RI'fTISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Careazuzestriaecrhaesse[nazione italiana I lettori della 'R._ivista ricorderanno l'articolo : La caccia all'Italiano dell'on. Barzilai pubblicato nel N.0 6 di quest'anno. Le origini e le opinioni politiche dello scrittore in qualcuno avranno potuto far sorgere il sospetto ch'egli abbia potuto esagerare la responsabilità dell'Austria - della nostra buona e cara alleala. Ebbene se e' è qualcuno che ha dubitato davvero della imparzialità del nostro egregio collaboratore si ricreda ; e per ricredersi legga ciò che Jus/us ha pubblicato nel• l'ultimo numero dell'autorevo!e e temperata Riforma Sociale del Nitti. Quando si termina la lettura dell'articolo sui Falli di Trieste non si può che rimanere indignati pe! la codardia del governo italiano, che non ha rotto le relazioni diplomatiche col suo alleato di Vienna. La gravità eccezionale di questa caccia data agli italiani in casa propria sta in questo : essa venne organizzata dalle autorità politiche di Trieste e non fu il prodotto della eccitazione, se si vuole bestiale, delle masse ignoranti che si sollevano in nome d' interessi economici o di pregiudizi nazionali. E in ciò si distingue profondamente dalla caccia data agli italiani in Francia, in Isvi:~zera, in America. La polizia austriaca e Trieste non organizzò semplicemente la caccia agli italiani.... in casa propria, ma protesse la plebaglia slava, eccitata e inferocita, che bastonava, distruggeva incendiava e sopratutto rubava. Intervenne soltanto energicamente per arrestare gl' italiani che si difendevano coraggiosamente contro gli stranieri aggressori; intervenne per impedire, comunque, che potesse riuscire efficace questa difesa della libertà, della vita, degli averi, della casa, della dignità propria .• Se a Marsiglia o a Parigi dove fermentano tanti elementi di giusto o di erroneo risentimento contro gli italiani fosse avvenuto la decima parte di ciò che i bassi fondi slavi e la polizia austriaca commisero a Trieste noi sfamo sicuri che si sarebbero ripetute le dimostrazioni di Napoli e di Roma dell'Agosto 1893 - anche esse organizzate e protette, sino ad un certo punto, dalla polizia - e forse si sarebbe venuti ad una guerra colla vicina repubblica. Nè si sarebbe <letta guerra ingiusta perchè non è tollerabile in verun modo che alla fine del secolo XIX si possano violare dai rappresentantidi un governo i principi piu elementari del diritto delle genti. Si dirà che l'Austria è in casa propria e che noi non abbiamo diritto d'intervenire quantunque gli oppressi siano degli italiani. Ma se i francesi si permettessero altrettanto contro gl' italiani di Nizza - di quella Nizza ceduta dalla ......, e annessa alla Frnncia in virtù di un plebiscito - la stampa francofoba non avrebbe protestato energicamente, e non avrebbe spinto il governo ad agire? L'articolo di Jus/us, eh' è un italiano che vive da lunghi anni in Trieste, e che la conosce intimamente, è destinato a produrre una profo:ida impressione, che troverà la sua eco in Parlamento. 1 fatti che ha esposti con rara serenità e con precisione matematica provano luminosamente che il governo italiano di fronte ali' Austria è nella posizione di chi avendo ricevuto un schiaffo presenta cristianamente l'altra guancia. ILSOCIALISMO ni NapoleCoonleajanni. GIUDIZI Nella Peti/e Rep1,bbliq11e (19 ottobre 1898) Paul Louis così annunzia Il Socialis111:0Un bel libro. li signor N. Colajanni, il valoroso socialista italiano deputato al Parlamento, ha pubblicato testè la seconda edizione della sua eccellente opera sul Socialismo. Il solo fatto che il libro si trova alla seconda edizione indica quale successo ha ottenuto questa pubblicazione nella penisola. La lettura del Socialismo s'impone come quella di un volume oramai dass:co sui rapporti dd n,ovimento socialista colle leggi fondamentali della scienza moderna. Quest'opera non si raccomanda soltanto pel calore e per li generosità della concezione, ma anche per lo spirito veramente scientifico che l'anima da! principio alla fine. (Riproduce le conclusioni del libro, che accetta.) Giudizio analogo ha dato Georges Renard sulla Lanterne. PERL'ACQUEDOTTO NELLPEUGLIE (Il dovere del governo e quello delle popolazioni). Si agita attualmente e con molta vivacità la quistione dell'Acquedottonelle Puglie di cui fu sempre strenuo campione Matteo Renato Imbriani, che finalmente era riuscito a farne affrettare lo studio e farne avvicinare la realizzazione. È questione d'interesse vitale per due provincie specialmente: quelle di Bari e di Foggia, che mancano assolutamente di acqua per dissetarsi. Non vi comprendiamo la provincia dt Lecce, perchè, come abbiamo rilevato da un articolo dell'on. R. De Cesare pubblicato nel Corrieredi Napoli, la Terra di Otranto ha cominciato a provvedere per la soddisfazione di questo supremo bisogno, e potrà continuare a fornirsi di altra acqua senza attendere la costruzione del grande acquedotto che dovrà servire a dissetare le popolazioni delle altre due provincie. Ma è quistione anche d' interesse nazionale non solo per la solidarietà che ci dev'essere tra le varie provincie del regno, ma anche perchè lo St.1w ha il dovere di contribuire largamente alla spesa di questa grande opera, per la quale occorreranno p=ù di r 50 milioni. L'annunzio di questa cifra lascia subito indovinare che gli sciacalli della speculazione si sono gettati sull'acquedotto per le Puglie con famelica irruenza. Essi, come hanno fatto per le ferrovie e per le altre grandi opere dello Stato, vogliono ottenere subito la concessione e assicurano di avere bello e pronto un progetto di rapida, di pronta esecuzione, che darà l'acqua da bere ed anche l'acqua per la irrigazione delle arse campagne delle Puglie. Si indovina ancora più facilmente che queste promesse nascondono uno dei tanti carrozzoni che hanno immiserito la nazione, alla quale farebbero costare roo ciò che non dovrebbe costare che 50 : e si tratta di centinaia di milioni I La compagnia che promette la costruzione è a base di capitali inglesi e di mezzani italiani; l'una e gli altri credevano di avere in mano l'affare loscamente usuraio, e per meglio raggiungere l' intentò hanno pubblicato un memorandum nel quale sono accumulate molte menzogne tecniche e finanziarie e si adoperano molte male arti per eccitare le popolazioni delle Puglie ad esercitare una vigorosa pressione sul goYerno per indurlo prontamente alla concessione. Le menzogne sono chiare e lampanti. Eccole. Si promette alle Puglie l'acqua per l'irrigazione, e si fa menzione - per rendere credibile la promessa, e
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