RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Si trattengono nei paesi ospitanti soltanto coloro che hanno professioni libere, i commercianti, gli artefici, e quelli che vi trovano lavoro costante nel proprio mestiere o che colà s'imparentano e finiscono ad acclimatarsi. La inferiorità delle Colonie stabili alle fluttuanti deve esser fissata, dunque, a un terzo. Mi sembra questa la cifra che risponda più esattamente alla verità. Si può perciò facilmente ar~uire - anche prendendo come punto di partenza le cifre dell' ..Annuario - che la emigrazione europea, arriva a una cifra rispettabile nelle Colonie permanenti e a un numero imponente se vi si comprende anche l'elemento fluttuante. Data questa innegabile importanza non si giustifica in verun modo l'assoluta trascuratezza in cui questa parte della emigrazione è lasciata dalle nostre autorità politiche; colpevole trascuratezza di cui - pur troppo - hanno provato e provano tuttora i dolorosi effetti quanti connazionali hanno espatriato in Europa. E più grave riesce la colpa se si voglia pensare al valore morale di queste Colonie, di gran lunga superiore - non esitiamo a dirlo - a quella delle altre dell'America, dell'Asia e dell'Africa. Il « prestigio italiano » all'estero - questo prestigio cui vorrebbero proclamare i formidabili cannoni e le corrazzate eh~ salpano il mare e mostrano sulle acque spumose i loro fianchi imponenti - è tutto in potere delle nostre Colonie. Esse sono il termometro della civiltà, del livello morale del paese ali' estero. Colà - vivendo colla vita dei loro componenti, a contatto continuo, immediato, cogli indigem - esse diventano la pietra df paragone sulla quale si fondano e si formano i concetti del paese che ci ospita. L'operosità nazionale, le faci accese dalla fecondità intellettuale italiana nel campo scientifico e delle lettere e delle arti non giungono sempre nei paesi lontani; e quando vi arrivano, a traverso gli economici telegrammi delle ..Agen,ie giornalistiche, si perdono nel frastuono e nella attualità della vita locale. Gli ambasciatori, i diplomatici più efficaci, sono i Coloni nostri. L'Italia compie perciò officio letale ai propri interessi, al « prestigio » suo quando lascia i suoi cittadini in balia di loro stessi, senza aiuti, senza indicazioni, senza soccorsi, portare per le vie delle nazioni vicine, gli stracci della nostra miseria ; le brutture della disoccupazione errante. Questi rappresentanti del nostro popolo sono quelli che contribuiscono grandemente a rendere simpatica od uggiosa la nazione all'estero. Motivo per cui la emigrazione « europea » come quella che si riversa in paesi che devono e cercano, per interess: comuni, conoscerci e coi quali abbiamo continue e grandi relazioni politiche e commerciali, ha importanza moralmente maggiore per l'Italia che quella dei lontani paesi delle Americhe. E identica importanza hanno le nostre Colonie « europee » sotto l'aspetto economico. Perchè appunto per il loro carattere di temporarietà, offrono, in proporzione, vantaggi maggiori delle transoceaniche le quali consumano sul posto la totalità, o quasi, del guadagno. Esse invece lo riportano o lo inviano in Italia. Un calcolo abbastanza facile potrà convincerci che, soltanto dalla Svizzera, sono ben I 5 milioni in oro che vengono introdotti annualmente nella nazione. Molti di più arrivano dalla Francia e altrettanti dagli altri Stati. È un provento enorme che viene cosi ad aumentare la ricchezza nazionale, la quale riceverebbe più proficuo contributo se l'emigrazione fosse tutelata in modo efficace. Il Governo si è sempre e costantemente disinteressato di questo espatriamento italiano per l'Europa rimettendosi completamente all'opera dei Consoli, e limitando il suo intervento alla distribuzione di qualche Cavalierato a quei filantropi di professione, i quali si trovano dappertutto.... come le piante parassite, finchè vi sia popolarità da succhiare. È quanto dire che l'emigrazione è in balìa di sè stessa. I consoli non sono che funzionari burocratici, i quali hanno il loro orario di ufficio, e in questo ufficio registrano e si fanno pagare lautamente - come la legge consente - i passaporti, le procure, (le dichiarazioni di nascita fino a pochi anni fa) e gli altri atti di loro compenza. Oltre a questo, essi hanno un compito politico, esclusivamente politico, presso le autorità locali, e - la frase è cruda, ma vera - poliziesco, da poi che fungono da Ispettori di P. S. indicando alla polizia indigena gli individui a loro segnalati dalla Polizia Italiana o dai loro agenti locali (r), domandando arresti ed estradizioni ed altre cose.... di cui tacere è bello. Il Console non fa, o non può fare, perciò, opera utile ai Coloni. I quali, quando arrivano nel paese estero, avrebbe10 bisogno di essere indirizzati, aiutati, non solo per l'occupazione sollecita, ma anche per la scelta dei luoghi di ritrovo, di dimora, e per essere sommariamente edotti dei doveri verso il luogo in cui si trovano, verso le leggi, e verso loro stessi. Invece l'operaio italiano itrrivando inesperto, nuovo ai costumi e - quasi sempre - alla lingua del paese che lo deve ospitare, si trova economicamente in balia di quei compagni più furbi e pratici dell'ambiente che ne sfruttano magari la precarietà della condizione e il bisogno. Si trova alla mercè degli appaltatori che a lui - non pratico delle associazioni, dei Sindacati operai, degli orari e delle tariffe - spesse volte giuocano il tiro di affittare le braccia a condizioni inferiori di quelle fissate dai concordati ( 2 ). Quando sia occupato incomincia una esistenza da bruto, tutta di lavoro e di grettezze antiigieniche, vivendo dal cantiere al dormitorio collettivo, (dove a frotte si accovacciano i connazionali operai, in odio alla decenza e alle leggi fisiologiche) aspettando il sabato per abbandonarsi, nella grande maggioranza, alla ubriachezza più degradante. La emigrazione italiana, per questo carattere speciale di trascuranza è tristemente quotata. Roberto Drage, nella sua pre~evole, ma spesso ingiusta, Memoria a1la 'R..oyal.Statistica/Societv di Londra l' ha messa nel gradino più basso della migrazione europea. E bisogna averla vista da vicino, aver vissuto a contatto con essa per sentire - pur troppo - quanta verità. racchiuda la crudezza di questo giudizio ! (Continua). Gms. DE M1cHEL1s. CERTA SCIENZA .... (Pagine d'un solitario) In un gran paese di questo piccolo mondo, era allora un carcere penitenziario, accanto al quale avevo anch'io la mia penitenza nel lavoro forzato di articoli per giornali, di pagine per il libro futuro, di correzioni per il libro ed il giornale imminenti. Gli inquilini numerosi (1) Pcrchè i fondi segreti si permettono anche il lusso di emissari... e provocatori all'estero, sui quali si potrebbe fare una brillantissima e piccante cronaca di delinquenza. Il C. T. - morto or sono dieci mesi - tenne lo scettro dello spionaggio politico in !svizzera per più di 20 anni. Poi lo sostitui, a quanto pare, un e:i.-delegatodi P. S. noto per i 1uoi plichi erculei e le sue condanne, ad onta delle quali egli stette in !svizzera con tanto di passaporto regolare...... finchè fu espulso..... come anarchico. (2) Il Ministro degli Esteri e qualche Console previdente si limitano, alcune volte, a mandare un comunicato ai giornali o ai Sindaci deplorando « l'eccesso della emigrazione » in date località. Troppo poco e troppo tardi I
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