Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 9 - 15 novembre 1898

'R.IVIST A POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 175 na, tutta la sequela di piccoli e meschini interessi dibattentisi sotto il velame della critica spassionata · ed imparziale. Sono una quantità di pas~ioni non meno piccole e non meno meschine, pulsanti in cervelli ristretti o precocemente esauriti che tentano di farsi strada e di venire a galla; e dal com• plesso emerge la réclame reciproca più o meno velata o sfacciata, la réclame che va dall' alro al basso e viceversa, e distribuisce il contentino a tutti i collaboratori e gli strombazzatori e gli entusiasti del- !' Autore. È il mutuo incensamento elevato a si~tema e tacitamente a.:cettato dai componenti la pie• cola congrega, il cenacolo cosi detto artistico. Ed è veramente una congrega settaria cotesto cenacolo, ed ha per precipuo scopo la fabbricazione e lo scrocco della fama e dell'opinione pubblica. Vi si trova ogni specie di persone; dal grande artista, al seguace ed imitatore e corifeo, fino all'oscuro ma importante ed indispensabile articolista dei giornali più letti ed voga. Ed è costui eh' io qualifico specialmente coll'epitetO di parassi!a: egli è lo scrittore di articoli sesquipedali ad un tanto il metro, il compilatore di biografie a cinque lire la colonna, il critico stipendiato ed ... autorevole. Il parassita della letteratura segue le fasi e Io sviluppo di questa, e diventando parte del movimento artistico dell'epoca nostra, assume carattere sempre più spiccato e differenziato, si rende sempre più indispensabile, entra nelle abitudini della vita artistica del momento e, pur rimanendo un innesto parassitico, acquista forza sufficiente per reagire alla sua volta sull' indirizzo e sul contenuto dell'opera d'arte e sull'orientamento della pubblica opinione. Nel disordine dominante, caratteristico del nostro ambiente sociale, le cose e le persone si vanno disponendo con infinita varietà di caste e sottocaste senza un indirizzo unico e distinto. Una di queste caste, quella degli artisti, accoglie nelle sue file i tipi più svariati d'individui d'ogni ceto e condizione; ed attratti e spesso ingannati dal miraggio, corrono all'arte giovani inespert;, gente istruita ed educata solo a metà, spostati d'ogni genere: individui tutti che, in principio nutriti d' illusioni e male od incomplttamente provati alla scuola della vita, cercanu nell'arte stessa ciò che essa non a tutti indistintamente può concedere. Come avviene sempre, dalla massa, dalb folla ineguale ed eterogenea pochi riescono ad emergere. La grandt: maggioranza, i rimasti sul terreno, i vinti e gli scartati, nell'infinita loro varietà (eccettuati quei pochi di buon senso che, fiutando il vento infido, si ritirarono in tempo, rinunciando ad ogni velleità artistica) finiscono per aumentare il numero dei così detti dilettanti, o entrano nelle file del giornalismo militante, o, finalmente, se riescono a dar di capo in qualche cenacolo, vanno ad ingrossare l'esercito dei parassiti della letteratura. * * * La quasi mancanza di senso morale, di coscienza e di gusto estetico; la quasi assoluta incompetenza, per mancata coltura, a trattare d'arte e di letteratura, ecco le più salienti ragioni per cui gl'individui di cui ci occupiamo riescono più specialmente dannosi. Prendete il primo capitato dei gtornali letterari che pullulano nel bel Paese e nove volte su dieci vi troverete un brillante articolo dove, mentre si cantano le laudi dello scrittore favorito (!), si tucna contro lo sfiaccolamento della letteratur~, contro la mancanza di forti tempre d'artista ecc. Ma se voi vi provate a chiedere allo sbarbatello compilatore di quella tiritera eterna ed immutabile di frasi fatte e vuote, quale sia questa letteratura sfiaccolata, non vi risponderebbe di certo, perchè sarebbe impossibile che potesse rispondervi. Poichè egli ad ogni volume che parte dal cenacolo, o che gli perviene con scrittori : omaggio dell'editore, con pref!hieradi recensione, vi snocciola un' apologia del libro, dopo un'affrettata ed incompleta lettura e vi dà per critica d'arte, seria ed imparziale quella specie di elogio nauseante dove abbondano i luoghi comuni, le citazioni, le note bibliografiche, le scorse indietro nella vita dell'autore (oh! réclame dove ti ficchi !), il tutto diluito in una prosa che male intiepidisce il proprio gelo congenito colla smagliante tavolozza delle solite frasi del lessico decadente. E le critiche, sono sempre le medesime ; mai una nota Ji biasimo, mai un appunto, mai una stonatura; tutto è bene, tutto è logico, tutto passa. E cosi si nota il fatto strabiliante che mentre, puta caso, su venti giornali letterari si portano alle stelle venti volumi di poesie, nei medesimi giornali e negli stessi articoli si canta il deprofundis della vera e sana poesia e s'impreca alla decadenza della letteratura. L'autore di cotali critiche (pardon), in ultima analisi, è una nullità (letterariamente parlando); ma vedendosi cercato, lisciato e pagato, acquista la convinzione di essere qualche cosa. In realtà l'autore, il grandeuomoautentico, sa apprezzare l'utilità pratica degli articoli del giovane amico; anche l'editore ne sente i benefici effetti nei rendiconti di cassa : ond' è che il primo, onde cattivarsi completamente il prezioso recemionista, ne solletica le piccole passioncelle ed i ribollimenti dell'amor proprio e dell'orgoglio stuzzicati; l'edi• tore aumenta la retribuzione di qualche lira la colonna, ed il nostro parassita, preso cosi fra due fuochi, si trova senza accorgersene, ad aver firmato la convenzfone stipulante la capitolazione della propria coscienza. Lisciati quindi dall'autore che, ogni qualvolta gli conviene, fa il loro nome, accoppiandolo al qualificativi) di giovaneamico, forte intelligenza ecc. dà loro del tu confidenziale e scrive loro dt>lle lettere che un giorno saranno preziosi autografi, accompagnandovi magari la fotografia con tanto di dedica ( chepotra per6 ali'occorrenzaservireper le riproduzioni fototipirhe) pagati dall'editore, che regala loro altresì i ferravecchi del suo magazzino, questi veri parassiti finiscono poi per diventare anche graditi al pubblico grosso al quale piace quella preparazione stuzzicante che lo predispone alla lettura, o meglio, alla compera dell'opera di mole, della quale si è anticipatamente sorbita la favorevole apologetica recensione e la critica superiore. Poco a poco in costoro il fatto di ricevere il libro e di farne la favorevole critica o recensione}

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