articolo intitolato i 7(antzan, nel quale - constatata l'intima unione verificatasi tra gli Anglo-5assoni ddl' Inghilterra e dell'America del Nord, che pur sembravano divisi da tanti ricordi politici dolorosi e da un pret.ern antagonismo economico - concludevo: quando i due Rantzau a civiltà latina si stenderanno amichevolmente la mano? Le mie speranze furono sorpassate, e i miei voti, che sono quelli di tutta la democrazia italiana, furono soddisfatti molto prima di quello che avessi pototo immaginare: l'annunzio uflici;1le del ristabilimento delle buone relazioni commerciali tra i due stati divisi dalle Alpi ci ha portato la buona novella. In questo momento si consenta a chi, come me, fu calunniato vilmente tante volte per avere auspicato questo lieto avvenimento, di ricordare con legittimo orgoglio che dal I 886 in poi fui solo contro tutti - anche contro amici politici carissimi - a sostenere che le famose tariffe generali dovevano riuscire disastrose all'agricoltura in generale, e alle provincie meridionali e alle due isole in ispecie. Alcuni anni dopo, - 1891,92 - quando i danni economici immensi subiti dall'una e dalle altre erano evidenti come la luce del giorno, ero ancora sorb a sostenere nell'Isola di Palermo una vivace polemica contro il Giornale di Sicilia per dimostrare l'utilità e la convenienza economica e politica di una entente tra le due sorelle latine. Cottinuarono le insinuazioni volgari contro di me ; ma non valsero a deviarmi dalla linea di condotta che la coscienza m'imponeva, e continuai a so~tenere la buona causa nel Secolo,nell'Epoca, nel Me,saggero, nella Nouvelle Revue, nella Revue pditique et parlemmtaire, nella Rivista Popolare, e ~i• nanco nelle riviste tedesche, non ottenendo però che .-.marezze e disinganni. Un raggio di luce rischiaratore ci fu nel 1892, e fu non piccola soddisfazione la mia, quando, nella discussione dei trattati di commercio coli' Austria Ungheria e colla Germania - e credo che io sia stato il primo ad ottenere ciò - !'on. Elleoa, il maggiore responsabile delle tariffe del 1887, confessò con parole cortesi al mio indirizzo, che realmeute quelle tariffe erano state rovinose pel meìzogiorno e per l'agricoltura, e che giustizia voleva che qualche cosa si facesse per compensarle. Sono passati sei lunghi anni, e finalmente l'ora della giustizia è venuta: e ne va data lode al ministero dell'on. Di Rudini, la cui politica prudente preparò e rese possibile il riavvicinamento tra la Francia e l'Italia, all'on. Luzzatti che si è giovato dell'autorità grandissima di cui gode al di là delle Alpi e della sua innegabile competenza, ed allo stesso on. Pelloux, che, passando sopra alle meschinità della politica partigiana, non ha esitato a continuare l'opera iniziata dai predecessori. Se il carattere e la coerenza in Italia valessero qualche cosa, specialmente nelle sfere ministeriali, in seguito all'annunzio ufficiale dell'accordo commerciale franco-italiano noi dovremmo assistere alla nscita dal gabinetto dell'on. Nasi e degli altri misogalli furiosi, che ieri, proprio ieri, non ,esitavano spavaldamente a consigliare una politica che doveva portare all<1guerra: se non subito, certo a scadenza non lontana. Noi non assisteremo a questo dignitoso e confortante spettacolo, a cui Ja molti anni in qua, solo gli on. Colombo, Carmine e l{1cotti ci hanno fatto assistere, perchè, re,tino o ~e ne vadano i misogalli, la politica parlamrncare nostra, pur troppo, seguirà lo stesso andazzo. Sorpassando, quindi, sul lato minuscolo dell'avvenimentO è preferibile brevemente dire della importanza e del significatO suo. C'è un indice eloquente - della cui indole non c'è da discutere - dell'importanza dell'avvenimento od rialzo sensibile della nostra rendita. Dico della renditaitaliana, perchè il Matin rilevava che mentre quella nella Borsa di Parigi era rialzata subito di tre punti, la rendita francese aveva subito soltanto un miglioramento di pochi centesimi. Dunque, conchiudeva il giornale francese, l'accordo gioverà più ali' Italia che alla Francia. Il saluto al fausto avvenimento della Borsa di Parigi, seguito, sebbene in minore misura, dal saluto delle Borse italiane, parrebbe in perfetta armonia colle conclusioni del Matin, le quali non sono errate, ma incomplete. Non c' è dubbio che l' accordo franco-italiano arrecherà giovamento al nostro paese; ciò dal lato economico. Ma chi non vede la importanza politica dell'avve::nimento a profitto maggiore della repubblica che sinora dall'alleanza russa non ha ricavato che amara disillusione? Rotto il ghiaccio tra l'Italia e la Francia, vorrei dire son l>icuro, ma mi limito ad augurarmi, che le relazioni politiche tra i due paesi miglioreranno rapidamente, e che si potrà riuscire ad un vero e naturale equil:brio nel Mediterraneo a base di una lega latina, che metterà un limite alla rapacita insuperabile dell'Inghilterra che spadroneggia nel mare non suo. Solo i latini dovrebbero chiamare il Mediterraneo mare nostrum ! Il momento per una così radicale trasformazione dell'orientamento delle alleanze è opportuno, perchè tutti gli Stati di Europa si trovano in grandissimo disagio, e fermenta dappertutto un germe di mutamento nelle relazioni internazionali e nel sistema delle alleanze. Questo potrà essere, e speriamo ardentemente che sia, il domani. Vediamo oggi che cosa può attendersi il popolo italiano dal nuovo accordo. Non c'è dubbio che i grandi industriali del Settentrione, che sono i veri autori delle tariffe del I 887 - il cadavere di Alessandro Rossi avrà sussultato d'ira nel suo sepolcro all'annunzio dell'accordo! - accoglieranno l'avvenimento ostilmente; ma credo che i loro timori siano in grandissima parte ingiustificati, perchè quello che potrebbero perdere a causa della concorrenza dei prodotti similari francesi, l'avranno compensato dalla maggiore forza di acquisto di tutta la popolazione agricola, che del resto non è neppure poca nelle loro regioni. In quanto all'agricoltura e al mezzogiorno, guadagneranno, e non poco. S..rebbe stoltezza e desiderio di creare delle illusioni, se si volesse far credere che essi guadagneranno tutto quello che perdettero colla guerra commerciale del I 887, durata per oltre un decennio. Quelle furono perdite di

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