'l{_IVISTA POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI <liatamente dopo l'Inghilterra tra i paesi, nei quali la pubblica opinione impera. Concede che alcuni ·correttivi nel!' esercizio della libertà u siano tra noi; ma li crede necessari per la deficiente educazione politica degli italiani. Ecco qua: i correttivi sono verissimi ; tanto veri che hanno ridotto a zero la libertà ed a noi non è concesso di rispondergli come vorremmo e potremmo. Tutto ben considerato questa risposta del Della Vecchia è un tentativo audace di minchionare i lettori della 'R..eviewof Reviews; tentativo sciocco, perchè oramai la verita non si riesce più . a nasconderla, nemmeno quando l:t si tenta di seppellire nell' isola del Diavolo, nelle infocate arene di Assab o nelle gelide steppe della Siberia. Gl'inglesi ne sanno tanto delle cose nostre che l'associazione dei giornalisti di Londra ha rivolto una petizione al Re d' Italia in favore dei condannati politici, ed un Comitato s1 è costituito tra inglesi -e nord-americani per venire in aiuto alle vittime della reazione. Gl'inglesi odierni tengono il governo italiano nello stesso conto in cui Gladstone teneva il governo borbonico. E non hanno torto. LA COSA GIUDICATA I. Il Signor Jllondino. Ora che la stampa nazionale, nel caso Dreyfus, si è espressa con un così eloquente plebiscito contro l'eccessivo culto della cosa giudicata, e sovratutto della cosa giudicata da militari; ora che essa si è così violentemente scagliata contro coloro che pretendevano d'imbavagliare la bocca degli uomini, più devoti .alla giustizia che all'infallibilità dei tribunali militari, - non farà stupore ad alcuno se, noi, adoperando gli stessi argomenti impiegati per sostenere la revisione del processo Dre yfus, richiamiamo l' atten- .zione sopra le violazioni di procedura e gli errori in cui i nostri tribunali di guerra sono caduti. È specialmente nei dibattimenti e nelle sentenze ,dei tribunali di Napoli che queste violazioni di procedura ed errori giuridici furono commessi Già quella parte della stampa italiana, che del culto della giustizia e della liberta conserva ancora .almeno l'apparenza, si è commossa al caso della povera serva, condannata come complice di un amante, che fu assolto, ed al caso del pubblicista Menzione, condannato per articoli che avevano già più volte beneficiato dell'amnistia. · Essi peraltro non sono che episodii di tutto un sistema bestiale di giudizii, che esaminerò servendomi semplicemente ài quei resoconti processuali che i giornali di Napoli, poterono, in pieno stato d'assedio, pubblicare, senz:1 essere sequestrati. Prinu però di esaminare direttamente le risultanze di quei processi militari di Napoli, in c11i più clamorosamente gli errori giuridici gridano riparazione, indispensabile mi sembra, per rendere intuitiva la pos51bilid di tali ..::rrori,ricostruire, swipre con l'obbie!tivaanalisi dei re,oconti di quei processi, sia la strana concezione che dell'ufficio di presidente il colonnello Mondino si era facto, relativamente agli altri cinque ufficiali che con lui formavano il tribunale, sia la capacità intellettuale e mor~le di questo signore, alla cui intelligenza e coscienza fu affidata la sorte di circa ottocento persone. ... * * , Subito ?op~ il_processo. d_ei Deputati a Milano, I on. Barzilai mv1ava al Mmistro di Grazia e Giustizia _un'interpe_ll_anzasul contegno del presidente del tnbunal: m~htar_e di quella città, il quale, prima ancora eh~ 11_d1_b~tt1mentofosse esaurito, prima an• cor_a che_ 1 giudici a_vess~ro discussa e presa una del~b~raz1on: collet~1v~,s1 permetteva preconizzare agli 1m~utat1 una d1ec111adi anni di galera, premendo 111tal modo sulla coscienza degli altri membri del tribunale. Se l'egregio deputato repubblicano fosse stato a Napoli, durante lo Stato d'Assedio, non avrebbe avut~ ce:to Aragio?e di ?t~pir?i soverchiamente degli stram c_nten pres1Jenziah d1 quel colonnello milanese, g1a~chè avr:bbe, quasi ogni giorno, assistito nella sezione presieduta dal colonnello Mondino alla ripetizione di minaccie e di profez:e, del tutt~ analoghe a quelle del processo Turati e De Andreis. Come un Luigi XIV, riveduto e corretto ad uso dei tribunali militari, questo gonfio messere si era do\'Uto dire: « li tribunale ... sono io! » ed aveva dovuto pensare che gli altri membri erano dei semplici infe:iori, messi ~i ~ell'aula a far da disciplinate marionette, a giudicare almeno dal sistema tutto individuale, completamente incur Jnte della presenza e dell'opinione degli altri giudici col quale egli dirigeva il dibattimento. ' Per rimanere convinti, non dico di sentenze comandate dal di fuori, ma di sentenze comandate dal colonnello ai maggiori e capitani del collegio, basta osservare l'esuberante ricchezza, nei resoconti dei processi, di frasi peregrine serene e corrette come questa toccata ad un imputato di Pomigliano d'Arco, proprio all'inizio della causa: < Questo è un aggravante: Jara pesare qualche mese di più sulla vostra schienaccia. ~ Ecco qui, infatti, un altro esempio. Due miserabili donne di Torre Annunziata la Fiore e la Bavarese, già condannate a tre andi di reclusione dalla sezione presieduta dal colonnello Radicati, a!utante di ~ampo. del Principe di Napoli, per avere Ii 14 Maggio capitanata la dimostrazione del loro Comunr, sono trascinate una seconda volta d_avanti all_a~ezione del colonnello Mondino, per rispondervi di un uguale reato per la dimostrazione dtl 2 Maggio. Manco a dirsi l'earegio colonnello, al primo interrogatorio, si affrett~ a rassicurare la Fiore cc Va benevi hanno gici accomodatotre annetti ora vi prendereteil resto. » ' . E poi_chè le due donne piangono, egli le brutalizza gndaodo: « Non è tempo di piangere non vi trovate davanti al confessore! ) E fa lor~ appioppare altri tre anni. Perchè il signor Mondino è anche una persona al_legra. E .difatti egli non si è mai lasciato sfuggire occas10ne per far dello spirito, dalla prima seduta, - quando, per burlare un povero sordo, certo Tafori, si permetteva di cominciare il rituale interrogatorio delle generalità, dicendo : « Stai bene di salute ? »
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