Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 8 - 30 ottobre 1898

'l{_IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 149 MARINA E FINANZA Mentre i guerrafondai si sbizzarriscono a scrivere della necessità, dell'urgenza di consacrare alla ricostituzi,me del nostro naviglio da guerra la bagattella da tre a cinquecento milioni arriva opporportuno questo articolo pubblicato nella Mtova Antologia (t5 ottobre) e firmato: L'ex deputato. L'ex depu1ato 'è l'Ammiraglio Morin che fu ministro della marina ed è uno dei migliori ufficiali della nostra armata. La sua è, quindi, la voce autorevole di uno dei cosidetti competenti. La condiz:one dell'autore di quello scritto, e l'avere egli fatto parte dell'ultimo ministero Crispi farebbero supporre che egli venga in appoggio dei guerrafondai ; invece il suo articolo è una vera doccia gelata scaraventata sul loro capo riscaldato ...... a freddo. Qualcuno ha voluto insinuare che il Morin si decise a far palese il suo pensiero per difendere l'opera propria, che sembrava implicitamente condannata dalle richieste dell'attuale ministro della m:lrina, on. Palumbo. Se ciò fosse non vi troveremmo da ridire: tutti abbiamo il diritto di difenderci : questo diritto diviene un dovere quando chi si difende ha occupato importanti uffici pubblici e colla propria difesa somministra buoni elementi per una illuminata discussione dei problemi che interessano lo Stato. È questo 11 caso per l'articolo del Morin. Qui l'uomo tecnico mostra la propria competenza; però il finanziere accorto vi fa opportunamente la parte del diavolo e richiama alla realtà coloro che stoltamente vorrebbero rendere più profondo l'abisso che le spese militari hanno scavato all'Italia. Le considerazioni economico-finanziarie di un ammiraglio che fu ministro della marina, costituiscono la più severa lezione pei giornalisti, che vorrebbero acchiappare le nuvole, senza accorgersi, che coi loro tentativi insani, rovinano il paese. - Diciamo tentativi, perchè noi siamo sicuri che se il programma in collaborazione Palumbo-Tribuna per un momento venisse accettato dal ministero e dal Parlamento, appena iniziata la realizzazione rimarrebbe a mezza strada e si ridurrebbe ad altro sperpero inutile di decine o di centinaia di milioni. Gioverà la lezione data dal Morin ? Auguriamocelo. Intanto ecco i brani principali d'indole economica e finanziaria del ponderato e convincente articolo. « La discussione del bilancio della marina presentera, quest'anno, un interesse forse maggiore di quello che, da qualche umpo, nel nostro paese, si è propensi ad accordare a -siffatta materia. Dobbiamo certamente rallegrarci di questo felice ed opportuno risveglio del sentimento pubblico per ciò che ha attinenza alla nostra difesa marittima; ma dobbiamo anche piu augurarci che esso venga illuminato e diretto sulla via del vero e del giusto. Dobbiamo desiderare che svaniscano molti preconcetti e molte illusioni dalla coscienza delle masse ignare d'ogni tecnicismo relativo alla costruzione e ali' impiego delle navi da guerra, e nella quale insistentemente perdura l' impressione prodotta dalle esagerazioni di cui fu un tempo nutrita; ma dobbiamo altresi richiamare alla considerazione degli uomini che hanno sempre avuta chiara e famigliare la percezione dello stato della nostra armata, in tutte le sue fasi, le cause dalle quali dipese che essa non abbia mai raggiunto le condizioni vagheggiate dai loro patriottici desideri, e le ragioni per cui, da parecchi anni, anzichè avvicinarsi ad un tale accarezzato ideale, essa sia andata piuttosto allontanandosene. Gli uomini di vera competenza in materia militare marittima, e di sano e posato criterio, hanno sempre deflorato tutte le amplificazioni con cui la fantasia popo are, 1:ccitata e lusingata, si è compiaciuta di snaturare il carattere, l'entità e i risultati di alcune felici iniziative nelle nostre costruzioni navali di quasi un quarto di secolo addietro, e non hanno mai partecipato al clamore ed al fasto di cui esse furono l'oggetto. L'iperbolica, ed ormai stucchevole, leggenda delle navi che noi soli sappiamo costruire e ci sono dagli altri paesi invidiate, non è la loro ; nè eglino hanno, in alcun modo, contribuito a diffonderla e ad accreditarla. Gli uomini veramente competenti sanno che abbiamo costruito alcune navi eccellenti al loro tempo, come ne hanno costruito, ed in numero molto maggiore, altre nazioni ; sanno che ne abbiamo anche costruito qualcheduna meno buona ; sanno che, per la riduzione continua di assegnamenti che il bilancio della marina dovette subire dopo un breve periodo di felice attivita dei nostri cantieri, siamo stati gradatamente costretti a diminuire le nostre costruzioni, ed abbiamo dovuto condurle piu lentamente di quanto fosse opportuno, modificando spesso i piani delle navi gia in lavoro, per procurare di mantenerle al corrente dei progressi che, di anno in anno, si andavano facendo; sanno che per queste ragioni, nella nostra marina sono ora in numero scarsissimo le navi realmente moderne, e abbondano di più quelle che hanno già perduto la massima parte del loro valore militare. ...Ma non tutti questi uomini, anzi ben pochi di loro, hanno mai consentito a considerare le questioni attinenti alla marina, in Italia, dal vero punto di vista dal quale devono essere riguardate ; da un punto di vista non unilaterale ed esclusivo, da un punto di vista generale e complesso, e nella loro imprescindibile connessione con tutte le altre elevate e gravi questioni che pure interessano grandemente la salute e la prosperità della patria. I più, fra tali uomini, non hanno mai voluto riconoscere che la storia dello sviluppo della nostra marina, da piu di un trentennio, è stata la storia delle nostre vicende finanziarie, e non poteva non esserlo; e, pretendendo di esaminarne e giudicarne le fasi in modo indipendente da queste vicende, si sono sempre posti a trattare una questione che non era quella che stava loro dinanzi. Raziocini piu o meno indipendenti da ogni considerazione finanziaria, per de-terminare in quale entità debbano essere costituite e mantenute le nostre forze nnvali, ne abbiamo uditi e letti di tutti i generi, da quelli informati alla piu ingenua evidenza ai più speciosi e ai più stravaganti, e potremmo noi pure esporre il nostro, il quale non sarebbe certo fra quelli conducenti alle conseguenze più moderate. Ma tutti questi raziocini sono vani ed oziosi quando su di essi prevale una questione pregiudiziale inflessibile, qttella della possibilitàdi applicarne i risultati. ...Se gli organici, allorchè furono votati, avessero rappresentato l'armamento marittimo sufficiente per il nostro paese, non si sarebbe potuto ammettere ad essi alcun scrio valore come quadri stabili del nostro naviglio. Questa stabilità, alla quale nessuna nazione, all'infuori di noi, ha mai pensato, è completamente utopistica, perchè si fonda sul falso presupposto che le navi considerate conservino integra l' importanza per la quale son valutate, fino a quando, per vetustà, si debbono demolire, od alienare, e sostituire con altre; mentre invece avviene che esse, a misura che invecchiano, perdono gradatamente del loro valore militare, e, molto prima che lo loro completa inutilità consigli di disfarsene, cessano di rappresentare quella forza che ad esse si assegnava. ...Indipendentemente dal lato finanziario della questione, un organico del naviglio potrebbe trovare motivo di li-

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