Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 9 - 15 novembre 1898

rSo 'I{.IlTISTA'POPOLAREVI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI tenuta in molto onore dalla Chiesa di Dio e oggi più che mai s'impone ai cattolici il dovere di coltivare la scienza - provano che tra la scienza e la fede non c' ~ incompatibilità. Con Monsignor Perraud si deve riconoscere che l'alleanza della religione, della letteratura e della scienza è una delle glorie più incontestabili del cristianesimo. Nel medio evo i Monasteri, specialmente dei Benedettini, ci appariscono come i fedeli custodi e continuatori della scienza, e la Chiesa è l'unica istituzione che si dedica all'insegnamento e alla diffusione della s.:ienza per mezzo delle sue scuole episcopali e monastiche che tanto si generalinarono in Europa dai tempi di Carlo Magno. A cominciare del Secolo XII sorgono e si moltiplicano le università che Janssen giudica le creazioni più grandiose dello spirito cristiano. E quando le università si ribellano alla Chiesa cristiana il suo spirito, sempre fecond0 e inesauribile, dà vita a nuove istituzioni scientifiche e ad un nuovo ordinamento della cultura scientifica contemporanea. Le manifestazioni principali di questo ordinamento sono tre: le università cattoliche (Lovanio, Parigi, Lilla, Lione, Tolosa, Angers, Friburgo e Washington), le società scientifiche n.tzionali e i congressi scientifici internazionali. I risultamenti più importanti di questo ordinamento sono quelli delle Università, e sono di due classi : formazione di uomini che animati dalla scienza cattolica portano questo succo di vita in tutti gli ordini sociali; costituzione di centri del sapere che danno un impulso al progresso veramente scientifico e che dimostrano praticamente l'alleanza della Scienza e della Fede. (Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliari) (1). (1) Abbiamo riportato il sunto di questo articolo della interessante ,·ivista di Uonsignor Talamo perchò ci è sembrato utile quando in nomo della fede si proclama il fallimento della scienz<i il mostrare quale omaggio rendono alla. scienza gli uomini, che hanno fede ... e cervello. (N. d. R.). • REOE:N"SIONI P. GUARINO: ..Artemisia. (Racconto napoletano). TipoMelfi e Joele. Non si tratta della regina di Alicarnasso, che prèse pJrte con Serse all'imJ>resa di Grecia e che, nella battaglia di Salamina, diede stupende prove di valore, onde fu detto che, in quella giornata, gli uomini si eran portati da donne e le donne da uomini: Artemisia, invece, è il titolo di un libro che Pasquale Guarino chiama, modestamente, racconto napoletano. Dico modestamente, perchè la recentissima pubblicazione dell'autore del 'Don Rosario, del Cavaliere, ecc., del racconto eccede i confini, per essere un'opera d'arte sociale. Il dramma di miseria e di dolore quotidiano si svolge in . un vicolo del rione popolare della Sanità ; uno di quei quartieri, dove, in veri antri scavati nel masso, trascina la vita una turba anonima che sfugge, come ben nota il Guarino, non solo ad ogni legge di polizia urbana e a ogni disposizione di regolamenti civici, ma anche alla classificazione dei registri dello stato civile. La protagonista, Artemisia, è appunto parte della turba anonima ed affamata. Io non esporrò la tela del racconto poichè si tratta di "-Ull libro che, nell'esposizione, perde tutto; esso va letto. Questo è uno dei gioielli di Pasquale Guarino: semplice, limpido, spigliato e spoglio anche di ogni idea subbiettiva, per quanto sia difficile riscontrare queste qualità in noo scritto di siffatto genere. In complesso l'Artemisia per l' intento che si propone merita ampia e sincer:i lode. li Gua. rino dice che scriverà altri studi e altri racconti sulla vita napoletana. Continui, ed egli renderà cosi un servizio a tutti: massimo tra gli altri quello di aver contribuito a diffondere, nel nostro disgraziato paese, notizie e cognizioni, destinate altrimenti a rimanere rinserr~te da una specie di muraglia cinese nelle università e nei gabinetti degli studiosi. GIUSEPPE BRISCESE. Dr. K. G. RAKOWSKY: De la question de l'Ètiologie du crime et de la degenerescence. Montpellier. Firmin et Montane. 