Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 8 - 30 ottobre 1898

RIP1ST A POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI era consentito di fare ! E in quanto ai predicatori di delinquenza sarebbe stato utile cbe l'on. Nasi si fosse spiegato meglio. Noi non li conosciamo; conoscia~o sol• tanto uno Stato che dal Journal de Geneve, dalla frnnh(ur• terzeiltmg all'estero, dal Giornale degli _Economirli n Ita• lia venne accusato di essere una fabbnca a get:o continuo di anarchici delinquenti. . Le dichiarazioni dell'enjant terrible della reazione sarebbero allarmanti se non fossero perfettamente superflue. Non ce n'era bisogno percbè questo governo che ha voluto essere giudicato dai fatti, coi fatri ci. ba fa~to CO· noscere qual' è il suo programma, quello cioè dr reazione esposto dall'on. Nasi che vuole romperla colle superstizioni del libernlismo. . Siccome i fatti sono maschi e le parole femmrne le cose buone dette dagli on. Fortis e Finocchiaro Aprile non hanno perciò valore. Il ministro di grazia e giusti: zia lasciò ccmprendere che non saranno presentate leggi restrittive. E che bisogno c' è di leggi nuove se si pos- ~ono stringere i freni sin dove si vuole, senza le leggi, e contro le leggi? L'on. Finocchiaro Aprile si disse sempre fedele agli !<leali pei. qual_i~a _com_battut~,e dicbiar~ di volere fare nspettare 11pnnc1p10 d1 autonta, senza dr cui non si educa e non si moralizza il popolo I Sicuro: il popolo non può ~oraliz~a1si c?e. col P:i!zcipiod! ~u-: torità rappresentato ID Italia dagh 1mpu_mt~~s~ass1nrdr Frezzi dal macellaretlo Festa, e da certi gmd1c1 cbe figurer;bbero brillantemente in Turchia! E a proposito di vecchi ideali demccratici: che ne pensa il ministro guar• dasigilli dei duecento arrestati di Palermo in occasione dtlla venuta delle loro eccellenze ? Forse quelli arresti furono praticati per consoliJare e rendere piu rispettaliile il principio di autorita? Le dichiarazioni di Fortis sarebbero importanti se si potesse sperare che venis~ero se~ui~e dai f~t'.i, e se. no~ fossero infirmate da quelh compmt! dal mm1stero dr cm fa parte. Fu reciso, e con ragione, affermando che la /e.,ae suoli infortuni del lavoro e inspirata a sacrosanti pri~cipi di umanità, e che il governo, pur essendo disposto adt accordare delle age, olazioni agli industriali, non tollerera ribellioni. Scongiurò le classi 1irige_nt! a non sottrarsi a certi sacrifizi, che sono dovei 1 soc1ah e ricordò loro che la proprittà non è solo un diritto, ma anche una funzione sociale. E noi siamo sicuri che la preghiera del ministro si sarebbe tradotta in monito severo se avesse saputo che tra le classi dirigenti in Sicilia ci sono individui, e non pochi, che in pubb:ico hanno manifestato rammarico dell'ordine mantenutosi e della mancata occasione di un massacro liberatore ... Ed Alessandro Fortis - a cui non mancò mai !'in• tuito politico, quando non rimase invischiate_>nelle seduzioni dtl m nisterialismo - tornò quello d1 una volta. assurgendo a ccncett.o alt? di governo, ,nell'ass~gnare ~ quest'ultimo il compito dr proteggere l uguaglianza d1 tutti i diritti e di evitare che e,so parteggi per uno piu che per un altro partito, cagiona?do sfidu_c\ae disor?rne. Ma, disgraziatamente, a q_uesu_propc_>sn1ot1n_poss1~m~ accordare che il valore assai relativo d1 buone mtenz10m individuali: l'on. Nasi ci fece sapere a che cosa si possa ridurre la proiezione dell'uguaglianza di tutti i diritti, quando dal diritto mise fuori i partiti che non garbano al governo. E !'on. Nasi rispecchiò il pensiero del Ministro dell'Interno. Abbiamo parlato in principio di cose allegre dette a Palermo· e vennero dall'on. Nasi, che fece sperare l'attuazione' di riforme auche senza spendere quattrini. Ora, data l'assema di provvedimenti economici, niuno riesce a comprendere la loro possibilità senza_spendereq11nt11:i11i. Nei rirpetti del bila~ci? ancb_e l' alle_v1_amentodelle imposte si riduce a qu1st1o_ned( quattnm. . . . . Che dire poi delle ch1acc_h1erefat~e dai mm1stn sulla opportunita di trasformare 1 lat1fond1? Coloro