RIvista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 10 - 30 novembnre 1898

'R,JVIST A POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 195 guendo le esigenze della civiltà 'moderna, è destinato in avvenire ad assumere. * L'Inghilterra, adunque, è il paese tipico del socialismo municipale. Errerebbe, però, chi affermasse, che i monopoli comunali abbiano quivi soltanto trovato terreno propizio al loro svolgimento. Al socialismo municipale, azitutto, non restano estranei gli Stati Uniti di America. Le leggi dcli' Unione americana, di fatti, danno al potere regolamentare dei comuni limiti troppo estesi, accordano grandi, e quasi illimitate, facoltà alle autorità locali, quando si tratti dello stabilimento delle norme per la tranquillità e sicurezza cittadina. Con una base di poteri sì fatta, dunque, non dovette riuscir difficile ai comuni nord-americani di sorpassare legalmente alle norme del principio della libertà industriale, e di assumere direttamente, colla esclusione di ogni altra impresa privata concorrente, l'eiercizio dei più interessanti servizi pubblici municipali; giacchè, valeudosi essi delle loro facoltà di regolamento, e trinctrandosi dietro l;: ~sigenze della sicurezza geoerale, finirono coll'imporre tali limitaz'oni ali apprestan:ento di quei servizi, da soffocare <;d diminare qualsiasi ini· zianva ed impresa privata. Fu così che sorsero negli Stati-Uniti d'America i primi monopoli comunali dei servizi pubblici, i quali oggi sono numerosi e fiorenti, spe. ie quelli dei servizi d'illuminaz'one e di distribuzione dell'acqua, assunti direttamente da molte città ed esercitati con grande vantaggio dei cittadini e con non lieve ristoro finanziario delle relative amministrazioni assuntrici. Nè mancano le autorità comunali nord-americane di ingerirsi, al pari di quelle inglesi, io tutt'altri servizi ed istituti_ pubblici, e di assumere nuovi compiti e nuove funzioni. E noto, per esempio, a tacere d'altro, lo straordinario sviluppo che nelle città degli Stati-Uniti hanno preso i lavori di risanamento edilizio, è noto altresì lo estendersi continuo in esse di grandi istituti e stabilimenti di pubblica utilità. Or bene, dtvesi tutto ciò in massima pane alle autorità locali, agenti in sostituzione delle impre~e private, disadatte ed insufficienti. Di monopoli comunali dei servizi pubblici offre anche esempi non trascurabili la Germania. Da molti anni, infatti, Berlino e Dresda esercitano direttamente le imprese del gas e dell'acqua potabile, prestando ai cittadini sì l'uno che l'altro servizio a condizioni favorevolissime e traendovi nello stesso tempo buoni guadagni. Avviene lo stesso a Lipsia ed a Breslavia per il solo servizio dell'acqua. In altre città non sono sconosciuti i monopolì pubblici degli omnibus e dei tramways. Quasi tutti i comuni urbani, iofine, specialmente in Prussia esercitano l'industria monopolistica dei macelli e dei mercati. Ma la prova più sicura della estensione che l'esercizio diretto delle imprese dei servizi pubblici municipali è destinata ad assumere in Germania, e del favore che i monopolì comunali incontrano nelle condizioni del paese, ci è data dalla recente legge prussiana sui tributi comunali (Kommunalabgabengesetv-ozm r4 Juli 1893 § 2), dove i prodotti economici, provenienti al comune dall'esercizio d' imprese industriali proprie sono di già considerati come fonte cospicua dì entrata, a cui dt ve il comune ricorrere, prima che a tutt'altre forme d'imposizione. Nè, meno che in Germania, l'assunzione diretta da parte delle amministrazioui comunali delle imprese monopolistiche dei servizi pubblici incontra favore ed acquista terreno nel Bdgio. Quivi da molti anni varie città soddisfano direttamente con imprese proprie i bisogni