'R__IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl 16; Gli abbonati i quali, malgrado le sollecitazioni scritte loro in tutte le possibili forme della cortesia e della preghiera, non si sono ancora messi in regola coll' Amministrazione della Rivista, sono pregati vivamente ai adempiere ai loro impegni al piu presto, di1·igendo cartolina-vaglia coll'importo del loro dare, all' On.NAPOLEONCEOLAJANN- I Napoli La Rivista che, per quanto le permettano le proprie forze, nulla risparmia per rendere la pubblicaziono sempre piu completa, varia e interessante) la Rivista che fa il suo dovere, ha bene il diritto di esige1·eindistintamente da tutti i suoi lettori quel che costituisce per essa l'unico modo per esistere e sempre migliorare. ~/'~~ LABANDIERA DELNULLA Abbiamo promesso di ritornare sul discorso dell'on. Fortunato e lo facciamo ben volentieri, perchè la parte di cui non c' intrattenemmo nel numero precedente è la più interessante. Ripetiamo le conclusioni principali del suo discorso : lo statu quo è intollerabile; è gravido di pericoli; le sommosse si possono ripetere. Tutto ciò perchè l'Italia è in istato di esaurimento economico proJotto dall'altissima pressione tributaria; e questa è tale che nel paese e' è grado siffatto di saturazione tributaria, che ogni altra nuova dose d'imposta deve riuscire insopportabile perchè pro· durrebbe l'avvelenamento. Dunque, si domanderà, bisogna mutare sistema, come ha sostenuto da tanti anni l'Estrema Sinistra, come abbiamo sempre sostenuto noi in queste colonne? Questa è la risposta che ha dato testè l'on. Colombo in un discorso agli studenti monarchici di Milano; nel quale con lodevole insistenza, eh' è la miglior prova ddla forza del suo carattere, ha ripetuto : che bisogna cambiare sistema e adottare, almeno temporaneamente, una politica di raccoglimento, e lasciare che gridino contro la micromaroania e la politica bottegaia. Nè e' è da illudersi, ha continuato l'ex ministro del Tesoro, sulla efficacia delle riforme tributarie : le imposte, in fondo, si ripercuotono sempre sulla massa, e quel che occorre mutare è il contingente dell' imposta : è lo sgravio, che ci vuole. Non è così logico ed ardito l'on. Fortunato, il quale ha fatto una buona diagnosi, ma in quanto alla cura si è affidato all'antico nikilismo della scuola di Skoda : ha innalzato la bandieradelnulla. Questa inattesa conclusione ha sollevato numerose polemiche, che hanno costretto l'oratore ad una r.tra attività. epistolare. Per un brillante scrittore del Pungolo Parlamentare che si nasconde - et pour cause - sotto lo pseudonimo di Alfa, che vide in questa bandiera ~no splendido orifiamma, cento altri - il Musrn nello stesso Pungolo, il Don Chisciotte, l'Avanti, il Secolo ecc. ecc. - hanno manifestato la propria sorpresa e il proprio malcontento. Non vale la pena di rilevare le insolenze che il Nisco in un giornale di N 1poli ha scagliate contro il Fortunat0 - senza nominarlo - rimproverandogli di avere sollevato questa bandieradel nulla, perchè i rimproveri che prendono le mosse da una megalomania sciagurata non hanno bisogno di essere rintuzzati : soltanto i pazzi e i di~onesti possono consigliare il governo di respingere la bandiera del nulla per fare.... n11ove spese e.... nuovi debiti - non osando più nemmeno i megalomani sfacciati proporre nuove imposte. Occupiamoci invece di coloro, che non vogliono schierarsi attorni) allo strano orifiamma svolazzante a Palazzo San Gervasio e che vogliono apportare gli opportuni rimedi all'organismo dichiar.tto moribondo; e i rimedi sono chiari e lampanti: riduzione d' imposte e quindi riduzione di spese. Nè l'on. Fortunato, nè il curaggioso Alfiere che si è posto accanto a lui a roteare la sciabola negano la convenienza, anzi la necessità, di por mano ag'i sgravi e alle riduzioni di spesa. Ma in quali capitoli del bilancio si potranno fare le economie? essi domandano sogghignando maliziosamente. Non nei servizi civili, ridotti al minimum - ed è vero - e che avrebbero bisogno d'essere impinguati; non negli interessi del debito pubblico perchè l' Italia si disonorerebbe venendo meno ai propri solenni impegni; non nella lista civile perchè.... non si può; non nelle spese militari, perchè anche riducendo i corpi dì esercito, rimarrà sempre necessaria la spesa attuale per avere un eser(ito meno numeroso, ma effettivo : bene armato e bene equi· paggiato, e non che figuri semplicemente sulla carta come l'attuale. Si aggiunga che l'on. Fortunato ha tanta poca stima delle classi dirigenti italiane che forniscono gli uomini di governo, da temere seriamente una nuova esplosione di affarismo alimentato dai debiti in guisa che per la paura del peggio si contenta dello stalu quo, eJ inalbera la bandiera del nulla; timore diviso dall'on. Colombo, che ricordando le imprudenti dichiarazioni francofcbe dell'on. Nasi si allarlJ'a giustamente delle proposte di opporre flotta a flotta nel Mediterraneo, di rivincita in Africa ecc. V eramente le due voci partite dal Settentrione e dal Mez~rgiorno non sono stonate; e non hanno torto manifrstando la loro sfiducia nei governanti. Ma sbaglia l'on. Fortunato, e con lui H sig. Alfa, ritenendo che non sono possibili le economie nelle spese milirari. ~on sono possibili cogli uomini che alle istituzioni attuali non vogliono dare che la base fragilissima della forza materiale; e questa paura la manifestò apert;;.mente il Mattino di Na. poli ali' indomani della repressione e della cessa• zione dello Stato di assedio. Prima e in senso in~ verso aveva detto la stessa cosa un altro giornale di Napoli, il Don Marzio, che rimproverò l' on. Colombo di essere divenuto un incosciente alleati, dei repubblicani solo perchè voleva la riduzione delle spese militari. Noi confessi'.lmo francamente che proviamo un vivo compiaciwento quando vediamo posta la quistione in questi termini, perchè siamo sicuri che a lungo andare, nonostante la pecoraggine e la vigliaccheria della massa del popolo italiano, la fame aprirà. gli occhi anche a coloro che vogliono te-
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