1897. Es~mina le diverse scuole, che si disputano il terreno su questa quistione - la statistica con Quetelet, l'antropologica con Lombroso e la sociologica con Colajaoni e Tarde - con imparzialità, e dopo una critica rapida, ma quasi sempre giusta, accorda la preferenza alla scuola sociologica. È nn marxista e tra i fattori sociali del delitto e della degenerazione ritiene, con ragione, che quello economico sia il predominante e mette come epigrafe della terza parte della sua memoria le parole di Colajanni : massima stabilità e minima disugttaf!lia11za 11ella distribuzione della ricchezza sono la migliore condizione per la moralità. Queste idee hanno trovato conferma nell'ultimo studio del Tarnowski, che abbiamo riassunto nella 'l(ivista delle Riviste di uno dei passati numeri. In conclusione il Rakowsky non dissente dall'autore di Sociologia Criminale se non sulla quistione della natura del delitto e trova che il Colajanni accettanfo l'ipotesi dell'atavismo psichico sia in contraddizione con sè stesso dopo avere respinto l'atavismo biologico: contraddizione imussistente. In tutto il resto è di accordo con lui. Dr. FRANCESCO MARIANI: La ricerca in giudizio dellapaternità naturale. Roma. Unione cooperativa editrice. 1898. Ecco una monografia eh' è un opera buona. Il Mariani svolge, con il corredo di molta' dottrina e di raro acume critico, l'importante quistione, che in Italia attende ancora la sua soluzione. Tutto ciò che si può dire dal lato giuridico e sociale sulla ricerca della paternità il bravo e giovane autore lo passa in rassegna. Facciamo voti che la proposta Giantur· co-Fracheris fatta nel 1892 torni di nuovo alla Camera e, superando gli ostacoli che si frappongono ai disegni di legge d'iniziativa parlamentare, arrivi in porto. La lettura dello scritto del Mariani sarà uno stimolo a riprodurla. Ing. P. MEZZASALMA: Il disagioeconomicoin Sicilia. Palermo. 1898. Breve studio; ripete cose note; ma la ripetizione non guasta sino a tanto che i provvedimenti opportuni non la rendono inutile. Perciò lodiamo l'autore per avere richiam1to di nuovo l'attenz'one sul fiscalismo vorace, sul diboscamento criminoso, sulla mancanza di credito agrario e fondiario, sulla deficiente istruzione agraria - imputabile con particolarità ai grandi proprietari -, sui pericoli che correrà la Sicilia quando sarà compiuto il nuovo catasto ecc. La ragione del grande disagio della Sicilia sta in queste cifre: nd 1890 il suo reddito agrario era di 680 milioni ; nel 1897 si ridusse a 411. Nel 1890 i soli agrumi dettero un introito di 56 milioni di lire; nel I 897 appena 1 3. Il vino raccolto fu 7 milioni e mezzo di ettolitri nel primo anno e soli due milioni nell'ultimo. A torto l'autore crede che in Sicilia del capitale ce ne sia abbastanza: i 75 milioni di de1>ositinon sono senza impiego. e pensi che la Lombardia quasi colla stessa popolazione ha oltre settecento cinquanta di milioni di deposito. Sbaglia pure ritenendo che la grande proprietà io Inghilterra sia fonte di ricchezza per la nazione : in pochi paesi di Europa la crisi agraria è tanto intensa quanto nella Grande Brettagna a causa dd liberismo, che sinora ha creato, però, la sua straordinaril riçchezza industriale. LUIGI GuELPA: Contri"fl.utaollo studio sulla popolazione • · · -agricola. Torino,1898, È una buona relazione al terzo congresso delle Società eco-· nemiche tenutosi in Torino. L'egregio autore che ha studiato da anni e con amore il problema agrario si preoccupa dello spopolamento delle cam• pagne e della pletora della popolazione nelle città : fenomeni correlati vi entrambi che producono cattive conseguenze econo• miche e morali. La colonizzazione interna può riparare, in una ad altri provvedimenti intesi a rerdere migliore e più sicura la condizione dei cootJdini, a questi inconvenienr:. Dove esistono vorrebbe che venissero conservate le proprietà collettive, le quali purtroppo, vanno scomparendo rapidamente o per le usurpazioni o per le quotizzazioni invocate da coloro che poi ne sono le vittime. Per cambiamenti d'indirizzo dirigersi all' Amministrazione della Rivista Popolare in Roma, Via Sardegna, n. 22. Dr. Napoleone Colaja1111i proprietario,direttore-responsabile. Roma, Tip. Tiberina, Via de' Gigli d'Oro, 16.

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