collettivi. Tra tutte, poi, si segnala Bruxelles, la cui amministrazione municipale ormai ha accentrato nelle proprie mani l'esercizio diretto e monopolistico di quasi tutti i servizi cittadini. Non manca infine qualche caso d'imprese municipali dei servizi pubblici in Francia, in Austria e nell'Olanda. Tale l'origine e tale lo svolgimento del socialismo municipale coi suoi esperimenti più notevoli. Dai quali • non soltaoto si rileva la preftribilità delle imprese pubbliche a quelle private nel fonzionameuto degl' ist,tuti e servizi collettivi, ma risulta ancor più evidente la necessità della prime, di fronte alla insufficienza delle seconde. · Come e perchè ciò avvenga, noi ci riserviamo di dirlo in altra occasione; qua ci basti l'avere accertato notizie, dati e circostanze, i quali formeranno la base a nostre ulteriori in,·estigazioni. ( 1) F. CARONNA-BONA. Per assoluta mancanza di spazio siamo costretti a rimandare al numero venturo un'articolo di N. Colajanni sul Brigantaggiocollettivo (A proposito di Fashoda), la fine di quello del Prof. Conigliani, ed il b:,zzctto Eclissi d1 Pasqua1e Guarino. L'EMIGRAZIONE ITALIANA NEGLI STATI EUROPEI (Continuazione e fine, Ycdi Num. p1·ecedentc). Dai primi gioroi dd loro esodo dalla patria gli operai nostri pellegrinano come branchi di pecore, riversandosi in numero eccessivo e senza nessun criterio dirtttivo, là dove la speranza di lavoro li sospinge. Così l'eccesso di emigranti dà luogo alla piaga della disoccupazione. E si vedono questi infdici senza lavoro, girare di paese in paese, costretti ad accattare, presso i connazionali e gli indigeni e - diciamolo a nostra vergogna - anche a rubare. Sopra di essi si posa sprezzante l'occhio dei forestieri che da quelle affamate rondinelle ( co~ì li chiamano per dispr~gio) giudicano questa nostra Italia carica di lusso decorativo, « assisa superbamente al banchetto delle grandi nazioni ». Per soccorrere questi connazionali i Consoli debbono ricorrere alle Casse di beneficenze locali ( 2 ), perchè le Società , di M. S. non lo attuano che in proporzioni molto modeste per non essere svaligiate. L'andazzo, I' incuria e - diciamolo pure - il meschino sentimento di dignità persooaleJ dell'operaio nostro in genere aumentano i sentimenti I epulsivi delle popolazioni estere in cui esso vive ; specie in quelle della Svizzera e della Francia, maggiormente progreditt: (3). I nostri emigranti dopo sette, otto mesi di soggiorno laborioso e' rimunerativo ritornano in patria infagottati negli stessi panni, collo stesso abbandono ingombrante di esseri che credono di appartenere a un mondo infe. riore. Contro di essi è andato maturando, per tutto ciò, un certo sentimento di intolleranza e antipatia - favorito anche dalla vita economica, gretta, la quale stona colle abitudini dell'operaio indigeno - acuito dalle tristi imprese del coltello diventato ormai il nostro emblema nazionale (4). ( r) A questo seguirà nel numero seguente uno studio sopra « L'avvenire dei servizi tmmicipali in Italia». (2) li Bureau de Bienfaisa11ce di una simpatica città Svizzera distribuisce la maggior parte dei soccorsi ai nostri conn~zionali anzichè agli indigeni. (3) A questo proposito ricordo le sensate parole che il Dr. Colaianni scriveva fin dal 189 3 nel suo opuscolo - U11aquestione ardente - che dovrei citare qui spesso perchè vi ho trovato molte considerazioni collimanti con quanto ho scritto in questo articolo. (4) Di questi giorni a Ginevra, nel borgo popoloso di Eaux Vives, gli abitanti fecero una riunione pubblica _ susseguita da una petizione al Governo Cantonale - per protestar.: contro il contegno prepotente e l'ingiustificato vandalismo di gran parte di italiani che colà dimorano.

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