Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 9 - 15 novembre 1898

'R. I'fTISTA 'POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nerli chiusi con bestiale ostinazione. Ma i sinceri monarchici, come gli on. Fortunato e Colombo, devono centuplicare i loro sforzi per convincere i loro amici politici che la via battuca sinora è pericolosa, perchè le istituzioni si devono sorreggere col consenso e coll'amore del popolo, e non colle bajonette. 1n quanto alll riduzione degli interessi del debito pubblico - alla conversione co! bilancio che torna al deficit arriveremo fra cinquant'anni, se resteremo in vita - ci si verrà, volere o volare. E non sarà cosa disonesta tanto quanto sembra a prima vista. Si pensi che l'interesse dc::lcapitale ha subito dappertutto forti riduzioni, sicchè il nostro 4 OJO sembra già un tasso usuraio ; si rirletta che delle nostre emissioni abbiamo ricavato forse meno del 7 5 010 della somma di cui siamo debitori; infine si ricordi che mentre nemo dat quodnon habet, da u1 altro lato conviene anche ai creditori assicurare i loro crediti ed assicurarsi un interesse del 3 010 che rappresenterebbe sempre un eccellente impiego. E p,i ereditari e ptl paese quanto più presto si verrà a questa riduzione delle più f,mi categorie di spese sinora dichiarate intangibili - spese militari e debito pubblico - tanto meglio sarà: i rimedi che arrivano all'ultima ora, accelerano le catastrofi. • Gli uomini di valore, come gli on. Fortunato e Colombo, se vogliono vedere salde e rispettate le istituzioni e nel tempo istesso vogliono vedere uscire l'Italia dallo ~ tato attuale di penosa agonia, devono con tutta l'energia di cui sono capaci darsi ad una propaganda indefessa per fare trionfare la bandiera della diminuzione delle imposte, bruciando, dopo averla impregnata di petrolio, la bandiera del nulla. LA RIVISTA. P~ci onaannati aaiTr ~unMaili tari Il movimento in prò delle v1tt1me vere dei tu - multi della primavera scorsa si accentua in tutta l'Italia. Le votazioni delle Romagne, di Savona, di Genova, di Corteolona, e quella unanime del Con- ·s;glio Comunale di Napoli che si temeva invece si disinteressasse della mozione Altobelli per l'Amnistia completa dei condannati politici; manifestazioni che saranno certamente seguite da altre consimili dovrebbero dare da pensare al governo. La pubblica opinione - almeno quella poca e fiacca che c'è in Italia - si dichiara in favore del!' Amnistia per i condannati dai Tribunali militari ; amnistia che sarebbe un'atto di giustizia più che di grazia. Cominciano gtà a muoversi le Università ed abbiamo visto con grande piacere che in Torino s'è messo alla testa del moYimento l'illustre Prof. Lombroso, cui mandiamo un caldo saluto. Agli studenti da altri ~tudenti è stato diramato questo caloroso appello che ci piace riprodurre dalla Vita Nova di Napoli: Mli StudednetillUe niveristiatàliane! All'aprirsi delle aule degli studi, noi, vostri compagni di giovinezza e di lavoro, non vogliamo portarvi, con la nostra parola, una eco sconveniente di odii o di dissidii politici: non noi, cattolici, cui anima - sublime parola d'amore - il Vangelo, vi chiamiamo dalla serenità dignitosa delle discipline severe alle gare informi e discordi dei partiti, non noi vi trasciniamo al poliedro tumultuoso delle passioni e delle contese civili. No! Nel sacrario free.Idodella scienza vogliamo far risuonare, col fre1n-to baldo e sincero dei nostri vent'anni, caldamente la voce del cuore; vogliamo parlarvi di dolori che non hanno nome, di sventure che non conoscon l'eguale; dirvi di uomini nati al pensiero ed all'azione, avvezzi alle lotte affascinanti della parola e della penna, racchiusi ora ora nelle ombre lacrimose delle carceri, condannati ali' inedia che snerva l'ingegno, alle mestizie che asciugan gli occhi, alle miserie che inaridiscono il cuore ; dirvi delle veglie penose delle madri, delle sorelle, delle spose, di focolari deserti, di sciagure che spezzan tutta la vita. Vogliamo che voi, compagni di tutti i partiti, di qualunque ideale, sentiate come sia no,tro compito parlare, parlare senza rancori e senza paure, parlare nelle forme dignitose e coscienti che la legge concede e tutela, non colle follie effimere e pericolose della piazza, parlare al Capo dello Stato chiedendo la cessazione di tanti dolori, la pace a tanti animi annientati sotto il peso delle lacrime, la vita ai sepolti del carcere, amnistia per tutti i detenuti politici. CompagniI Accogliete fidenti e generosi il nostro invito; sorga dalle Univtrsità italiane alta e nobile la nostra preghiera! Sorga ricordo dei tempi che vedevano uscire da quei recinti, sacri al pensiero, le fila animose di quelli che anche col sangue difendevan la patril, simbolo dei sensi libeii e civili vhificatori di ogni disciplina ; sorga unanime e sereno grido di giovinezza ad assopire i miseri rancori della nostra vita italiana! E questa parola nostra che salga in alto sollecitatrice di quella clemente giustizia che è fondamento dei regni, volt a riportare il sorriso sulle labbra smunte dai patimenti, alle porte dei reclusorii, a ricondurre il raggio giocondo della libertà e della vita. Sia grido potente e virile fatto dolce ed armonioso, passando attraverso i nostri cuori di giovani, come vento che si profuma sfiorando un tralcio di rose ; grido di tutta la grande anima italiana, arra insieme di un avvenire fecondo di concordia e di pace, felice monito ai padri, che ci han dato una patria, a non disperar del domani. Ma chi sono questi studenti che si muovono per le vittime della reazione italiana? Sono gli studenti cattolici. E gli altri ? Noi che amiamo sinceramente e intensamente i giovani e che nei giovani riponiamo tutte le nostre speranze, e che da loro attendiamo la scossa salutare che dovrà salvare l'Italia, ci auguriamo che al riaprirsi delle Università, con calma non iscornpagnata da energia, sapranno fare intendere la loro voce senza provocare tumulti, ma senza lasciar credere che il loro cuore sia chiuso ai sentimenti sacri di giustizia e di liberà. Al primo Congresso internazionale di studenti che è stato convocato il 13 corrente a Torino questa voce alta e dignitosa si dovrebbe fare sentire. Siamo costretti a rinviare al prossimo numero, perchè giuntoci troppo tardi, un'articolo di Togarasa (Saragat) sui Processi di Genova e di Chieti.

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