che sanno quanto ha speso I' ~nghilterr~ ?n Irlanda c~pisce che s~ si vuol fare sul seno, quattnm ce ne vogliono, e molti. Lo sa l'on. Fortis, che rispondendo ad un discorso dell' on. Sciacca della Scala nella stessa Palermo, sollevò questa formidabile obbiezione : dove prwdinmo i 50 milioni occorrwti per i provvedimenti i11dicaticome necessari? Lasciamo che i ministri si pongano d'accordo tra loro in quanto ai quattrini, e veniamo ai deputati, che, i~ questi ultimi giorni, dal mezzogiorno hanno fatto sentire la loro voce. Sorpassiamo sul discorso dell'on. Chimirri che in un paese del suo collegio ha fatto l'apologia della cooperazione - lui che ha approvato i ministri che alle cooperative fecero auerra spietata. Mentre_ ci fa nausea la sua disinvoltura~ ci fa pena il plauso dei suoi elettori che si lasciano turlupinare con tanta facilita. Preferiamo intrattenerci di due altri discorsi, che in massima lodiamo. li primo si deve ali' on. Sciacca della Scala, che fu sottosegretario ali' Agricoltura e Commercio, e venne pronunziato alla presenza, anzi all'indirizzo dei ministri in Palermo; il secondo fu quello dell'on. Giustino For• tunato innanzi ai suoi elettori di Palazzo San Gervasio. I due uomini, diversi per temperamento e per coltura, hanno comune la rettitudine e l'eccellente posizione sociale, e i loro discorsi si completano. L'on. Sciacca della Scala, che fini deplorando la mancanza di correnti della pubblica opinione nel mezzogiorno - mancanza che impone maggiori doveri ai governanti - constatò la crisi agraria in generale acutissima in Si• cilia; la disse generata da cause naturali o indipendenti dagli italiani, e aggravata dalla nostra azione politi:~ e legislativa: legge sugli alcools, dazi di consumo, polmca doganale, trattati di commercio, mancanza di capitali agricoli, usura per la dtficienza di credito agrario, gravezza d'imposte ecc., ecc. Ricordò, bene e a proposito, che la filossera rendeva più pericolosa la situazione _perchè distruggeva una ricca sorgente di lavoro ; che 11lavoro scarseggiava perchè soffrivano anche i capitalisti e~ i proprietari, e che si ebbe il grave torto, sinora, dr preoccuparsi più delle industrie che dell'agricoltura, mentre questa interessa maggiormente ali' Italia, in ispecie del mezzogiorno. Sappiamo già che ai rimedi proposti da Sciacca della Scala l'oa. Fortis oppose una specie di fin de non rece- -uofr: la mancanza dei milioni. Ad entrambi, di volo, rileviamo che i milioni mancano, e che certi trattati di commercio utili al mezzogiorno non si conclusero, e non si concluderanno, perchè è prevalsa sinora una politica generale che ha avuto il loro costante appoggio. Se sono sinceri, come crediamo, e vogliono farsi ritenere tali, devono perciò, cominciare con un men culpa. Piu elevato, verameute bello e buono, fo il discorso di Giustino Fortunato, che, in mezzo ai suoi prediletti studi storici ed archeologici, di cui ha dato recenti e dot• tissimi saggi ( r), trova anche il tempo di discutere del dovere politico per gl'italiani nell'ora presente. In questo discorso, che come tutti i suoi, ha anche u~ valore artistico, con acutezza di osservazione, con tratti d'insuperabile precisione, ha descritta la situazione politica, economica e morale nostra ed assegnate le responsabilità vere degli ultimi avvenimenti. . Noi proviamo vivo ·il rammarico di non poter riprodurre questo discorso, perchè i nostri lettori vi . trove-: rebbero tutti i giudizi che abbiamo avuto occas1on~ dr esporre piu volte, giudizi che vedrebbero confermati da un conservatore autorevole - conservatore nel buon senso della parola. L'on. Fortunato ha parlato della confusione che esiste nel paese e nel Parlamento, del doloroso significato della festa pel cinquantesimo anniversario dello Statuto,_ del pericolo di una cattiva annata, della enorme press10ne tributaria, dell'illusione del risparmio, della necessita di (1) I (ettdie i casalidi Vitalbanei secoliXII e XIII. Santa Maria ài Vitalba. Trani, V. Vecchi, 1898.

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