Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 9 - 15 novembre 1898

RJ'fTISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI - « La donna non uguale, giuridicamente, all'uomo: con diritti minori dei diritti dell'uomo ». Tre formule:: che sintetizz~no tre programmi. Quale <ii essi è preferibile ? li pref.:rito, è realizzabile ? Questionisecondarie,complementari. 1" - Gli amori di una donna, dal punto di vista morale, devono essere giudicati alla m.:desima stregua , degli amori di un uom0 ? Con altre parole: il « diritto all'amore ,, della donna è uguale al « diritto all'amore dell'uomo? 2• - La donna maritata ba diritto di guadagnarsi la vita col proprio lavoro ? Oppure ha diritto di farsi mantenere dal proprio marito? 3" - La madre ha uauale, maggiore o minore diritto del padre di coop";:rare all'educazione della prole? -4" - La madre ha uauale, maggiore o minore dovere del padre di coop'::rare all'allevamento della prole? 5" - È ammissibile per la donna il diritto di voto? politico e amministrativo, oppure l'uno o l'altro solamente? (Questioneultima... e molto facoltativa). La donna vostra, quando avesse diritti uguali ai vostri, potrebbeparere - a Voi - meno seducente,menoamabile ? Apprendiamo con piacere che l'inchiesta ha su~cesso: hanno già risposto Barrili, Lombroso, Ferrero, S1ghel~, Reclus Max Nordau. De Molinari, Loria, Pantaleon1, ·Castel~uovo, E. A. Butti, Cavagnari, Novicow, Edouard Rod, W orms, e molti e molti altri. Risposte larghe, profonde, interessantissime. Chi avesse ricevuto I' invito e chi volesse esprimere l'opinione sua su araomento cosi importante, indirizzi sollecitamente le risposte alt' Avv. GuglielmoGambarotta, Via S. Paolo 14, Milano. L'EMIGRAZIONE ITALIANA NEGLI STATI EUROPEI In questi ultimi tempi, quello della emigrazione, è di- ·ventato uno degli argomenti di moda. I giornali seri - che risolvono ogni giorno una questione di Stato ...., magari proponendo un miliardo di nuovi debiti - ci hanno offerto una vera fioritura di argomentazioni, di progetti, di dibattiti piu o meno interessanti. In mezzo a questo sfolgorio di fuochi artificiali, fra tante divagazioni scaturite da un turbine di generosità accademica, abbiamo invano cercato un accenno vago, modesto, il quale, lontanamente almeno, fosse rivolto a -quella povera incognita che è la emigrazione italiana negli Stati europei. . . . . Perchè oramai è vezzo, trattandosi d1 « em1graz1one " che tutti, indistintamente - compresi gli estensori di progetti ministeriali - alludano a quella "transoceanica. Che esista una emigrazione « europea ,, - chiamiamola così - e che sia, forse, piu importante, sotto certi aspetti, dell'altra, nessuno si dà pensiero perchè l'espatriamento periodico per le nazioni vicine passa inosservato. Solo quando le Aigues Mortes e gli Aussershil, in uno scoppio violento, mandano un grido d'allarme, si scuote un po' l'opinione pubblica e gli uomini di giudizio ,, si appassionano alle particolarità della tragedia ... ma dopo un paio di giorni ritornano d; nuovo « alla 4• pagina del loro giornale ». ,. * L'esempio piu evidente - e piu grave - di questa noncuranza ci i: stato fornito, or sono pochi mesi, dal pro- •getto di legge sulla Emigrazione presentato alla Camera dal Ministero, seconda maniera, del Marchese Di Rudinì. Era l'on. Visconti Venosta una delle teste piu quadrate del conservatorismo Lombardo - che doveva sostenere personalmente davanti ai deputati il progetto, figliato in collaborazione di quel!' Ambasciatore Fava resosi tanto celebn: per la miopia d,plomatica e la velocità da tardigrado dd1e quali fi.:ce prova all'inizio della guerra fra gli Stati Umti e la Spagna. Tenuta al fonte battesimale dall'alta autorità ddl ·ex minbtro per gh Affari Esteri questa nuova Legge - la quale coi tempi che corrono, chi sa quando potrà chiederà la cresima della Camera - scaturita, dopo tanti studi e lunga attesa, dai lombi del Governo, doveva essere almeno qualche cosa ai piu che un meschino espediente legislativo. Invece - e lo constatiamo con dolorosa sorpresa - essa accusava il solito peccato d'origine della imprevidenza e della unilateralità e veniva a provare luminosamente una volta ancora, come si ignori, nelle sfere governative, e l'importanza, e - quasi direi - l'esistenza delle nostre Colonie in Europa; dei bisogni che esse hanno ; della attenzione larga, serena che reclamano. Infatti quel progetto dopo pochi articoletti di introduzione generale s1 occupa subito degli emigranti transoceauici e non contempla menomamente le riforme necessarie alle nostre Colonie stabili o temporanee delle nazioni europee. .Non solo. I provvedimenti proposti dal Governo e suggeriti dagli inconvemenu sorti e lamentati per la emigrazione Americana, sono per questa specializzati. Riescono perciò assolutamente inutili per le Colonie europee là dove, per queste, occorrerebbero artico li speciali a fine di poter dare al progetto governativo una direzione e una funzione efficaci. Pertanto esse esigerebbero sorte diversa : data la impor· tanza loro sotto l'aspetto numerico, morale ed economico. È ben vero che l'A1mua60 di Statistica del 1896 - una delle poche cose buone che escano dalle fucine della burocrazia italiana - fissa il contingente degli emigranti nei paesi europei appena a 109-490. Ma questa cifra è inferiore alla verità, perchè la emigrazione temporanea che si riversa nella Svizzera assorbe per sè sola piu della metà del contingente totale fissato dal!' .Annuario. Mentre invece la Confederazione Elvetica non può ospitare certamentt' la metà della nostra emigrazione in Europa. E difficile perciò - coi dati ufficiali - fissarne numericamente l'importanza. Parecchi anni or sono le stati:;riche la mettevano nel rapporto da un mezzo a un terzo con quella transoceanica: ma volendo formarsi un concttto approssimativamente esatto bisogna anzitutto fare una disrmzione tra !t: Colonie :fluttuarie e quelle permanenti. Perchè il carattere differenziale tra le due emigrazioni è questo appunto: che mentre la transoceanica riveste, nel1a massima parte, aspttto stabile; quella europea, al contrario, offre, nel suo contingente maggiore, aspet10 di migrazione temroranea. Essa, difatti, per la facilità delle comunicazioni relati vamente poco dispendiose e per la prossimità tra la patria e il paese ospitante, porge maggior occasione al• l'operaio italiano, - per natura attaccato « ai patri lari » - di ritornare di sovente al paese natio dal quale noi, a differenza dei popoli nordici, difficilmente ci sappiamo staccare. La specie poi dell'emigrazione costituita principalmente da mestieri ruJi - muratori, manovali, sterratori, scalpellini, gessatori, e simili - che trovano proficua applicazione solo dalla primavera all'autunno contribuisce a questa temporarietà.

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